elaborando

Non ti parlo più


Sono cose che capitano: un malinteso, una discussione, vecchia ruggine che riaffiora e spunta la decisione estrema, non ti parlo più. Non è bello, molto meglio essere disposti a un passo indietro, a manifestare un po' di comprensione per l'altro, ci sono buone probabilità che l'altro ci segua. E comunque, per quanto spiacevole, in genere non ci sono conseguenze particolari, oltre al gelo che è calato tra le due persone.Immaginate, però, che le due persone in questione siano le sole ad esprimersi in una particolare lingua; la cosa cambia completamente di aspetto, è la fine certificata per quell'idioma.Capita in Messico, le due persone in questione sono due signori settantenni, la lingua è lo Zoque parlato nel Tabasco, una delle provincie messicane. I due hanno litigato, forse per motivi di soldi, e hanno deciso di non parlarsi più.L'articolo di abc.net riporta l'agitazione che regna all'Istituto Messicano per le Lingue Indigene. Nel 1960 erano 367 le persone che parlavano Zoque, poi nei primi anni 70 si erano ridotte a 40. Adesso sono rimasti i due litigiosi.Se devo dire la mia, la situazione mi pare comunque compromessa, perfino se i due dovessero improvvisamente riconciliarsi. O si convince qualcun altro a parlare Zoque, o, mi spiace dirlo, si può certificare che un'altra lingua è andata.Probabilmente consapevoli di questo, all'istituto sperano di convincere i due a scrivere un po' di storia vissuta, magari qualche regola grammaticale. Anche registrare la loro voce potrebbe aiutare per preparare il pacchetto da mettere in archivio.Questa storia mi dà una giustificazione in più per il mio linguaggio familiare, italiano con qualche spruzzo di napoletano; almeno un piccolo contributo alla causa della conservazione dei linguaggi lo sto dando. Non è che il napoletano sia a rischio estinzione, mi è chiaro, ma io quel dialetto so e per quello posso agitarmi.E qualcosa abbiamo trasmesso anche alla figlia, credo. I primi anni di vita ha trascorso la primavera con i nonni, col risultato di oscillare da termini piemontesi (scuola materna) a termini napoletani (cortile dei nonni)  e ritorno. Risultato? Nessun accento, buona predisposizione per le lingue straniere (sarà merito di quella ginnastica primaverile?), capisce entrambi i dialetti, ma non li parla correntemente. Anche se quando ci prova con il napoletano, beh, sono proprio contento.Nell'immagine: la Torre di Babele raffigurata da  Pieter Bruegel (1563).Buona domenica.