ElettriKaMente

Una di quelle sere


  
  ..Cosí, anche quella, era stata una delle tante sere in cui, indipendentemente dalle indicazioni segnalate dal calendario, ho sentito il mese di settembre scorrermi nel sangue.Perchè, per me, Settembre torna ogni volta in cui la vista è rischiarata e percepisco senza possibilità di errore che la magia esiste ancora, mentre spazio libera ed assorta dentro un tempo senza il tempo.E mentre passeggio tra i ricordi del tutto orfana di filtri, in benedetta ed omogenea continuità, posso toccare anche la giovinezza "meravigliosamente giovane" - quella, per intenderci,  dei primi baci e delle prime letture dei poeti maledetti - per poi, ad un tratto, ritrovarmi iscritta in quarta ginnasio e immediatamente al liceo senza nessuna segnaletica da seguire. Ed é in una sera come quelle che mi posso vedere a 16 anni, quasi 17, seduta sul letto ad attendere il mio compleanno, una telefonata, un'interrogazione di arte.Mi vedo e sono davvero lì, perché dopotutto quella ragazzina sono ancora io.Guardandola, però, calcolo che sono passati...quanti? Più di una ventina d'anni.E se li conto so ancora piú precisamente che ne sono trascorsi 28 da allora, da quella mia giovinezza  meravigliosamente adolescente e, ad un tratto, penso che una decade, in fondo, trascorre in una notte e che "vent'anni fa" sono pochi ed anche trenta lo sono, ma non solo...Forse anche quando saranno 40 e poi 50 anni fa, non sembreranno mai tanti.Essere ragazze divenute donne, talvolta, ci fa realmente sentire tanto più vecchie e in alcuni casi più sagge della celtica Cailleach, eppure in altri momenti e sotto differenti luci, ci fa guardare dentro ad uno specchio con stupore, convincendoci di trovarci forse sulla Luna, perché il Tempo realmente ci ha graziato, facendoci restare proprio com'eravamo, pur non chiedendoci - almeno esplicitamente - l'anima in cambio.Ma altre volte ancora, accade che si faccia impercettibilmente intuire, nella stanchezza o nel dolore dentro gli occhi, il futuro di una vecchiaia che sarà, ed allora si profila netta e fredda la paura che l'incantesimo possa infrangersi.E nonostante non si creda alle regole di coloro che pensano sia indiscutibilmente obbligatorio invecchiare, e non si voglia affatto dare un credito allo scorrere di Messere Tempo, ugualmente si teme che alla fine del giorno possa vincere l'incredulitá sulla fiducia spropositata e che, con essa, possano trionfare anche le convinzioni rassegnate di chi crede soltanto a quel che vede o può contare con le dita. E forse lo si teme perchè, in buona sostanza, si ha una sola livida paura:quella che la magia smetta di esistere.Perchè intimamente si é consapevoli che se questo mai accadesse nulla potrebbe avere piú un senso, dacché tutte le cose, anche le più concrete, solide ed apparentemente lontanissime dall'utopistico immateriale, sono comunque sottomesse ad essa. Ed intimamente si sa che è solo credendoci che si può restare giovani per sempre.Perché, semplicemente, tutto è asservito alla magia.E prima di ogni altra cosa l'incantesimo più grande ed il più antico. Quello che per tutto segnò un inizio ed una fine, che da tutti noi viene protratto, e che tanto tempo fa, dal soffio di un respiro, venne chiamato Vita.