elaborando

La regina delle conigliette? Lena Sjööblom


Un articolo del Magazine di Libero di qualche giorno fa segnala un sondaggio dal web per scegliere la ragazza "Playmate of the Year" (PMoY) preferita, tra quelle che negli ultimi quarant'anni sono state selezionate, una all'anno, dalla rivista Playboy.Per un informatico è un sondaggio senza senso, non esiste altra playmate al di fuori di Lena Sjööblom. È vero, non fu eletta PMoY di quell'anno, il 1972, fu solo PMoM del mese di novembre, ma tanto le è bastato per restare nella storia delle riviste per soli uomini e dell'informatica.In quel tempo ero all'università e di lì a poco, autunno 1975, avrei cominciato a preparare la mia tesi di laurea sulle tecniche di compressione di immagini. Da quel campo di ricerca sarebbero poi venuti fuori gli standard jpeg, mpeg e via comprimendo: come ridurre drasticamente l'occupazione di memoria di un'immagine o un filmato, senza peggiorarne la qualità in modo significativo.In particolare il filone su cui lavorai in quei mesi sviluppava tecniche basate sulle funzioni di Walsh. Fin qui Playboy non c'entra, ma occorre un minimo di pazienza.In questo tipo di lavori, si progetta un algoritmo e lo si prova su una o più immagini, per poi valutare la perdita di qualità delle immagini "compresse". Per avere risultati confrontabili con quelli degli altri gruppi di ricerca, è preferibile utilizzare tutti le stesse immagini. Al politecnico di Napoli, ad esempio, lavorai su due immagini fisse distribuite da una università americana: il primo piano di una graziosa ragazza asiatica e un carro armato (tank, un segno del destino). Per le immagini in movimento avevamo un breve filmato preparato dal Politecnico di Milano.All'università della California del Sud, nel 1973 avevano invece selezionato un'altra foto, che negli anni successivi sarebbe diventata lo standard di riferimento. Era successo che, in una pausa pranzo, uno dei ragazzi che lavoravano al progetto sfogliava una copia di Playboy, quella che ancora oggi risulta la più venduta: novembre 1972, 7.161.561 copie. Al centro la playmate del mese, la modella svedese Lena Sjööblom.Ci sono diversi motivi per cui si può rimanere colpiti da quella foto, in quel caso fu la parte superiore dell'immagine a racchiudere quello che un uomo può desiderare, quando progetta algoritmi di compressione: i colori, la loro distribuzione. Perfetta.Detto fatto, quel pezzo di foto fu passato allo scanner e da lì cominciò la sua fortuna nel mondo dell'informatica, passando da un laboratorio all'altro come standard su cui misurare i risultati del proprio lavoro. C'è chi non ha chiuso occhio, pensando a quella testa con cappello, insomma. La signora fu addirittura madrina di un convegno nel 1997, rilasciando autografi e, naturalmente, mettendosi in posa per i convenuti.Solo molti anni dopo la faccenda finì all'attenzione degli editori di Playboy, esattamente quando la foto fu pubblicata sulla copertina della rivista Optical Engineering del luglio 1991. Ne nacque una controversia sui diritti, sanata poi con una transazione tra la rivista e il Signal and Image Processing Institute (SIPI) dell'università californiana.Un racconto completo della storia si può trovare su una newsletter del Professional Communication Society dell'IEEE.Ed eccoci tornati all'inizio, all'articolo del Magazine e al sondaggio. Che se lo facciano, questo sondaggio, il risultato non mi interessa: sarà una bionda sorridente, una bruna intrigante o una rossa provocante. Ma niente di informaticamente rilevante. Non per essere pedante.Una buona domenica.