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IL VENTO LOTTA AL BUIO COL TUO SOGNO


 La pornografia mostra e dichiara, scopre e manifesta. Conclude e anticipa. E' un gioco che nasce per finire. E' la celebrazione dell'appagamento. E' tutto ciò che nutre per poi essere espulso.Un inno alla sazietà e alla saturazione di un desiderio che vuole essere soddisfatto e soltanto cancellato con ansia crescente e frettolosa, per allentare la pulsione e per dimenticarsene.Così come ci si dimentica di essersi strappati gli abiti divenuti troppo pesanti per un clima improvvisamente più caldo sui nostri corpi infastiditi.Per dimenticarsene nello stesso modo in cui ci si dimentica e si preferisce dimenticare di esserci abbandonati a morsi famelici sui nostri ideali, ogni qualvolta ci siamo trovati in cellette di digiuno da ciò che eravamo e amavamo, soli, in cattività. La pornografia è un vento impellente che soffia al buio sul tuo sogno accantonandolo. Denudandolo solo per vestirlo di ridicolo.Ed è l'antitesi del desiderio. L'erotismo è  ermetico, vestito, e quando si spoglia è di per sé inappagante.Non vuole dare un sollievo né un chiarimento.E’ un processo di difficile interpretazione e non immediatamente codificabile.E’ un gioco tormentato che sfinisce i sensi e alimenta catene di pensieri.E' fatto della stessa sostanza di cui è creato il desiderio.Figlio di Povertà ed Espediente, mai povero né ricco.Potenzialmente tutto, e di fatto un’ eterna incompletezza: orgasmo incompiuto, evocazione volontariamente labirintica. L'erotismo è il gioco che nasce per perderci e sfinirci restando infinito.E' il vento impellente che soffia al buio per non spegnere il sogno.  
 Nella montagna nera il torrente delira a voce alta, tra precipizi nel tuo corpo sopito.Il vento lotta al buio col tuo sogno;il vento ti sradica e trascina e rade al suoloapre il tuo pensiero e lo disperde.Turbine i tuoi occhi, turbine il tuo ombelico,turbine e vuoto Il vento ti spreme.Come un ramo secco il vento ti sbalza. Nel tuo sogno entra il torrente, rotola per la gola di pietra nella notte annodata al tuo corpo di montagna sopita.Il torrente delira fra le tue cosce, soliloquio di pietre e d'acqua,sulle scogliere della tua fronte passa come un fiume d'uccelli.Il bosco reclina il capo come un toro ferito,il bosco s'inginocchia sotto l'ala del vento ogni volta più alto;il torrente delira ogni volta più fondo nel tuo corpo sopito, ogni volta più notte.  Da Temporale, di Octavio Paz.   L'autore dell'immagine è Davide De Palma - "Fiume in piena"