Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

 

« SCIA DI UNA STELLAAMARE E ODIARE L'ESTATE »

LO SCIENZIATO E LO SCRITTORE

 

Tempo d'estate e di finestre spalancate sulle notti

che si sperano stellate.

Ma ogni tanto, mentre si è distratti,

la domanda ritorna

a bussare.

E dal momento che io amo le notti,

(e quando poi sono tiepide, luminose e con un po' di vento,

siamo proprio al colpo di fulmine che taglia il respiro...)

mi piace ascoltare tutte le storie che abbiano la voglia di raccontarci.

 

Dunque, questa notte di neonata estate

lunga,

tiepida

e con un sussurro di vento,

 è proprio magnifica per ascoltare...

 

 

 

 

“PERCHE' IL CIELO E' BUIO DI NOTTE?” 

 

 

"Mi piace la notte ascoltare le stelle… sono come cinquecento milioni di sonagli." 

(Antoine de Saint Exupery)

 

Non é solo una questione da bambini, anche se forse sono solo i bambini a chiederlo.

Sulla domanda, infatti, s'interrogarono moltissimi uomini ma un giorno, nel diciannovesimo secolo, uno ci pensò forse un pochino più degli altri: fu l'astronomo tedesco Heinrich Wilhelm Olbers, ed è grazie a lui se oggi il nostro quesito iniziale ha potuto ricevere anche un suo bel nome -  il "Dark Night Sky paradox" - sebbene, poi, venga da tutti semplicemente ricordato come il "Paradosso di Olbers".

E' senza dubbio evidente che la risposta più immediata alla domanda é quella ovvia che, dopo appena qualche lezione di scienze, potrebbe darci anche un bambino. Vale a dire che, se la nostra irrequieta Gaia ruota instancabilmente su se stessa, una sua parte si rabbuia proprio nel momento in cui il Sole ne sta illuminando l’altra metà.

Allo stesso modo, però, quello stesso bambino ancora oggi può obiettare che se è pur vero che in mancanza del Sole ci sono le stelle nel cielo a portarci luce, ed altrettanto vero che dal momento iniziale in cui è una sottile falce perlacea fino al lucente culmine del plenilunio, c'è lei, la nostra regina - satellite, a rischiarare brillantemente la notte fonda, tuttavia questi sonagli luminosi e questa Signora d'argento non sono sufficienti a dissipare il buio. Il cielo resta ugualmente scuro e l'atmosfera che si vive è di tutt'altra gloria rispetto a quella del giorno.

In realtà, fino all'epoca di Olbers, nella prima metà dell’Ottocento, quando si riteneva che l'universo fosse isotopo – osservato su larga scala appariva omogeneo – ed immutabile oltre che d'infinita estensione, la domanda aveva davvero una sua legittima pertinenza.

Con tali premesse, infatti, ci si dovrebbe giustamente aspettare un cielo notturno  luminoso come durante il giorno, e questo perchè appellandosi a quell'infinito numero di stelle impegnate a riempire di luce in modo ordinato tutta la volta celeste, nel cielo non dovrebbe esistere alcun punto privato della sua luminosa e tremante porzione stellare.

E per quanto si consideri anche l’attenuante della distanza - la luce delle stelle,  benché fulminea, non è infinita e ci mette comunque il suo bel tempo ad arrivare - ci sarebbe ancora da chiedersi come potrebbe, tale luce stellare, non pervenire puntualmente in un universo comunque infinito.

Da qui il paradosso; ma la soluzione (a seconda di come si voglia considerare la cosa…) si manifesta proprio nel fatto che le premesse che lo sostengono -  di un universo statico, omogeneo ed infinito - di fatto, vanno riviste.

Collocando, infatti, una data d’inizio dell’universo - all'incirca 14 miliardi di anni fa, giusto per farcene un’immagine - e considerandolo tutt’altro che statico ed immutabile, ma in una continua e fervida espansione, le cose cambiano. In questo modo, infatti, se anche la velocità della luce diventa limitata (vale a dire non infinita), nel cielo notturno non si potrà mai osservare altra sorgente all'infuori di quelle provviste di una radiazione tale da poter giungere fino ai nostri occhi. Inoltre non dimentichiamo che poi c'è anche l'elemento umano di cui dobbiamo tener conto: anche l'occhio, difatti, è soggetto ai suoi bravi limiti e non è stato programmato per percepire indifferentemente tutte le lunghezze d'onda. Così, alle frequenze più piccole, quando i fotoni ricadono nella banda dell'infrarosso, i nostri occhi non sono più in alcun modo in grado di vederli.

Fin qui la scienza ha fatto il suo dovere, e ci ha spiegato – a noi e ai bambini che se lo chiedevano – perché tutto quel fibrillare di luci proveniente dalle galassie lontane lontane non sia osservabile con i nostri occhi, pur avendo avuto tutto il tempo necessario per giungere a noi; ma la cosa più sorprendente è un’altra, perché non riguarda la scienza.

Il motivo per cui il cielo notturno è oscurato, in realtà, non sono neppure in molti a saperlo; eppure lo aveva già ipotizzato e spiegato un artista, in un suo scritto del 1848.

Era il visionario Edgard Allan Poe, lo scrittore maledetto dell’Ottocento, colui che fu iniziatore del racconto poliziesco, della letteratura dell'orrore e del giallo psicologico e proprio lui, con il suo Eureka, ha nascosto all’interno della sua opera letteraria una teoria di divulgazione scientifica, dettando le leggi di confine tra la fisica e la metafisica.

E così accadde che non fu uno scienziato ma l'autore del Manoscritto trovato in una bottiglia, che dei Racconti del grottesco e dell’arabesco fece la sua vita, in uno stato depressivo spirituale - invano soggiacente alla malinconia e sempre miserabile, in cerca di consolazione - proprio lui che chiedeva “Consolatemi Voi che lo potete e abbiate di me pietà perché io soffro in questa depressione di spirito che se prolungata, mi rovinerà” ad aver intuito tutto ciò che l’astronomo Edwin Hubble avrebbe poi dimostrato soltanto nel Novecento.

 

In effetti forse ci vuole un'anima visionaria e flessibile, un po' disperata ed un po' bambina per sciogliere un paradosso.

Ed in effetti non sono neppure mai solo una questione da bambini, tutte quelle domande che - probabilmente - tutti elaborano ma hanno il coraggio di porre soltanto i bambini. 

 

 

 

 

"So poco della notte ma la notte sembra sapere di me,

ed in più, mi cura come se mi amasse,

mi copre la coscienza con le sue stelle."

(Alejandra Pizarnik)

 


 

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Commenti al Post:
korov_ev
korov_ev il 29/06/19 alle 19:39 via WEB
E così l'universo non è omogeneo e nemmeno statico. E pensa un po' streghetta, da studi più recenti pare che non sia nemmeno così vuoto come si sembrava :-)
Ci sono "cantastorie" la cui curiosità precorre i tempi e ci regala fotografie che svelano in anticipo i misteri dell'universo che ci circonda.
Poe era affascinato dal mistero, Verne dalla scienza, Bradbury dalla psiche sociale... e la loro visione fantastica è stata spesso premonitrice di ciò che sarebbe stato il futuro.
Ora, però, spiegami una cosa: ma perché di notte è buio? :-)))
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 13/07/19 alle 20:08 via WEB
Alla luce - e alla notte - dei fatti...io ti risponderei allora "meglio continuare a domandarselo..." ;-) P.S. E scusa per il ritardo con cui pubblico e rispondo al tuo e a gli altri commenti...
 
woodenship
woodenship il 02/07/19 alle 01:22 via WEB
Eh si, credo che non ci si può che inchinare al maestro che, in un altro racconto, aveva persino provato a sconfiggere la morte, attraverso la messmerizzazione di un moribondo.Ma è proprio in tutto ciò che ci sta il paradosso dell'esistenza:in quelle stelle dalla luce così lenta nell'arrivarci, allo stesso tempo tanto simili a noi, al nostro ardere febbricitanti,prima che si finisca per diramarci gelidi,ma così tanto gelidi, da instillare autolesionisticamente, il timore del buio.Quando poi,davvero,il buio non esiste:è un nostro limite.Un limite che non vale per Poe, ovvero per il suo personaggio Dupin:non esiste il buio,quando la mente è lucida come uno spettro che misuri la frequenza dei raggi che animano lo spettacolo del firmamento.E senza quegli intervalli che ci fanno sperdere nella tenebra cerebrale. Ma forse lui l'aveva intuito perchè lui conosceva assai bene le tenebre:ci viveva tutti i giorni disperato nelle tenebre...alle volte la consapevolezza non è che un artiglio che strazia la gola........Un bacio scintillante di stelle........W......
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 13/07/19 alle 20:16 via WEB
Eh sì, talvolta sì, wood, la nostra ancora però è che quella stessa arma che sa straziarci la gola se usata in modo inverso ci può accendere una luce completa e chiudere tutti i cerchi rimasti incompiuti...Mi Grazie di avermi fatto ricordare Rivelazione mesmerica, accenderò una candela ed andrò a rileggerlo ;-)
 
ravenback0
ravenback0 il 10/07/19 alle 20:25 via WEB
Ma lo sai che questa cosa non la sapevo? :) però sono curioso come un bambino e quindi non me la perdo. Brava Ele bella storia per le notti d'estate ormai peccato però che siano afose e bollenti :( Un bacio bella!
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 13/07/19 alle 20:17 via WEB
Davvero raven...ma se guardi la data nel periodo in cui facevo riferimento alle notti di cui innamorarsi era tutt'altro clima...,-p
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ARGYRIA il 10/07/19 alle 20:28 via WEB
Anche io me lo chiedo...ihihihi... non sapevo e certo non immaginavo che c'entrasse pure Edgard nella storia...azzzz quante ne sai :-)
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 13/07/19 alle 20:19 via WEB
Quante non so e mi stupisco di scoprire, l'ho scoperta da pochissimo anche io...Ciao Argyria a presto!
 
legrillonnoirdestael
legrillonnoirdestael il 13/07/19 alle 19:25 via WEB
Del cosiddetto paradosso di Olbers ne avevo sentito parlare perchè come tutti i curiosi anche io mi sono posto, da bambino prima e poi da adulto, per approfondire, la stessa domanda di tutti gli uomini; ma l'associazione con lo stimato Poe mi era proprio sfuggita. Meno male che ci sei tu, cara Lampadina libera ed Elettrika a scovare queste associazioni tra il fisico e il metafisico. Un inchino, mademoiselle.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 13/07/19 alle 20:20 via WEB
A basso consumo ma se la curiosità alimenta...;-p Un inchino, Monsieur.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
arwen71 il 13/07/19 alle 19:27 via WEB
E ci vuole un'anima visionaria e flessibile, un po' disperata ed un po' bambina anche per riproporre la storia :)) Bella Ele! Bacini. Moni.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 13/07/19 alle 20:21 via WEB
;-)!
 
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