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CHI VA CON LO ZOPPO…GLI INSEGNA A CAMMINARE


 LO ZOPPO INSEGNA LA STRADA AL CIECO, E IL CIECO FA DA BASTONE ALLO ZOPPO. (Proverbio popolare) NON BISOGNA GIUDICARE GLI UOMINI DALLE LORO AMICIZIE: GIUDA FREQUENTAVA PERSONE IRREPRENSIBILI...(Ernest Hemingway)  
 Ho chiesto ad una persona se mi “prestava” l'immagine identificativa del suo nick per il mio post.E’ un personaggio che piace a sua figlia e, come sempre,  i bambini con gli occhi svelti non si lasciano scappare nessun agile pipistrello animato…e certo non quelli servizievoli nell'alzare una piccola gambetta staccata dal corpo di una bellissima bambina zombie,  impegnata nel suo arabesque…ovviamente per aiutarla…  Ora, dopo tanti discorsi contagiosi quanto la lebbra sulla facile equazione “Se x 'frequenta' y, necessariamente x è come y”  sembrerebbe non esserci scampo.E, prego, attenzione! Perché se x non solo 'frequenta' y, ma utilizza anche le stesse espressioni verbali utilizzate da y, indifferente al fatto che anche la restante umanità di lingua italiana (e quindi anche coloro che stanno traendo questa geniale conclusione) le possa utilizzare abitualmente o saltuariamente per almeno lo stesso numero di volte, non sarà comunque più se stesso; ma considerabile come Y.Dunque, riassumendo, se vai con Y e parli la sua stessa lingua, caro X, non c’è nulla da aggiungere, tu sei senza il minimo dubbio Y o comunque poco ci manca; sei sicuramente il suo clone, oppure il suo mandante, l’affiliato, al limite il suo socio, ed infine sicuramente il suo gatto se lui è la volpe, o, va da sé, la sua volpe se sei tu ad essere il gatto.Così è deciso, l’udienza è tolta. Ecco! (si, come dicono i bambini).E fa(rebbe) sorridere questa sicurezza che accarezza l’incoscienza, tanto più che il piglio tutto d’un pezzo da giudice togato, proviene quasi sempre da chi si fa associare con ammirabile disinvoltura ai termini “libero”, “liberale”, “aperto”, “progressista”, “cerebrale” et cetera…Ma esiste un nuovo nome, che volendo si potrebbe adottare anche come nick: Ελευθερία.Significa Libertà, in greco. Quella di cui non si ha neppure una minuscola o confusa idea quando nel bel nome dell'apertura mentale si chiudono le labbra per evitare repliche, quando nascondendosi dietro l'intelletto, senza rimorsi si rivoltano le parole, i nomi propri, le identità altrui. Ottenendo tutt'altro fuorchè le loro parole, i loro nomi, e le loro persone. Conoscendo Lei, e in qualche modo diventando Lei, è invece altamente probabile che poi non commetteremo più errori matematici…Anche perché un'equazione è si un’uguaglianza tra due espressioni; ma queste due espressioni contengono le incognite. Allora, forse, meglio prima verificare che i valori ipotizzati e posti, se sostituti alle incognite corrispondenti, rendano davvero vera l’uguaglianza.Il punto è: fermandosi alle apparenze cosa ne ricavo? Se già è così difficile sostenere la presunzione di capire anche soltanto un’unica persona ed invece così tremendamente semplice il confondersi, come crediamo possibile, con tanta beata inconsapevolezza, comprendere un rapporto dall’esterno, talvolta neppure compreso da coloro che lo vivono?Chi guarda, con una visione solo parziale, senza sapere, ne' poter immaginare, gli scambi che avvengono tra le altre persone, come può trarre anche solo deboli conclusioni?Nessuno di noi si trova nelle condizioni di guardare, “vedendolo”, un rapporto che si instaura tra X e Y (qualsiasi tipo di rapporto, di qualsiasi natura e genere).Invariabilmente, non si riuscirà.  P.S. Risolvere un'equazione significa esplicitare l'insieme di tutte le soluzioni dell'equazione, oppure dimostrare che non ce ne sono.