Vi siete mai chiesti cosa mangiaroro i convenuti all'Ultima Cena? Dunque: in tavola c'erano pane e vino, e questo se lo ricorda anche chi, come me, frequenta poco. Ma poi? A quel tempo in Palestina, in quella stagione dell'anno, pare che avrebbe dovuto trattarsi di agnello, ma i Vangeli, comprensibilmente, non si soffermano sul menù..In mancanza di riferimenti storici si può provare a dare un'occhiata al dipinto di Leonardo, restaurato per l'ultima volta nel '97. Tolti tutti gli strati protettivi che vi sono stati deposti nel tempo e fatti rinascere i colori e i dettagli originali, adesso si può dare un'occhiata nei piatti. Devo dire che non è chiarissimo, almeno a un profano come me, ma, secondo la rivista Gastronomica, in uno dei piatti di portata ci sono delle anguille in agrodolce, guarnite con fette d'arancia. Lo studio è opera di John Varriano.Leonardo avrebbe insomma portato in tavola un piatto in voga ai suoi tempi. Pare infatti che nel Rinascimento l'anguilla fosse un piatto comune, grazie al fatto che i simpatici animaletti fanno tutto da soli nella vita e si accontentano di vivere in poca acqua. E poi si trasportano e si vendono vivi, quindi senza problemi di conservazione.Me le ricordo le anguille, nella via dei pescivendoli a Caserta, nei giorni delle vigilie di Natale e Capodanno: si agitavano sinuose nelle cassette, qualcuna riusciva a infilarsi in un tombino grazie all'insperata evasione. Un po' viscidine all'aspetto, non le ho mai considerate la portata più appealing delle vigilie, preferivo e preferisco di gran lunga il baccalà in bianco e fritto (buonissimo), la scarola della Vigilia (sublime).Però sulla tavolata più celebre della storia pare proprio ci fossero loro, le anguille in agrodolce. Gastronomica riporta anche la probabile ricetta:"When an eel is captured, skinned, and gutted, cut it up into large enough pieces and cook well on a spit near the hearth, with bay leaves and sage placed between the pieces, always moistening the meat with the brine they call salimola. When it is nearly cooked, add some meal or ground bread, sprinkling with cinnamon and salt, encrusting it all around."Bay leaves è l'alloro, sage la salvia. Salimola posso provare a intuire. Scombussolato? No, apprendo e archivio, per scombussolare ci vuole altro. Nemmeno il nuovo dizionario parlato di wordia.com mi scombussola. Anzi mi diverte.Funziona così: ci si filma mentre si dà la definizione di una parola, poi si inserisce il video sul loro sito. Ci pensano poi loro a selezionare e inserire nel dizionario video, accessibile anche da Youtube.Un esempio: discombobulate, spiegato dalla presentatrice televisiva inglese Kirsten O'Brien.Buon venerdì e se qualcosa non va per il verso giusto, portate pazienza. Anzi patience.[Immagine dall'articolo di Gastronomica]
I am not discombobulated
Vi siete mai chiesti cosa mangiaroro i convenuti all'Ultima Cena? Dunque: in tavola c'erano pane e vino, e questo se lo ricorda anche chi, come me, frequenta poco. Ma poi? A quel tempo in Palestina, in quella stagione dell'anno, pare che avrebbe dovuto trattarsi di agnello, ma i Vangeli, comprensibilmente, non si soffermano sul menù..In mancanza di riferimenti storici si può provare a dare un'occhiata al dipinto di Leonardo, restaurato per l'ultima volta nel '97. Tolti tutti gli strati protettivi che vi sono stati deposti nel tempo e fatti rinascere i colori e i dettagli originali, adesso si può dare un'occhiata nei piatti. Devo dire che non è chiarissimo, almeno a un profano come me, ma, secondo la rivista Gastronomica, in uno dei piatti di portata ci sono delle anguille in agrodolce, guarnite con fette d'arancia. Lo studio è opera di John Varriano.Leonardo avrebbe insomma portato in tavola un piatto in voga ai suoi tempi. Pare infatti che nel Rinascimento l'anguilla fosse un piatto comune, grazie al fatto che i simpatici animaletti fanno tutto da soli nella vita e si accontentano di vivere in poca acqua. E poi si trasportano e si vendono vivi, quindi senza problemi di conservazione.Me le ricordo le anguille, nella via dei pescivendoli a Caserta, nei giorni delle vigilie di Natale e Capodanno: si agitavano sinuose nelle cassette, qualcuna riusciva a infilarsi in un tombino grazie all'insperata evasione. Un po' viscidine all'aspetto, non le ho mai considerate la portata più appealing delle vigilie, preferivo e preferisco di gran lunga il baccalà in bianco e fritto (buonissimo), la scarola della Vigilia (sublime).Però sulla tavolata più celebre della storia pare proprio ci fossero loro, le anguille in agrodolce. Gastronomica riporta anche la probabile ricetta:"When an eel is captured, skinned, and gutted, cut it up into large enough pieces and cook well on a spit near the hearth, with bay leaves and sage placed between the pieces, always moistening the meat with the brine they call salimola. When it is nearly cooked, add some meal or ground bread, sprinkling with cinnamon and salt, encrusting it all around."Bay leaves è l'alloro, sage la salvia. Salimola posso provare a intuire. Scombussolato? No, apprendo e archivio, per scombussolare ci vuole altro. Nemmeno il nuovo dizionario parlato di wordia.com mi scombussola. Anzi mi diverte.Funziona così: ci si filma mentre si dà la definizione di una parola, poi si inserisce il video sul loro sito. Ci pensano poi loro a selezionare e inserire nel dizionario video, accessibile anche da Youtube.Un esempio: discombobulate, spiegato dalla presentatrice televisiva inglese Kirsten O'Brien.Buon venerdì e se qualcosa non va per il verso giusto, portate pazienza. Anzi patience.[Immagine dall'articolo di Gastronomica]