elaborando

Addio cartine


Ilnavigatore non mi piace, toglie ai viaggi quel minimo di piacere della scoperta che aiuta a memorizzare il primo incontro con un luogo. Di questo rapporto difficile ne avevo scritto sul blog tempo fa.Poi, lo riconosco, se mi ritrovo di sera a girare intorno alle mura di Viterbo per trovare un albergo, rimpiango di non aver chiesto uno di quegli aggeggi alla mia signora, come regalo di Natale. Ma va bene così, senza navigatore alla fine vado benissimo. Perché mi piacciono le cartine: mappe delle città, cartine e atlanti stradali, ne ho a bizzeffe in auto. Dovunque mi fermi, anche per poche ore, me ne procuro una.Non sono un viaggiatore tipo, però, visto che il mercato delle cartine stradali si sta contraendo, proprio a causa della diffusione capillare dei navigatori. Non sorprende, quindi, l'annuncio della De Agostini di Novara di uscire da questo mercato. Decisione che comporta un taglio agli organici, 147 persone solo a Novara, 237 in totale.Era una lotta impari: da un lato la carta, con i suoi disegni immutabili (l'atlante di casa nostra riporta ancora la Jugoslavia, ad esempio), dall'altro una scatolina che non solo mostra il percorso migliore, ma lo aggiorna anche in tempo reale. Una sconfitta prevedibile quella delle cartine, quindi. E sono cambiamenti irreversibili, le generazioni che arrivano nemmeno più penseranno a un mondo senza navigatori.Ma proprio ripensando all'atlante con la Jugoslavia, credo che stiamo buttando via un pezzetto di umanità: l'uomo 2.0 vive l'istante ma non ha memoria, ha tutto su google e poco nella testa e non si fermerà più a chiedere indicazioni stradali al benzinaio. E quando arriverà a destinazione, nessuna sorpresa, avrà visto già tutto su StreetView.Buon lunedì.[Nell'immagine da Google Maps: la sede della De Agostini che incontro tutti i giorni, lungo l'autostrada Milano-Torino]