elaborando

Monsieur le President


Il programma l'ha preparato, di quelli che piacciono a me: tre punti, belli importanti e descritti in maniera stringata, mica un tomo di duecento pagine scritto in politichese:- promuovere la tolleranza tra le tre religioni monoteiste (Cristiana, Ebraica, Musulmana)- combattere l'ignoranza e l'analfabetismo- promuovere le comunità francofoneEcco, il terzo punto non è che sia nelle mie corde, ma si capisce, io sono italiano e lui è francese: Arash Derambarsh, dal primo di gennaio e fino a fine marzo Presidente di Facebook.L'elezione è avvenuta in dicembre, tra gli iscritti a Facebook: diversi milioni, non ricordo più quanti, ma lui dice che sono più dei residenti in Francia. E quindi, ha anche argomentato, può rivolgersi a più persone lui che Sarkozy, a cui un po' ha rubato la scena di questo inizio d'anno sui media francesi, e scusate se è poco.Interviste su giornali, televisioni, grande stupore per questo ventottenne che, anche se per solo tre mesi, si ritrova a presiedere il social network più noto del momento.Ecco, Presidente. Il problema è che nessuno dei media francesi è andato a verificare esattamente cosa implicasse il titolo. Nessuno si è preso la briga di verificare con Facebook, per dirne una.Di media in media la notizia è stata ripresa, lui ha forse aggiunto un pezzettino ad ogni contatto, finché la notizia si è sorretta da sola, non c'era più bisogno di qualcosa di reale a darle corpo.Perché l'elezione era un giochino, proposto da un'applicazione "terze parti" che gira su Facebook, ma che con l'azienda che gestisce il social network non ha nessuna relazione. Il titolo, quindi, equivale a "imperatore di Saturno" o titolo equivalente. Solo che mr Derambarsh è stato abile a far leva su un concetto: Internet ci ha abituato ad accettare le notizie più strampalate, gli scoop più incredibili, senza chiederci più se sia vero o no. E molti media francesi hanno abboccato.Il neo presidente è un giovane ambizioso, aspira alla politica. Già nel 2005-2006, all'epoca della rivolta dei banlieu, aveva avuto il suo momento di notorietà sui media; è un attivista dell'Unione dei Popolari (UMP) ed è candidato a sindaco di Courbevoie, quasi settantamila abitanti. Certo non è Facebook, ma questi sono reali.La sua reazione? Beh, lui afferma che anche se ha votato una percentuale minima degli iscritti al social network, l'elezione c'è stata, e si propone come esperto nel campo dell'apporto che il virtuale può dare al reale in politica.E i media italiani? No, loro non sono stati presi dalla notizia, oppure l'hanno saputa filtrare. I nostri puntano sul tema forte, si, ancora loro, Carla e Sarkoz: una storia che a breve potrebbe far impallidire "Un posto al sole", perché adesso spuntano un bebé in arrivo e un padre, ma "suo di lei", dal Brasile.Stay tuned, come si dirà in francese?Buon giovedì.