ElettriKaMente

UN BRIVIDO CHE L'ANIMA NON RIESCE A CAPIRE


  E poi l'estate svanisce e passa, ed arriva ottobre. Si fiuta l'umidità, si sente una chiarezza insospettabile, un brivido nervoso, una veloce esaltazione ... (THOMAS WOLFE)  
  E così, scrivo quelle riflessioni di mezza estate sulla giovinezza e la vecchiaia che erano rimaste ancora in valigia, ancora da mettere a posto e prese in prestito dalla scrittrice e poetessa Maya Angelou. Perché la giovinezza, in fondo, è un po' l'estate (e viceversa) ma anche l'autunno, a volersene accorgere, non è necessariamente da meno.Che l'autunno sia una stagione che amo e che settembre sia il mio mese preferito, lo sa bene chi mi conosce ed anche chi - un po' volontariamente o un po' per caso - mi legge, dal momento che ho ribadito il concetto un po' ovunque, spargendo in più post dichiarazioni multiformi a questo mese. Ma anche ottobre ha il suo perché.E se da un lato il suo tempo diventa sempre più simile ad un guizzo di colore su una malinconica partenza programmata, contemporaneamente ci concede anche un brivido che forse l'anima non sempre riesce a capire ma che ha tutto il sapore delle promesse.La maggior parte delle persone non cresce, la maggior parte invecchia.Trova parcheggi più grandi, onora le sue carte di credito, poi magari si sposa e mette al mondo un certo numero di figli ma si ritrova sempre più spesso con un "devo" che non vorrebbe sulle labbra.Occupa ogni battito dell'orologio con le cose "da fare" e le persone "da vedere", ma queste cose e queste persone sono sempre più cadenzate all'ombra dell'ultimo sole di un dovere.Qualche volta non se ne accorge se non a giornata, stagione o vita finita; altre volte, invece, se ne rende improvvisamente conto ma procede comunque, continuando ad avanzare passi obbligati, intenti a confezionare esistenze cerimoniosamente digerite, chiamando questo cammino "approdo alla maturità".Io, in tutto questo non trovo, però, nulla di assennato e ogni stanco perseguire processioni obbligatoriamente incanalate lo chiamo solamente diventare vecchi.La mia missione nella vita non è semplicemente sopravvivere, ma costruire un percorso libero - per quanto mi è possibile - con mosaici di passione e compassione, umorismo e inventiva. Perchè l'unico successo che voglio io, è quello che si raggiunge quando hai trovato una tregua con te stesso, ti piace quello che fai, ti piace come lo fai e non derubi di tempo (ma ancor più, di sostanza) la tua anima. Anche perché dentro di lei ci sono tutti i tuoi averi: le cose e le persone che si amano.Quello che voglio, in sintesi, è la parola più bella del mondo: 
 Che è un'eccitazione ispirata, un'energia vitale ed una fonte creativa che pungola le idee MAsopra ogni altra cosa... significa avere la divinità dentro di noi. Che desiderare, dunque, di più?