ElettriKaMente
Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)
I MIEI LINK PREFERITI
AVVISO AI NAVIGANTI...
Tutti i passanti sono gentilmente invitati a lasciare fuori da questo blog:
incontinenze di ogni genere e tipo,
pratiche onanistiche finalizzate alla pubblicazione
e manie persecutorie-vittimistiche,
grazie.
Anche se il blog é moderato, ogni intervento pervenuto viene pubblicato.
Qualora il vostro non risulti, invece, visibile tra gli altri è semplicemente perché, presentando tracce delle sopracitate (incontinenze, pratiche onanistiche o manie persecutorie-vittimistiche)
vergognandosi di se stesso e di chi l'ha messo al mondo, si è autoeliminato.
Capisco che il nome del blog potrebbe trarre in inganno, ma qui non troverete il supporto psichiatrico che andate cercando.
Cordialmente,
Elettrikamente,
EleP.
« Il fascino dei cimiteri | Periodo di nascita e di ... » |
Post n°370 pubblicato il 03 Novembre 2024 da ElettrikaPsike
Lontano dagli occhi equivale a lontano dal cuore? Se ne parla da tanto, se non da sempre, e sembra restare un interrogativo senza risposta, come infiniti altri. Ma senza avere alcuna pretesa di parlare con la bocca e la mente (o il cuore) di altri, personalmente direi che è proprio l'esatto contrario. E senza nemmeno dover scomodare Saint-Exupéry, il fatto che l'essenziale sia invisibile agli occhi lo hanno già dimostrato tanto la filosofia, quanto la spiritualità mistica, per non parlare della letteratura. Se ci appelliamo a Platone, il mondo sensibile - che, banalmente, percepiamo con i nostri sensi - è solo una copia imperfetta di quello iperuranico, ideale ed immutabile, dove risiedono le forme pure delle cose (e delle quali la manifestazione nel mondo materiale è solo un semplice riflesso). Ed allora, se - o, in alcuni casi forse si dovrebbe dire "quando" - l'essenziale è la vera natura di una relazione, non solo può continuare ad esistere; ma addirittura crescere nell'assenza fisica (e propriamente in virtù di essa) dal momento che la percezione sensibile può distorcere, invece di aiutare, le nostre emozioni. Applicando il principio platonico al contesto delle relazioni umane, possiamo dire che quando una persona è lontana dai nostri occhi, letteralmente ci obbliga a confrontarci con l'essenza del legame; la sua assenza fisica funziona come uno stimolo che ci riporta ad un livello fondamentale della relazione, dove il sentire e il legame risiedono nella loro forma più pura, non influenzati dalle sembianze fisiche o dalle contingenze quotidiane. Con la lontananza il sentimento si va a sublimare in una forma più astratta, spostandosi da un piano di concretezza - con tutti i suoi limiti - ad uno di perfetta idealità, dove l'essenza dell'altro si manifesta in modo ancora più forte proprio nella sua assenza, non vincolata ai limiti della percezione. Nell'amore mistico - al contempo sensuale e spirituale - sperimentato dai santi nella stessa transverberazione, il sentimento è talmente intenso da trascendere la realtà fisica, ed è proprio questo a permettere che venga vissuto come un'estasi. In tal senso, la lontananza fisica dal divino non fa che rafforzare la connessione interiore e il desiderio di unione, trasformando l'assenza in una presenza costante nel cuore e dentro l'anima (ma, paradossalmente, anche nel corpo). Nell'amore romantico, poi, la lontananza è uno degli elementi essenziali e imprescindibili per alimentare il desiderio, dal momento che sono proprio il distante e l'inaccessibile a suscitare una volontà ancora maggiore, nutrendo il processo di idealizzazione. Ed è l'assenza - non già la vicinanza rassicurante, ripetitiva e costante - a far nascere l'aspirazione all'assoluto che si accresce nella continua tensione verso l'altro. La lontananza, dunque, non solo non indebolisce l'amore, ma lo intensifica. Nel contesto del Dolce Stil Novo, poi, l'amore viene concepito come una forza che eleva l'anima e che pone l'amante ad un livello spirituale superiore, ed il sentimento che ne emerge - così idealizzato e sublimato in virtù del suo esistere al di là del contatto fisico - trasfigura l'amato. Ma, al di là di tutto, e volendo riporre per un attimo filosofia, letteratura o misticismo, lo spiegava già - e con poche frasi popolari - anche una vecchia canzone di Modugno, che la lontananza è come il vento. Spegne i fuochi piccoli ma accende quelli grandi e se è vero che fa dimenticare chi non s'ama, in altri casi, anche a dispetto del tempo, resta un incendio che brucia l'anima…
|
https://blog.libero.it/elettrikamente/trackback.php?msg=16782499
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
AREA PERSONALE
CERCA IN QUESTO BLOG
TAG
MENU
JE SUIS CENACOLO'
Per chi ama scrivere,
per chi ama leggere.
Per chi è innamorato delle parole:
JE SUIS CENACOLO' 2015
Il Contest Letterario a colpi di BIC
blog.libero.it/WORDU/
Un Blog di PAROLE…
C H E A R R I V A N O,
C H E P A R T O N O,
C H E R E S T A N O.
Come un grifo, tra terra e cielo.
IL CENACOLO SI E' CONCLUSO ED ORA...
ABBIAMO IL LIBRO!
http://issuu.com/wu53/docs
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: ElettrikaPsike
il 08/01/2025 alle 00:28
Inviato da: ElettrikaPsike
il 08/01/2025 alle 00:26
Inviato da: ElettrikaPsike
il 08/01/2025 alle 00:24
Inviato da: ElettrikaPsike
il 08/01/2025 alle 00:23
Inviato da: ElettrikaPsike
il 08/01/2025 alle 00:23
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Prova un attimo a rileggere quello che hai scritto:
"Con la lontananza il sentimento si va a sublimare in una forma più astratta ... nutrendo il processo di idealizzazione ... ed il sentimento che ne emerge - così idealizzato e sublimato in virtù del suo esistere al di là del contatto fisico - trasfigura l'amato."
In sostanza ciò di cui ci si innamora nell'assenza non è l'amato, ma l'idea che noi abbiamo di lui.
"Ma più bello che averti è quando ti disegno", cantava Vecchioni in tema di amor cortese, e il punto del discorsi sta tutto in quel "ti disegno", in quanto sono io, che disegno l'altro. E se è vero che questo accade già nelle relazioni che si nutrono anche di presenza senza poi riuscire a conoscere l'altro, figuriamoci dove porterebbe l'idealizzazione in un rapporto nel quale la presenza diventa un optional. In pratica ci innamoreremmo di qualcosa che è unicamente nella nostra testa: sembra tanto l'equivalente di un amico immaginario.
Comunque è bello vedere che, malgrado il tempo che passa, tu e la sintesi continuiate a viaggiate su binari paralleli. Una mia vecchia fiamma, invece... lei sì che aveva il dono della comunicazione immadiata. Per me lei era come il Sole e la Luna e l'aria che respiravo e... e un giorno mi disse: "Amore, tu non c'eri, cosa potevo fare? Però non preoccuparti, con l'altro è stato solo sesso, sesso, mutanda, randello e sesso! A te, invece, io... ti amo! "
Che culo che c'ho! (pensai) nell'essere parte di una relazione tanto iperuranica, e guardandola dail fondo dei miei occhi innamorati le mormorai: Zoccola.
Ndr. Da non fraintendere: trattasi di un antico patronimico persiano che sta per "figlia di Zocco", grande filosofo pre-socratico dal quale Platone stesso prese la mossa. Bisous, petite sorcière :-)