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EPATER LES BOURGEOIS N°4


 
 In origine il concetto di “politicamente corretto” nacque da radici essenzialmente liberali al fine di promuovere un utilizzo consono del linguaggio che potesse elidere assetti mentali prettamente ottusi ed intolleranti e dissuadere da atteggiamenti improntati sul sessismo, il razzismo, l'omofobia e la discriminazione in genere. A tal proposito, quindi, furono impostati regolamenti verbali che sottoponessero a specifiche sanzioni tutti i trasgressori.Questo era l'inizio.Il problema, difatti, nasce dopo.E cioè nel momento in cui l'ideologia, scordandosi di essere nata per scardinare l'oscurantismo e finalizzare l'apertura, cominciò a diventare la parodia di se stessa.Così, oggi, il buon vecchio politically correct (o, forse, per non offendere nessuno dovrei dire "non più giovane" o, ancora "differentemente giovane"?) degrada il suo significato essenziale, e lo fa trasformando un metodo che doveva essere aperto in un dogma censurante, sottraendo ai dogmatici proprio quegli stessi assetti mentali ed atteggiamenti inflessibili che voleva scardinare. Il nostro "politicamente corretto" diventa, quindi, improvvisamente - ma nemmeno troppo inaspettatamente - scorretto. Ormai rivestito di quel dogmatismo bigotto che intendeva contrastare, non perde qualsivoglia occasione utile a dimostrarsi non solo banalmente ipocrita, ma anche inutilmente castrante, arrivando a toccare vertici di assurdità clinica.NON E' CERTO CENSURANDO UNA PAROLA CHE CAMBIAMO IL PENSIERO OFFENSIVO, LA DISCRIMINAZIONE O I CAMPI VISIVI DI UNA PERSONA:CHI E' OFFENSIVO, OTTUSO E DISCRIMINANTEPUO' ESSERLO- ANCHE E PERSINO MEGLIO -CON INSOSPETTABILI LEMMI.PERCHE'  LE COSE PIU' ORRIBILI SI POSSONO TRANQUILLAMENTE PENSARE E PRONUNCIARE  AGGIRANDO TUTTI I VOCABILI INCRIMINATI.ESISTONO TANTI SINONIMI PER OGNI TERMINEE NON E' CERTO UCCIDENDO UNA PAROLACHE SI ESTIRPA IL CANCRO. Il politicamente corretto, se fatto in questo modo, è solo ipocritamente inutile. 
 "Il vero progresso non si trova nel politicamente corretto;ma nel moralmente profondo."Andrés Neuman