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Dramma, l'Idalia ha perso


L'immagine è di tanti anni fa, semplice nella sua essenza: due amici ripresi mentre chiacchierano in acqua, a due passi dalla riva. Non sono due amici qualunque, però: uno è stato l'uomo politico più potente dell'Italia degli anni 80, l'altro avrebbe deciso poco dopo di "scendere in campo" per rimanerci a tutt'oggi.I due hanno quindi determinato in larga misura l'Italia di questi giorni. Non da soli, va da sé, altri hanno contribuito, facendo o non consentendo di fare, discriminando o garantendo oltre ogni ragionevole considerazione, denunciando Caste varie per poi esserne risucchiati. In un'alternanza che alla fine ha costruito poco, mentre gli abitanti d'Italia, lentamente ma inesorabilmente, diventavano sempre meno intraprendenti, meno fiduciosi l'uno dell'altro e tutti del sistema paese. Più divisi, secondo i criteri più vari, scegliete voi: nord contro sud, est contro ovest, laici contrapposti ai credenti e tutti contro gli insegnanti; pensare che una volta, per tirare due calci al pallone, più in là di scapoli contro ammogliati non si andava.E tutti più arroccati a difendere i "diritti acquisiti" senza che nulla cambi, diventando solo tutti più vecchi. Forse sta (anche) qui la spiegazione della deriva.E così si arriva a chi offe il grugno e il medio teso all'inno nazionale, rivendicando di non sentirsi "schiavo di Roma". Peccato che l'inno dica una cosa diversa, è la Vittoria ad essere schiava di Roma, non l'Italia, ma nessuno dei commenti che ho sentito, nessuno ripeto, ha denunciato il pretesto senza fondamento. Si vede che nemmeno i difensori dell'inno, ahimé, ne conoscono il senso.Amare considerazioni, che mi portano a commentare quella foto rubando la frase di un Anonimo sulla bacheca del giornalaio: "Dramma, l'Idalia ha perso". Deve averla scritta per gli europei di calcio appena finiti, della scritta mi sono accorto solo stamattina. Ma come chiosa all'Italia di oggi mi sembra ci stia tutta.Buon pranzo.