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AGNELLI DI DIO


Apprendo con dolore la notizia della morte in Somalia di Suor Leonella, al secolo Rosa Sgorbati, 70 anni, originaria di Piacenza.Suor Leonella era missionaria della Consolata, infermiera e insegnava al corso per infermieri attivo nell'ospedale Sos della capitale somala.E' stata colpita con tre proiettili alla schiena.Un terribile episodio figlio del clima di odio che pervade buona parte del mondo islamico in questi giorni.Sobillata a dovere dai media suoi (Al Jazeera su tutti...) e da quelli occidentali, sostenuta dalla maggior parte degli imam, dei politici e degli intellettuali musulmani, la piazza islamica si è scatenata per il discorso del Papa a Ratisbona, così come avvenne per le "vignette danesi". Anche l'assassinio di don Andrea Santoro in Turchia aveva questo movente: vendicarsi su chi è testimone vivo di Cristo risorto. Poco importava che la Chiesa avesse condannato il disprezzo del sacro e che don Andrea fosse un uomo di pace. Lo massacrarono come un indifeso agnello sacrificale.Ed è successo di nuovo... Ancora una volta, i cristiani di tutti quei paesi dove non è garantita la libertà religiosa e di espressione, dove la democrazia e il diritto sono parole senza significato, sono vittime inermi di un odio senza senso.Quanto sta accadendo è una vergogna. Il trasformare a freddo un discorso saggio ed equilibrato, contro la violenza e la guerra santa, in un'invettiva contro la religione musulmana è una colossale montatura figlia soprattutto dell'ignoranza. Se avessero letto per intero la dotta lezione universitaria si sarebbero accorti che la parte sull'Islam occupa solamente il 10%, 373 parole su 3565 totali e consiste in una citazione del Corano e in un brano di Manuele Paleologo che il Papa non fa suo ma che, anzi, definisce "sorprentendemente brusco". Un bellissimo discorso, tutto teso al dialogo, a proporre "la ragione" come via d'incontro per occidentali e musulmani, per credenti e agnostici, ha finito per essere utilizzato come benzina per alimentare l'incendio.Bene ha fatto il Papa a non chiedere scusa. Benedetto XVI si dice dispiaciuto, spiega che non c'era la minima volontà di offesa ma non rinnega una parola. Naturalmente ai manipolatori islamici, a chi tiene le redini della protesta, non basta il dispiacere, vogliono di più.E in tutto ciò, la cosa ancor più grave è la nostra reazione, o meglio la nostra "non reazione". In nome del quieto vivere, ogni giorno lasciamo erodere lo spazio vitale della libertà di essere noi stessi, compreso quello di predicare la verità del cristianesimo, perchè è offensivo ragionare. Meglio è 'calarsi le braghe' e inchinarsi a chi parla di "Maiali servi della croce", "Vampiri succhia sangue", "Scimmie del Vaticano"...Corriamo dialogando in soccorso del violento...Oriana, perchè non ci sei più?