ElettriKaMente

ANGELI E STREGHE


  
  «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5, 3) I bambini si dividono in due M.In quelli meravigliati e in quelli maligni.Quelli meravigliati si stupiscono, e da grandi diventano outsiders, artisti, visionari, "fratelli di" o "sorelle".  Forse anche "padri" e "madri"; ma soprattutto "figli".Quelli maligni sono figli di genitori mai stati figli. Guardano, non provano e accumulano. E poi guardano ancora e studiano.  Da grandi questi bambini diventano intellettuali, probabilmente insegnanti e soprattutto "adulti"."In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli."  I maghi sono sacerdoti, ministri e mediatori, convinti che le arti magiche ed in genere la conoscenza del visibile e del non visibile siano una ricchezza da acquisire, con fatica, procedendo in uno studio di cui andare gelosi.Non per nulla l'etimologia del termine “mago”, magus, μάγος in greco, riconduce al termine  "grande" e deriva da “mahati” che in sanscrito è “l'ingrandirsi”.Alcuni Magi (μάγοι) giungendo da oriente domandavano: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo" (...) "Et procidentes adoraverunt eum; et apertis thesauris suis obtulerunt ei munera, aurum, thus, et myrrham " (Matt. 2, 11)Il mago impara e poi diventa adulto.La sua è la condizione dell' accresciuta sapienza.Diversa è la condizione della strega, cioè della vèd'ma in lingua russa, traducibile semplicemente in "colei che sa". Ma il suo è un sapere bambino, un sapere che non ha dovuto imparare.La strega non è intellettuale, non è insegnante ed è stata tante volte bruciata perchè dopo, ma anche prima della nascita di Cristo, aderì ad una linea di pensiero più volte condannata a morte, indicata nel Vangelo di Matteo con le parole "Voi non fatevi chiamare maestri.”Ed ella non si fa chiamare insegnante nè vuole apprendisti perchè, scrive Sibaldi riguardo alla vèd’ma,  a comunicare la sua sapienza ci mette un attimo. Le streghe ti guardano attentamente, solo per vedere se anche tu hai il coraggio di sapere senza aver prima imparato. E se ne hai, tutt’ad un tratto, ti dicono : “Vai, scopri chi sei e cosa puoi fare, non ti occorre altro”, poi proseguono per la loro strada.Per gli studiosi di angelologia, dottrina presente in ambito delle culture assiro-babilonesi, iraniche, giudaiche e cristiane, Nithaiah, o Nith-haiah, o Nithihayah, il primo raggio angelico che porta nel suo nome il messaggio di "Dio che dona saggezza", è proprio lui, l'angelo delle streghe. E  NaTaN, in ebraico, significa “dare qualcosa”.  ...la Strega che accende la sua brace nel vaso di terra, non vorrà mai raccontarci ciò che ella sa, e che noi ignoriamo... (Arthur Rimbaud)