ElettriKaMente

DIGRESSIONE NON PREVISTA


  Avevo da poco terminato di rispondere ai commenti e deciso di pubblicare il mio post quando sono andata a leggere l'ultima lirica pubblicata da woodenship, nel suo blog:http://gold.libero.it/rimanescenze/13481453.html In risposta ad un suo commento, avevo, tra l'altro, scritto che mi aveva fatto uno stregonesco piacere, leggerlo. Utilizzando proprio intenzionalmente quest'aggettivo che di solito richiama aspetti oscuri e tradizionalmente legati rituali funesta di magia; ma che io ho inteso nel suo significato più seducente, considerandolo come stranamente e profondamente accattivante.Leggendo successivamente il suo post, non ho potuto, ancora una volta, non pensare la medesima cosa.Come Le Fanu, nel suo gioco dilatato di specchi ritornanti cucito addosso per la sua Carmilla - Mircalla - Millarca, stretta in un’anagramma di vite senza apparente fine, la Romea di woodenship è uno stregonesco lavoro di ermeneutica.E non ho potuto/voluto scegliere di non seguire la sua forza ammaliante, senza parlarne.                      
 Similmente alla vampira del romanzo gotico, la sua Romea, mescolata d’Amore e perduta in se stessa, si giustifica, spiegandoci la sua alienazione.Cerca d’accontentare l’ideale di cui ha sete l’umano immaginario, regala iperboli e diventa strega, trasformando verbi in sostanza e sostantivi in coniugazioni…Abbozza graficamente e cancella segni e simboli, facendo, talvolta, vedere soltanto le assenze, vestite di rimandi.A segrete metamorfosi e sotterfugi letterari, ricorre, con riferimenti autorevoli di romanzate trasmutazioni e viaggi linguistici.Romanticamente si plasma ad ogni volto, per ogni goccia di desiderio scorto e carpisce tutto: Sguardi che sfuggono per gioco, da inseguire con i sogni di una mente che anticipa e predice il tocco caldo di un corpo; carezze sfiorate oltre i limiti di spazio e segreti.Carpisce, intimidite, le fuggevoli richieste, e distingue ogni timidezza dal più calcolato piacere di rimandi e di intimi accenni che lambiscono la vita, indovinata dai ricami incisi nel palmo di una mano.Carpisce furtivi azzardi accarezzati in dialoghi muti di occhi e sgusciati fra le dita.Carpisce i sussurri incontrati nell’alto di voci accerchianti, in un contorno di folla vicina e sbiadita, in un mondo a parte.Carpisce, infine, ogni affannosa urgenza di ricerca per cibarsi di un accenno e di un appiglio di reciprocità indifferibile.Così, si…lei è chiamata Amore. Anche se in silenzio, anche se dissimulata in empatie mimetizzate da smorfie, imbarazzi e turbamenti per corrispondenze d’innamorata complicità e in aspettative guardinghe, non dichiarate.E’ conosciuta come Amore ed aspetta, palesata e clandestina, trasparente o taciuta, di scorrere lungo le umane labbra per definire i contorni di ogni parola, lacrima o sorriso, e ricamare le trame-brame del suo intreccio.Ed infine, l'Amore fa anche quello…cambia identità alla sua androgina anima: e per i versi di chi ha congiunto amore e morte in un solo abbraccio di veleno sepolcrale, si spoglia e si riveste con le sembianze di chi ama.Facendo del suo maschile nome, Romeo, l’abito di una donna…