elaborando

Ancora sulla scuola


Quattro punti toccati nel "Discorso di Ferragosto" dal segretario della Lega Nord, nonché ministro delle Riforme."Non e' un insulto ma una memoria storica", il dito medio alzato qualche settimana fa. Successe mentre parlava di un passaggio dell'inno di Mameli, "Ma l'Inno nazionale non c'entrava niente". Può darsi che le argomentazioni non riportate dall'articolo aiutino a capire, ma ridotto a queste due frasi il passaggio per me è incomprensibile.Il dito medio. Non conoscevo e ho trovato interessante e divertente l'origine del gesto: gli arcieri dei nemici dei Romani mostravano il dito medio per sottolineare di averlo ancora, di essere quindi ancora in condizione di scagliare frecce verso l'odiato nemico. Il quale, appena poteva, glielo tagliava, proprio per renderli inoffensivi.L'ICI. Qui mi trovo non d'accordo, ma d'accordissimo. L'ICI era stata introdotta in sostituzione di una voce IRPEF, proprio per rendere automatico un trasferimento di imposizione al Comuni. Scelta sacrosanta: se l'imposizione è a carico di chi poi spende quei soldi, c'è da attendersi una maggiore oculatezza nella spesa. In più, se il Comune riesce ad abbassare l'aliquota dell'ICI, gli elettori gli riconosceranno il merito.La scuola. Oggi, tra la scuola materna e l'università ci sono tre cicli di studio: 5 anni di elementari, tre di medie, cinque di liceo. La proposta della Lega sarebbe di eliminare la media e riorganizzare le superiori su due cicli di tre anni: uno "duro" e l'altro di specializzazione.I vantaggi? Oggi le medie sono "un corso di studi che non insegna niente ai ragazzi che dopo i tre anni delle medie non sanno le tabelline", e poi la scuola "costa sempre di piu' e vale sempre di meno. E' un parcheggio per insegnanti che sono un numero spropositato, superiore al necessario".Questa non mi convince. Provo a leggere la proposta a modo mio: da 5 + 3 + 5 si passa a 5 + 3 + 3, e cambia, immagino radicalmente, il piano di studi dei tre anni centrali: da ciclo di preparazione alle superiori a triennio di base delle superiori.Non credo che ragazzini tra gli undici e i tredici anni siano già maturi per un triennio "duro" come preparazione di base. Sto pensando a quello che studiai nel biennio del liceo: storia della letteratura italiana, matematica e geometria con il rigore dell'approccio euclideo. Più probabile che alla fine il risultato evidente sia solo l'accorciamento totale di due anni, con i relativi risparmi si, ma anche con una preparazione peggiore.Se il problema è risparmiare soldi, allora, si può valutare anche l'approccio che ha raggiunto già una discreta diffusione negli Stati Uniti: accorciare la settimana scolastica a quattro giorni, allungandone l'orario.Sembra che i vantaggi siano: diminuzione delle assenze, sia dei ragazzi che degli insegnanti, necessità di razionalizzare le attività "complementari", il che è senza dubbio un beneficio. Inoltre si risparmia un quinto dei costi degli scuolabus, senza dimenticare che i ragazzi, dovendo dedicare il lunedì a casa ai progetti che gli vengono assegnati, rischia di diventare anche un pochino più autonomo.Per contro i genitori lamentano il rischio di lasciare a casa da soli i propri ragazzini. Perché la scuola forse sarà anche un parcheggio per gli insegnanti, ma lo è sicuramente per i ragazzi nella mente di tantissimi genitori. E forse è anche su questo che occorrerebbe lavorare.Buona domenica.[Immagine da: www.ic-deamicis-lissone.it]