Dopo aver delineato in tante situazioni la lontananza tra la morale e l'etica forse, ora, è il caso di ricavare anche per l'estetica una piccola concessione da quest'ultima.Così parliamo di arte in termini di comandamenti. E, forse, potrebbero suonare così: DEcALoGo dell' ArTE1. Non avrai altri padroni all'infuori della tua anima e della tua ispirazione. Non sarai tu a servire la tua penna, la tua macchina fotografica o il tuo strumento. Non sono i mezzi a fare l'arte, è dell'artista e della sua mente il lavoro e tu non ti prostituirai di fronte ad essi.2. Non ti farai immagine dell'esistente; al contrario da quello che c'è creerai altri luoghi inesistenti che tu solo hai visto e vedi. 3. Non cercare il bello invano. Solo chi non sa vedere racconta il bello evidente. Non è artista chi vede la bellezza solo laddove è visibile e già accessibile a tutti. 4. Ricorda ti santificare le regole, di studiare e onorare il passato per potertene, poi, un giorno liberare e procedere oltre. 5. Uccidi il già visto. Sacrifica il mondo sotto gli occhi di tutti e guarda e vedi per poterne produrre un altro parallelo, introvabile e non riconducibile in nessun luogo: una realtà e una dimensione che, di fatto, non sono riscontrabili in questa. 6. Non commettere atti dilettanteschi: cerca l'essenziale per fare del piccolo il grande e del grande il piccolo. 7. Ruba, contaminati, assorbi da ogni dove; ma solo per prenderne le distanze stravolgendo e ricomponendo gli ingredienti a tua immagine e somiglianza. 8. Non imitare né il conosciuto né il visibile, ed abbi il coraggio di raccontare la verità attraverso l'invisibile. 9. Non desiderare la realizzazione di altri; ma caratterizzati affinché le tue opere possano non essere mai confuse con altri lavori o essere riconducibili ad altri autori. 10. Non avere timore di non essere accolto. Chi cerca consensi per essere accettato può incontrare solo la mediocrità, mentre l'arte non è un cammino accompagnato da certezze o da conforto.
E parafrasando le parole del teologo protestante K. P. Reinhold Niebuhr, chiudo con quella nota supplica, che inizia con: "GOD GRANT ME… la capacità di vedere quello che gli occhi non vedono,la forza per fare dell’invisibile espressione e la volontà per condividerlo. Dammi il coraggio di danzare con l'impossibile; ma anche l'umiltà per continuare a camminare sulla terra. Soprattutto, però, concedimi la saggezza, affinché possa comprendere quando è il caso di fare, di volta in volta, l'una piuttosto che l'altra cosa...” (Āmēn!)