ElettriKaMente

MESCOLANZA D'INTENTI


 In passato, e poi anche più recentemente, mi è capitato di dare il mio parere sulla letteratura erotica e la poesia in particolare, ed ho sempre detto che raramente questo genere mi ha saputo prendere o quanto meno convincere, anche quando o se d'autore.I risultati, almeno su di me - da Verlaine ad Anaïs Nin - nonostante i precisi intenti di affabulare irretendo sensi e spirito, sono quasi sempre stati un climax di perplessità annoiata. Ai troppo apertamente dichiarati passaggi d'amplesso, rispondono le mie percezioni con compatimenti dubbiosi, ai tentativi di edulcorazione metaforica risponde il mio sistema limbico.E così, alle metafore edulcorate e fatte di cerimoniosi ammiccamenti preferisco, ancora una volta, le perifrasi sinestetiche e ad un orgasmo dichiarato di certo un chiasmo.Ma se erotismo in lettere dev’essere, prenderò le parole di quattro autori, mescolandole. E confondendole, lasceró liberamente a loro la possibilità di unirsi e slegarsi, fondersi e trasfondersi. Questo - per me - è erotico, perché mai coltre fu più calda e lontana e mai fu più feroce il piacere dentro la carne di quando le parole, senza dire, fanno.   
  Voglio un amore doloroso, lento,che lento sia senza tregua in un tormento, che occulte siano le nostre anime assorte e che pianga in un silenzio intento.  Voglio…voglio…voglio… giacendo su quell’ombra, un desiderio urlato e come in fondo ad un sepolcro trovare l’Infinito.  Taci, ora, e bevimi, che possa esser io entro la tua coppa come un mistero, quello del vino, calmo e in estasi.  Rovesciami, su, oltraggiami, in alto come rami che muove uno stesso vento, in basso come rosse radici che si toccano, in estasi di vini di me e di te mescolati…   E poi inginocchiati: Amare è un combattimento di lampi e di due corpi da un solo miele sconfitti.  Forse, luccicando immoti, assai tardi i nostri sogni si unirono, nell’alto o nel profondo, tra il fuoco e l’acqua.  Forse il tuo sogno si separò dal mio e per il mare oscuro mi cercava come prima, quando senza scorgerti, navigai al tuo fianco: I tuoi occhi cercavano, ed in me la notte entrava.  Quale antica notte tocca l’uomo con i suoi sensi? Dormi sui miei dolori, se i miei dolori non ti bruciano; legati alle mie ali, che forse le mie ali ti porteranno, e, svegliandomi d’improvviso, raddrizza tu i miei desideri, che forse compiangi la loro lotta.   Ho dormito con te, tutta la notte, mentre l’oscura terra girava per i sottili cammini del sangue fino ad essere - e non essere – che un lampo nell’ombra.