ElettriKaMente

VIAGGIARE PER NON DIVENTARE CIECHI


 E' vero…Quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco. Perchè non osservi più nulla.
  Eppure, per quanto sia importante saper restare fedeli, imparando la perseveranza della continuità, e per quanto le radici siano amabili nella vita, tutti noi siamo strutturati per avere gambe, non radici. E le gambe sono fatte per andare altrove…Così, se viaggiare è un sinonimo d’infedeltà, saremo infedeli.Sarò infedele. Ed infedele senza rimorsi.Per un attimo, per una vita, per lo spazio di un lungo respiro o di uno sguardo sedotto da distrazioni, diversivi, paesaggi, cibi e amore, dimenticherò casa. E con essa i posti ed i volti conosciuti per altri sconosciuti. Perché io desidero partire.Desidero andare incontro al nuovo, anche se il nuovo non esiste, ed è solo indice di estrema stanchezza o fragilità di una mente che reclama che cosa le manca. Perchè, infatti, non c’è nulla che non sia nuovo. Ma desidero ugualmente partire.E non verso le Indie impossibili o verso le grandi isole a Sud di tutto, ma verso un luogo qualsiasi, villaggio o eremo, che possegga la virtù di non essere questo luogo. 
Non voglio soltanto più vedere per un giorno, un attimo o per lo spazio di un lungo respiro questi luoghi e questi giorni. Ed i miei occhi dai quali leggo il loro nome.Alcuni luoghi sono un enigma, altri invece sono una spiegazione. Ma un luogo non è, né sarà mai solo ‘quel’ luogo: quel luogo siamo un po’ anche noi.In qualche modo, infatti, senza saperlo, ce lo portavamo già dentro; anche se poi, solo un giorno, per caso, ci siamo arrivati.Io desidero partire…Eppure so che i veri viaggiatori partono per partire e basta: so che essi sono altro da me.Cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, essi dicono sempre “andiamo!”, e non sanno il perché; ma i loro desideri hanno le forme delle nuvole.Io no…io vorrei essere altrove sempre, là dove non sono, nel luogo dal quale sono adesso fuggita.Solo in quel tragitto, forse, solo tra il luogo che ho appena lasciato e quello dove sto andando, mi sento felicemente a casa. 
 Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita.(Jack Kerouac)