Cammino...

LA NOSTRA " CIVILTA' "


Erba, Roma, Rignano Flaminio. L'orrore del Male irrompe nella vita quotidiana.La crudeltà e il macabro cinismo di questi episodi inqualificabili ci colpiscono profondamente...Lasciando da parte la stupida e superficiale curiosità dei commenti giornalistici, mi chiedo:Quanto c'è di noi in queste barbarie? Quanto ci appartengono questi episodi e in che misura ne siamo complici? Certo. Casi del genere sono per definizione isolati e nessuno immaginerebbe che fatti di questo tipo possano assumere una rilevanza sociale diffusa. Ma tra l'orrore di questi fatti e il loro commetterli non c'è uno spazio vuoto e un precipizio di estraneità.C'è piuttosto una zona grigia, una terra abitata da milioni di contemporanei. C'è qualcuno o qualcosa che sussurra continuamente: libera i desideri, sprigiona le energie represse; al mondo non ci sei che tu e la tua vita. La violenza c'era e ci sarà. Non siamo peggio dei nostri avi; abbiamo solo meno 'valvole di sfogo', meno 'dispositivi di freno'. Abitiamo meno mondi. Sembra assurda questa conclusione per noi che siamo più evoluti e disponiamo di tante possibilità di vita. E invece il mondo si è ristretto. L'uomo scoprendo l'infinito che lo sovrasta si scopre nudo; posto difronte alle innumerevoli possibilità del presente si vede fragile e pauroso. Il mondo oggi coincide con il nostro io; ci siamo tagliati il passato e il futuro, il cielo e l'inferno. La famiglia cade a pezzi e la pulsione del momento vale il progetto di una vita. Qui, ora, subito, per me solo. L'amore per i propri cari, la passione civile e politica, i sogni e le utopie, le creazioni artistiche, lo sport e il lavoro, perfino la solitudine... Tutte le 'canne fumarie' stanno scomparendo.Ci stiamo giocando l'anima e non ce ne rendiamo conto.Nel nostro mondo 'civile' un miliardo di vite innocenti sono state spazzate via negli ultimi 70 anni.Nel nostro mondo 'civile' l'aborto, nel Paese più grande del mondo, la Cina, è addirittura obbligatorio con la complicità dell’Onu.Negli Stati Uniti, il paese più libero e moderno del mondo, solo il 5 novembre 2003 il presidente Bush è riuscito a proibire il cosiddetto “aborto tardivo”. Che consiste in un aborto praticato anche all’ottavo mese di gravidanza. Lo si realizza così: per non far nascere vivo il bimbo (dopodiché non può più essere soppresso) il medico afferra i piedi del fanciullo con una pinza, porta le gambe fuori dall’utero e provoca il parto, ma senza estrarre la testa alla cui base esegue un’incisione attraverso cui viene aspirato il cervello. Così il bimbo nasce morto.Per i media e la cultura dominante, per questo mondo 'civile', l’orrore da proibire non è che si facciano 50 milioni di aborti all’anno (130 mila in Italia). No, da “sconsigliare” è che se ne parli, che si chiamino le cose col loro nome. Turbando le nostre coscienze. Com’è possibile? Qual è la soglia dell’orrore nella nostra coscienza?Pretendiamo pure di rivendicare la cosa come “conquista civile” e qualificare l’aborto tra i “diritti dell’uomo”.Possiamo dormire davvero sonni tranquilli? Inorridiamo solo per i due di Erba, per l'ospedale di Roma e per gli appetiti sessuali di Rignano Flaminio? Siamo sicuri che l’abisso dell’orrore del nostro tempo sia solo quello? I Maya del film di Mel Gibson siamo noi. Il loro mare di sangue e i loro orrendi rituali sono il simbolo della decadenza della nostra civiltà.Ma una speranza, come allora, può cambiare il corso della storia. Il cristianesimo.Senza Cristo tutto sarebbe solo strage, odio e vendetta.