elaborando

Il nesso


Ed eccoci al nesso tra il test per produttori di aghi e le occasioni perse dalla sinistra.Negli ultimi dieci anni il mercato del lavoro si è trasformato in modo radicale.Sono scomparsi diversi grandi gruppi industriali, dove una chiara rappresentanza sindacale era necessaria alla proprietà, oltre che a operai e impiegati, ed è spuntata una rete di micro-attività con pochissimi addetti, in maggioranza con contratti a termine.La penetrazione del sindacato in queste realtà credo sia marginale, l'unica roccaforte sindacalizzata rimane il pubblico impiego (ari-credo).Di tutta questa trasformazione, mi pare che la dirigenza dei partiti di sinistra abbia perso i dettagli, e non solo.È di questi giorni la difesa dell'Articolo 18. Giusta, sacrosanta. Si provi però a chiedere a un ragazzo precario, un trentenne con laurea e magari master, che si arrabatta con 900 euro "a termine": cos'è l'Articolo 18? qual è la tua prima priorità?Evidentemente anche un minimo di stabilità, per chi comincia, ha la sua importanza. Prima che sia troppo tardi e ci si ritrovi con una generazione di quarantenni precari.Intanto chi fa presa su questa fascia di elettori? La sinistra? Non credo, scommetterei più sulla Lega, a seguire PdL.Prima ancora che di strategie, penso, si tratta di visione che manca. Se poi si somma la cronica difficoltà della sinistra a farsi capire, il disastro è completo. Con un paragone informatico, abbiamo un calcolatore che ha un programma datato, difficoltà a leggere i dati in ingresso e stampa in caratteri cirillici.Come ci siamo arrivati? Programmi confusi, larghi e ambiziosi (utopie, invece che sogni, ha detto qualcuno), mentre si cercava di creare alleanze improbabili per quei programmi.E una dirigenza eterna, come quei MKTG & Sales cresciuti nei tempi di mercato che tira, ma freno alla crescita quando bisogna pensare a riprendere a correre.Pensare che di gente che sa farsi capire e sembra avere le idee chiare ce ne sono a sinistra: Marino, Cacciari, Chiamparino, Deborah Serracchiani. Dov'è adesso? Ah, già, in Europa.È possibile un cambiamento?Mi viene in mente la Fiat degli ultimi anni. Sergio Marchionne prende la guida di Fiat Auto nel 2005: sembra una partita persa, tra mancanza di nuovi progetti e ingessature. Invece si riparte: snellisce la gestione, impone cambi alla dirigenza e al Mktg. Si guarda a cosa vuole il mercato e arrivano la nuova 500, la Grande Punto, l'Alfa 159.L'essere in crisi qualche anno prima di quel 2009 che travolgerà tutti gli altri, si rivelerà un vantaggio incredibile. La crisi generalizzata troverà un'azienda che, a differenza di tutte le altre, sa reagire.Un anno fa Obama dava questo messaggio a Chrysler: «Ha trenta giorni per raggiungere un accordo di fusione con la Fiat la cui dirigenza ha saputo mettere a segno un turnaround impressionante. La Fiat porterà in dote nuove tecnologie per contribuire allo sviluppo di nuove auto a minori consumi». Impensabile 4 anni prima.Buona domenica.[Video ufficiale di lancio della Nuova 500.][Tutti i post su politica.]