elaborando

Meglio chiedere?


Ci fu il tempo dell'uomo che non doveva chiedere mai. Perché? Bellissime creature, lasciava intendere la pubblicità del relativo profumo, gli si sarebbero donate spontaneamente, senza che lui dovesse, per l'appunto, chiedere alcunché.E ci fu il tempo in cui, se un uomo rubava un fiore, non era per l'estrema indigenza, ma per non perdere nemmeno un istante in quisquilie, quale è appunto pagare un fiore, mentre volava a deporre l'omaggio ai piedi della radiosa creatura che gli attraversava la vita.Guardai a entrambi gli spot con scetticismo, nella vita mi sono regolato diversamente: chiesi e, meraviglia, lei mi disse di si (poi si sono alternati si e no in quella miscela a volte esplosiva che si chiama vita a due, ma questo è un altro discorso). E i fiori li pago, sempre, anche se non mi accade di doverlo fare così spesso.C'è chi, invece, presta fede alle promesse della pubblicità. Il ventiseienne indiano Vaibhav Bedi si è regolarmente e coscenziosamente cosparso, negli ultimi sette anni, con un deodorante a cui nessuna ragazza avrebbe dovuto resistere. Ha anche lavato i capelli regolarmente con lo shampoo della stessa marca, fatto la doccia con quel bagnoschiuma là e sistemato la chioma con il gel delle promesse.Bene, in sette anni manco una ragazza se l'è filato, causandogli una forte depressione e un incalcolabile danno psicologico.O meglio, il danno l'ha calcolato: Vaibhav Bedi chiede 26.000 sterline di risarcimento alla ditta produttrice della linea che promette ma, afferma lui, non mantiene.La ditta nicchia, naturalmente, mentre il giudice studia le carte. Probabilmente si starà chiedendo perché non ha fatto il geometra, come gli suggeriva papà.Buon martedì.[Nell'immagine: fiore estremamente economico, disegnato su ppt, tanti anni fa.]