elaborando

Onecoldhand.com


Lista delle cose che ho smarrito nella mia vita, almeno fino a oggi: un libro, una banconota da diecimila lire, una penna stilografica, un guanto; e poi di certo anche altre cose, di cui però non mi sono nemmeno accorto.Il libro lo lasciai in aereo, arrivando a Torino. Qualche mese dopo, atterrando nuovamente a Caselle, mi feci un giro nell'ufficio "Oggetti smarriti", niente. In compenso vidi una miniera di oggetti: libri in quantità, e ho sempre pensato che il mio ci fosse, ma che mi sia sfuggito, occhiali, penne, cellulari, palmari, blocchi di carta per appunti, cartellette in pelle, soprabiti.Una volta lessi della lista degli oggetti che dimentichiamo in treno, c'erano pure ombrelli e dentiere; in volo gli ombrelli non sono consentiti, e per le dentiere manca la privacy. Vabbé, anche in treno non mi pare che ce ne sia poi così tanta.La banconota mi sfuggì dalla tasca laterale di una felpa, andavo a fare la spesa in bici, primavera dei primi anni 80, portafoglio lasciato a casa perché ingombrava. Le mie braccine sono un poco più corte della media, potete immaginare il dramma che vissi, e non parlo dell'essere dovuto ritornare a casa a prendere altri soldi.La penna stilografica è rimasta al centro di un mistero: una mattina non l'ho vista più. L'ipotesi più concreta è che l'abbia lasciata in giro mentre ero al lavoro, e che lei abbia incontrato un altro capace di apprezzarne la bellezza. Sigh.Il guanto è quasi certo che mi sia caduto dall'auto in un parcheggio. Ci sono ritornato un po' di ore dopo, ma niente, scomparso.Nel caso del guanto, che pure era bello, un regalo di Natale, credo che sia semplicemente finito tra i rifiuti; chi raccoglierebbe un guanto solitario? Da solo non avrebbe ragione di esistere, a meno dell'improbabile eventualità di trovarne uno passabilmente simile e adatto all'altra mano. E anche tenerlo da parte in attesa che il proprietario si faccia vivo, non è proponibile.O meglio, non era proponibile; adesso comincia ad esserlo, perché sta nascendo una catena di siti dedicato ai guanti smarriti: onecoldhand.com, qualcosa come "una-mano-al-freddo.com". Il primo l'ha fondato Jennifer Gooch, partendo da un po' di guanti smarriti a Pittsburgh e all'università Carnegie Mellon in particolare.Il sito ne riporta 75 in attesa di ricongiungersi col gemello, ognuno con la foto, una breve lista di tag a descriverli, la possibilità di aggiungere un commento. Quattro sono stati ricongiunti, e questo ha dato a onecoldhand.com una buona notorietà: in diversi luoghi pubblici di Pittsburgh sono state predisposte cassette per la raccolta di guanti smarriti (ma quanti ne perdono?), thepittsburghchannel.com pubblica anche un video; lo vedrò al ritorno a casa, il gprs non mi consente di dare un'occhiata.Mrs. Gooch ha in piano di estendere il sito ad altre città degli Stati Uniti, per New York è già partito, e all'Europa, Italia compresa. Peccato che il mio guanto sia ormai al macero.E poi scriverà un libro sulla sua esperienza. Ecco una cosa che invidio, io non saprei da dove partire e poi la penna l'ho smarrita, anni fa.Buon mercoledì.