elaborando

Don't Tase Me, Bro!


La spettacolarizzazione sulla rete: qualche giorno fa avevo ripreso la vicenda dello studente americano steso dalla polizia con la "taser", pistola a scariche elettriche da 50.000 volt. La colpa? La sua domanda al senatore Kerry stava andando oltre il tempo consentito e lui si era rifiutato di fermarsi. Impressionanti le urla del ragazzo che implora i poliziotti di non sottoporlo alle scariche elettriche: "Don't Tase Me, Bro!".Arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, era stato poi rilasciato il mattino dopo, in attesa di processo. Ma i commentatori sui media l'hanno messo subito in guardia: non gli conviene far valere le sue ragioni, una giuria media americana penserebbe che se l'è cercata.Intanto i video della violenza subita dal ragazzo, girati da tv ma anche da altri ragazzi con il cellulare, hanno fatto il giro del mondo. I numeri del "successo": oltre due milioni e seicentomile viste per i video e oltre quarantamila commenti, un video remix basato su "Don't Tase Me, Bro!", diventato pure la colonna sonora di un cortissimo di pseudo-fantascienza.E naturalmente le magliette, con il logo sul petto. Il ricavato della vendita delle magliette dovrebbe andare a favore dell'azione civile in un'altra vicenda di brutalità della polizia americana.Jena, Louisiana: in un campus universitario viene fatto trovare un cappio a un albero, sotto il quale siedono abitualmente dei ragazzi neri. I responsabili del campus minimizzano, nasce una protesta. Il procuratore interviene e ha subito delle buone parole per i ragazzi neri: "I can be your best friend or your worst enemy... I can take away your lives with a stroke of my pen.". Posso togliervi la vita con un tratto di penna, non male per un esportatore di democrazia, no?Buon venerdì.