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Lontano dagli occhi, ancora più vicino al cuore

Post n°370 pubblicato il 03 Novembre 2024 da ElettrikaPsike

 


Lontano dagli occhi equivale a lontano dal cuore?


Se ne parla da tanto, se non da sempre, e sembra restare un interrogativo senza risposta, come infiniti altri. Ma senza avere alcuna pretesa di parlare con la bocca e la mente (o il cuore) di altri, personalmente direi che è proprio l'esatto contrario.

E senza nemmeno dover scomodare Saint-Exupéry, il fatto che l'essenziale sia invisibile agli occhi lo hanno già dimostrato tanto la filosofia, quanto la spiritualità mistica, per non parlare della letteratura.

Se ci appelliamo a Platone, il mondo sensibile - che, banalmente, percepiamo con i nostri sensi - è solo una copia imperfetta di quello iperuranico, ideale ed immutabile, dove risiedono le forme pure delle cose (e delle quali la manifestazione nel mondo materiale è solo un semplice riflesso). Ed allora, se - o, in alcuni casi forse si dovrebbe dire "quando" - l'essenziale è la vera natura di una relazione, non solo può continuare ad esistere; ma addirittura crescere nell'assenza fisica (e propriamente in virtù di essa) dal momento che la percezione sensibile può distorcere, invece di aiutare, le nostre emozioni.

Applicando il principio platonico al contesto delle relazioni umane, possiamo dire che quando una persona è lontana dai nostri occhi, letteralmente ci obbliga a confrontarci con l'essenza del legame; la sua assenza fisica funziona come uno stimolo che ci riporta ad un livello fondamentale della relazione, dove il sentire e il legame risiedono nella loro forma più pura, non influenzati dalle sembianze fisiche o dalle contingenze quotidiane.

Con la lontananza il sentimento si va a sublimare in una forma più astratta, spostandosi da un piano di concretezza - con tutti i suoi limiti - ad uno di perfetta idealità, dove l'essenza dell'altro si manifesta in modo ancora più forte proprio nella sua assenza, non vincolata ai limiti della percezione. Nell'amore mistico - al contempo sensuale e spirituale - sperimentato dai santi nella stessa transverberazione, il sentimento è talmente intenso da trascendere la realtà fisica, ed è proprio questo a permettere che venga vissuto come un'estasi.

In tal senso, la lontananza fisica dal divino non fa che rafforzare la connessione interiore e il desiderio di unione, trasformando l'assenza in una presenza costante nel cuore e dentro l'anima (ma, paradossalmente, anche nel corpo).

Nell'amore romantico, poi, la lontananza è uno degli elementi essenziali e imprescindibili per alimentare il desiderio, dal momento che sono proprio il distante e l'inaccessibile a suscitare una volontà ancora maggiore, nutrendo il processo di idealizzazione. Ed è l'assenza - non già la vicinanza rassicurante, ripetitiva e costante - a far nascere l'aspirazione all'assoluto che si accresce nella continua tensione verso l'altro. La lontananza, dunque, non solo non indebolisce l'amore, ma lo intensifica.

Nel contesto del Dolce Stil Novo, poi, l'amore viene concepito come una forza che eleva l'anima e che pone l'amante ad un livello spirituale superiore, ed il sentimento che ne emerge - così idealizzato e sublimato in virtù del suo esistere al di là del contatto fisico - trasfigura l'amato.

Ma, al di là di tutto, e volendo riporre per un attimo filosofia, letteratura o misticismo, lo spiegava già - e con poche frasi popolari - anche una vecchia canzone di Modugno, che la lontananza è come il vento. Spegne i fuochi piccoli ma accende quelli grandi e se è vero che fa dimenticare chi non s'ama, in altri casi, anche a dispetto del tempo, resta un incendio che brucia l'anima…

 

 

 

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Commenti al Post:
cassetta2
cassetta2 il 03/11/24 alle 21:30 via WEB
Tutto è determinato da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. Vale per l’insetto come per gli astri. Esseri umani, vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio invisibile.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/12/24 alle 20:19 via WEB
Sì, ma se riusciamo a sentirla è perché risuona con quella che abbiamo già dentro tutti (topi compresi, evidentemente...;-)) Bel commento, Cassetta!
 
ARCAN020
ARCAN020 il 03/11/24 alle 22:00 via WEB
The loversMagritte: adoro poterti baciare mentre sono poco più che nuvola:DD
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/12/24 alle 20:20 via WEB
Vero? Lo penso anche io. Ciao ARCANO ;-)
 
misteropagano
misteropagano il 03/11/24 alle 23:02 via WEB
:::tu trovi anche senza esserci - lo ripeto qui dopo essermi accorta che di amanti si parla dopo la passione del 30, dell'uno e del due di novembre. Sembra tu lo sappia. Felice di leggerti transverberare, colpirci così intensamente.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/12/24 alle 20:25 via WEB
Anche tu trovi anche senza esserci, amica mia! è corrispondenza d'amorosi neuroni e di un'elettrica follia condivisa (quella del 22mo arcano, che è molto più abile a chiudere i cerchi di tutte le razionalità). Sono in Olimpo!
 
rteo1
rteo1 il 04/11/24 alle 15:57 via WEB
Complimenti,anzitutto, per il ruolo assolto di "stimolatrice dei neuroni". In una fase come questa in cui si sta diventando tutti dei "dormienti" (per dirlo con Eraclito) è encomiabile farsi carico di mantenere in vita il pensiero. Ciò doverosamente premesso, in ordine al tema, penso (proprio mentre scrivo) che "tutti gli uomini siano uguali" ma "tutti siano singolarmente diversi". Perciò, alcuni avranno necessariamente bisogno dei sensi per manifestare le proprie emozioni, pertanto la "lontananza" spegnerà sia i fuochi piccoli che quelli grandi. Altri uomini, invece, saranno sempre "correlati" (come le particelle quantiche), per cui nessuna distanza (lontananza) spegnerà il fuoco. Luciano De Crescenzo (mi fa sempre piacere ricordarlo) distingueva gli uomini di "libertà" da quelli dell'amore". In questo caso potremmo distinguerli in "materialisti" e "spiritualisti". Per loro libera scelta? Questo non lo so. Forse sono "costretti" dal proprio destino, come Giuda, che forse non avrebbe voluto "tradire" ma fu "costretto" a farlo affinché "tutto fosse compiuto".
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/12/24 alle 20:28 via WEB
Direi che meglio di così non poteva essere completato ciò che intendevo dire. Grazie rteo. E naturalmente devo dirti anche un altro grazie perché "stimolare neuroni" è impossibile senza controparti disposte a recepire e con una volontà di interagire. Tu lo fai e ti spendi a condividere sempre. Grazie davvero.
 
woodenship
woodenship il 05/11/24 alle 01:13 via WEB
Straordinario come riesci a fare un giro d'orizzonte così vasto sul romanticismo, per infine approdare alla buonanima del nostro mai rimpianto abbastanza Mimmo. Mi piace assai e ho letto e riletto il tutto. Ogni volta avendone una piacevole sensazione: il romanticismo è un sentimento alquanto affascinante. Esso è in grado di superare le distanze ed obliare le presenze opprimenti date dalla quotidianità asfissiante. Anzi, più è lontano l'oggetto del desiderio, più di sospiri e passione si arde come stelle nelle notti insonni...ma qua mi fermo: il tuo post è esaustivo. Potrei soltanto seguitare a ripetere motivi...un bacio scintillante di stelle...w...
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/12/24 alle 20:35 via WEB
Grazie wooden...il nostro assai vivo e vegeto, seppur "compianto" - solo come produttore attivo di post su Libero - Korov_ev, in altre circostanze, con la sua brillante ironia e solita acutezza, aveva espresso questo mio giro immenso di parole e concetti in accezioni forse più "psichiatriche" ma a pare mio, comunque, altrettanto lusinghiere ;-) Grazie, sei sempre gentile e carino.
 
legrillonnoirdestael
legrillonnoirdestael il 05/11/24 alle 21:21 via WEB
Non posso che sottoscrivere Ele, benché ci sia una domanda da porre a questo punto. Se tale amore - quello idealizzato - non sia allo stesso tempo una porta per la vera conoscenza e una porta per la fantasticheria. Idealizzazione si, ma in che accezione? Di essenza pura o di astrazione mentale, fatta dal singolo per ricostruire un'immagine inesistente? Ed in quel caso, chi o cosa si starebbe amando...
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/12/24 alle 21:00 via WEB
Niccolò la tua domanda è proprio utile. Perfetta. La distanza non dà mai una "visione reale" (ma, mi domando, l’abbiamo mai davvero, anche nella prossimità?). Eppure, la distanza ci permette di mantenere anche vivo un legame che non si basa (o non si può totalmente basare) su ciò che è tangibile o immediato. È un amore che si alimenta di memoria, intuizione e, sì, anche di proiezione. Ma quando non lo è? Quando parlo di trasfigurazione dell’amato in assenza, non mi riferisco semplicemente alla creazione di un’immagine arbitraria o fantastica di lui, ma a un processo inevitabile, in cui l’amore si alimenta di ciò che già conosciamo dell’altro e lo rielabora alla luce della distanza. Io semplicemente credo che, anche nell’idealizzazione, restiamo legati a qualcosa di autentico: non amiamo un’invenzione, ma l’eco dell’altro che continua a risuonare in noi. E se questa eco può talvolta essere distorta, non significa che sia falsa. Forse l’assenza amplifica il sogno, ma non lo slega dalla sua origine.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ARGYRIA il 05/11/24 alle 21:22 via WEB
Io che sono più fisica e materialistica se vuoi, ti posso dare ragione nella teoria ma non credo che tutti sarebbero in grado a percepirlo quel tipo di amore.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/12/24 alle 20:36 via WEB
E credo che rteo, in tal senso, abbia fornito una risposta perfetta...;-)
 
korov_ev
korov_ev il 06/11/24 alle 15:57 via WEB
Mmh, al netto di Platone e Modugno, io non sono poi così sicuro che la lontananza ci dia la reale visione dell'altro, e non ne sono sicuro proprio in virtù delle tue stesse elucubrazioni, streghetta.
Prova un attimo a rileggere quello che hai scritto:

"Con la lontananza il sentimento si va a sublimare in una forma più astratta ... nutrendo il processo di idealizzazione ... ed il sentimento che ne emerge - così idealizzato e sublimato in virtù del suo esistere al di là del contatto fisico - trasfigura l'amato."

In sostanza ciò di cui ci si innamora nell'assenza non è l'amato, ma l'idea che noi abbiamo di lui.
"Ma più bello che averti è quando ti disegno", cantava Vecchioni in tema di amor cortese, e il punto del discorsi sta tutto in quel "ti disegno", in quanto sono io, che disegno l'altro. E se è vero che questo accade già nelle relazioni che si nutrono anche di presenza senza poi riuscire a conoscere l'altro, figuriamoci dove porterebbe l'idealizzazione in un rapporto nel quale la presenza diventa un optional. In pratica ci innamoreremmo di qualcosa che è unicamente nella nostra testa: sembra tanto l'equivalente di un amico immaginario.
Comunque è bello vedere che, malgrado il tempo che passa, tu e la sintesi continuiate a viaggiate su binari paralleli. Una mia vecchia fiamma, invece... lei sì che aveva il dono della comunicazione immadiata. Per me lei era come il Sole e la Luna e l'aria che respiravo e... e un giorno mi disse: "Amore, tu non c'eri, cosa potevo fare? Però non preoccuparti, con l'altro è stato solo sesso, sesso, mutanda, randello e sesso! A te, invece, io... ti amo! "
Che culo che c'ho! (pensai) nell'essere parte di una relazione tanto iperuranica, e guardandola dail fondo dei miei occhi innamorati le mormorai: Zoccola.
Ndr. Da non fraintendere: trattasi di un antico patronimico persiano che sta per "figlia di Zocco", grande filosofo pre-socratico dal quale Platone stesso prese la mossa. Bisous, petite sorcière :-)
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/12/24 alle 20:53 via WEB
Sempre bello vedere che ogni tanto torni e mi puntualizzi, amico mio! ;-) Stavo giusto citandoti in una risposta a wood, poche righe fa. Che bello! Ci manchi, Korov, dico sul serio. Allora vediamo, invoco il dono della sintesi ma io non sono brava come la figlia del "grande filosofo" ;-P L’idealizzazione, di per sé, è ambivalente. Può essere il tentativo di cogliere l’essenza pura dell’altro, uno slancio che trascende i limiti materiali per vedere nell’amato non ciò che è ma ciò che potrebbe essere oppure può ridursi ad una costruzione mentale, un mosaico di desideri e proiezioni che noi, artigiani dell’immaginario, componiamo secondo i nostri schemi. O, anche solo un disegno narcisistico. Non ha sempre la stessa accezione (ma quanto l'amo, quella canzone di Vecchioni?) e il punto è proprio quello del "ti disegno". Il disegno dell'oggetto non è mai l’oggetto, ma neppure è privo di legame con esso. È un modo in cui ci rapportiamo alla distanza, al vuoto, all’inaccessibile. Disegnare l’altro non significa necessariamente inventarlo, ma interpretarlo attraverso ciò che di reale ci ha lasciato, attraverso i frammenti di presenza che ancora vibrano in noi.
 
   
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/12/24 alle 21:02 via WEB
P.S. E c'è una integrazione a questa mia risposta, anche in quella che ho dato a legrillon. A presto Korov! Ti aspettiamo...
 
arwen971
arwen971 il 08/12/24 alle 20:02 via WEB
Come sempre trovo romantico e bello ciò che scrivi (e lo preciso ROMANTICO e NON SENTIMENTALE! perchè non vorrei mai...so quanto ci tieni :)) Un bacio, Moni.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/12/24 alle 21:03 via WEB
Grazie mille Monica, anche per l'apprezzata precisazione! Un abbraccio.
 
ravenback0
ravenback0 il 08/12/24 alle 20:04 via WEB
No, no non equivalgono. E potrei stare a raccontarti anche io tanti perché ma poi leggo il tuo post e dico va bene così che forse non c'è molto altro da aggiungere.
 
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/12/24 alle 21:03 via WEB
;-) Grazie raven. Come sempre.
 
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