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ARCANI INVENTATI: IL LABIRINTO


  "Nato dall’essenza di Persefone, dalle sue lacrime e dai fili intrecciati di opportunità tranciate, dall' attesa della fede di Penelope, io sono la rete ctonia e ciclica. Colui che imprigiona per liberare. C’è stato un momento in cui, fin dal principio, venne costruita una muraglia.Quando la muraglia che circoscrive una prigione, però, si allarga sempre di più, fino ad estendersi verso il mondo, non esistono più l’interno e l’esterno di una trappola e noi stessi diventiamo la trappola che porta al suo interno il mondo. I figli del mondo vengono immolati tutti in questo territorio. Alcune persone, non tante, dopotutto, è come se si sapessero muovere sulla terra del mondo in una preciso e puntualissimo presente fatto della loro presenza in orario, in luce, precisamente a fuoco; mentre altre sono qui come immerse nel liquido amniotico dell'universo. Sono qui; ma per alcune cose sempre un po’ in anticipo rispetto all'altrove ed un po’ troppo in ritardo rispetto al mondo, mentre per altre decisamente in anticipo sul mondo e sempre un attimo troppo in ritardo per essere presenti quando si impone l'esigenza vitale di essere allineati con l'altrove.Ed allora è come se i piani del passato si sovrapponessero ad un presente-non più presente ma divenuto all'improvviso fuori dal presente, in un territorio senza luogo, anticipando, sì, il futuro, ma con passaggi asincroni e immagini scambiate...Io sono la casa della Luna quando è oscura, l’esilio di Persefone quando danza il ballo dell’Angoscia sulla musica del tempo e del controtempo, quando il fluire di una più o meno lunga successione di pensieri cade sui tempi deboli dei battiti del suo cuore, senza prolungarsi nel tempo forte, perché tutto al di fuori del Labirinto è in esso. Tutto esiste molte volte, infinite volte.Il mondo ama costruire luoghi che incarcerano il respiro delle idee, ingannando gli occhi con pareti trasparenti, e tutto questo i più ottusi lo chiamarono (ma lo chiamano ancora) vittoria della civiltà; ma Persefone, che è l’altro nome della Luna, sa che si è se stessi soltanto fuori da quel Labirinto che ti fa credere di non poter essere mai libero dall’abisso dell’inabissarsi e dal suo ritorno. E dal momento che ha scelto di essere altro(ve), in inestinguibile metamorfosi, è diventata libera dentro di me.Perché la libertà più autentica si trova proprio in quel sapere di essere altro da se stessi. Ma io sono anche il monumento all’oblio, perché è in tutto ciò che si vuole dimenticare che abitano e crescono i nostri incubi ed il percorso obbligato per modificare la coscienza per sempre è quello che s'inizia sfidando la molteplicità. Ed io sono l'archetipo della ricerca. Io sono... la casa della Vertigine." 
  L'immagine utilizzata nel post è L'Attesa, di Felice Casorati.   OVVIAMENTE, LA LAMA E' CUSTODITA QUI: http://blog.libero.it/Tirillio/13247102.html...NELLA BIBLIOTECA DI TIRILLIO, SEZIONE ARCANI...INVENTATI. PERCHE', RICORDIAMOCI, CHE TIRILLIO E', PRIMA DI OGNI COSA "LA BIBLIOTECA FANTASTICA DI LIBERO...E VIRGILIO...!"