Creato da ElettrikaPsike il 17/12/2012

ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

Messaggi di Giugno 2020

E SOLO PIU' LA NOTTE RIMASE A CASA

 

Dopo soltanto una ventina di giorni dall'uccisione di George Floyd, adesso ad Atlanta la storia si ripete e viene ucciso un altro uomo afroamericano.

Mentre l'America si muove contro le forze dell'ordine che non hanno ascoltato le suppliche di quell'uomo che non riusciva a respirare, soffocato dal ginocchio dell'agente che premeva sul suo collo, lo spettro di una nuova epidemia di razzismo potrebbe mostrare focolai più letali di qualsiasi virus.

Così, se una parte ora si appella ad una giustificazione che non giustifica nessuna morte, sostenendo che l'uomo si mostrava sotto gli effetti della droga e che, dopo aver tentato di vendere una banconota contraffatta, ha opposto resistenza all'arresto, i filmati di sorveglianza di un ristorante limitrofo e poi diffusi sui social mostrerebbero, invece, un uomo scortato dalla polizia che, barcollante, cade per due volte, del tutto incapace di reagire.

E Rayshard Brooks, il giovane afroamericano ucciso dagli spari della polizia, ora, sembra essere il suo erede. L'uomo viene trovato in stato di ubriachezza a dormire all'interno della sua auto, nel parcheggio di un ristorante. Anche qui due versioni: da una parte chi sostiene che Rayshard si sia giustificato con gli agenti, affermando di non avere intenzione di commettere alcuna violazione e di poter rincasare tranquillamente a piedi e, dall'altra, chi parla di una ribellione da parte sua e che infatti si sia dato alla fuga subito dopo aver sottratto la pistola a scarica elettrica ad uno degli agenti. In ogni caso, però, una cosa è senza dubbio certa, mentre scappava, quell'uomo è stato colpito alla schiena da tre colpi di arma da fuoco ed è stato lasciato a terra agonizzante prima di essere soccorso e portato in ospedale dove è comunque deceduto.

Una reazione da parte della polizia nella lotta al crimine sarebbe stata tanto incomprensibilmente cruenta se non fosse stata spinta dalla discriminazione razziale? Di sicuramente acclarato c'è che, per quanto possa sembrare incomprensibile e paradossale, l'America persevera nel tradire una sua metà oscura composta di sorgenti razziste più o meno dichiarate e di focolai insospettabili. 

Esiste la cancrena, in tante forme, a questo mondo; ma principalmente si chiama  ignoranza, perchè è da quella che poi vengono partoriti razzismo, dogmatismo, fanatismo, abuso e violenza. Tutti figli della stessa madre, espertissimi ad alimentarsi vicendevolmente.

 

 

E presi dall'ondata d'infuocate proteste antirazziste, ci sono passati dinanzi, senza fare più alcun scalpore nè particolare share, anche i giorni in cui ci si aspettava, in Italia, una recrudescenza dei contagi e dei sintomi di quell'altro virus, quello incoronato, che dal suo canto ha contribuito egregiamente nel falciare vittime senza fare discriminazioni nello scegliere i suoi ospiti.

Ma anche adesso - consci del fatto che, al di là del numero dei contagi, i quadri clinici dei pazienti positivi presentano chiaramente una sintomatologia molto più lieve e gestibile - ed anche per questo'altro argomento, abbiamo più versioni tra cui scegliere.

E' questo, infatti, il momento in cui si oscilla tra chi sostiene che tutto sia scomparso e sia semplicemente una ridicolaggine portare ancora avanti il discorso e chi, continuando, invece, a non vedere chiaro nei dati, nei rapporti dichiarati dai media e soprattutto nelle cause determinanti questo alleviamento della sintomatologia clinica, non ritiene il virus per nulla estinto. Senza contare i gruppi babbani dei contesti medico-scientifici che predicano che tutto non sia proprio mai esistito.

Io, da fautrice della teoria del "dividi a metà e appellati ai fatti, studiando le fonti e la storiografia ma lasciando parlare l'intuito", per il momento sono solo soddisfatta di non aver dovuto assistere a ciò che mi premeva evitare: un nuovo lockdown condito di lamenti, sentimentalismi e soap opera in chiave musical; per il resto, mi limito come sempre a parlare di ciò che ho visto e che ho potuto constatare personalmente. Vale a dire la serietà di un'infezione con un'alta carica virale che - di fatto - poteva degenerare, e che in molti casi è degenerata, in aggravamenti inaspettati e di difficile gestione ma che, ad ora, si è certamente indebolita, benchè la causa di questa sintomatologia più lieve ancora non si possa scientificamente affermare (condizioni ambientali più favorevoli - umidità e temperatura - che condizionano la persistenza e la resistenza del virus? varietà genetica della popolazione che determina la ciclicità epidemica dove nelle fasi iniziali si ammalano soprattutto i pazienti più fragili che tendono poi immediatamente ad aggravarsi?) e nonostante questo affievolimento dei sintomi si presenti in una situazione in cui apparentemente anche i contagi sembrano diminuiti, a dispetto dell’allentamento delle misure di contenimento (ma anche questo, alla fine, è potenzialmente irrilevante, in quanto l'andamento transitorio è insito nelle epidemie e caratterizzante della maggioranza di esse).

Pertanto, risulta inutile voler riempire tutti questi punti interrogativi con illazioni pour parler, perchè davvero potrebbero colorare qualsiasi pronostico con sviluppi completamente differenti e distanti fra loro.

 

L'amico woodwnship

in una fase pandemica precedente, asseriva come fosse

 un bene che la notte tornasse presto ad essere una notte poeticamente viva e fracassona.

E scriveva nel suo blog un tagliente, cristallino e sentito

Vorrei che si capisse una volta per tutte che è tutto

in questo non sfiorarsi di ombre...

Infatti. E' tutto lì.

 

Perchè ci fu un tempo in cui anche la notte rimase a casa, aspettando di potersi dilatare con l'eco dei vetri gettati nella differenziata e di potersi esprimere nello scontro diretto dei baci tra bottiglie come in quelli tra gli adolescenti, ammassati l'uno sull'altro, amanti neofiti e proseliti d'un muretto o di un lampione, impazienti che il divieto dell'intreccio non sia più vietato...

Rimase a guardare, allora, insieme a noi, anche la notte,

nello spazio di una strana primavera,

aspettando pazientemente di accogliere ancora le luci delle auto che sfumano nel buio ed il ronzio dei motorini accesi.

E rimase, poi, con noi in silenzio, in attesa di ascoltare le note lagunari di quelle musiche estive che si dilatano come gocce quando piovono nel mare, ed il vociare stanco e vivo delle donne e degli uomini che rientrano dopo un lungo turno di lavoro o che si affrettano ad uscire in strada perché, per loro, è arrivato il momento dello svago.

Il tempo per divertirsi, per spiegarsi, per vedersi, per mostrarsi, per essere fuori da casa.

Quel tempo sta tornando e sì, sarebbe anche un bene che la notte potesse riprendere ad essere totalmente ciò che era; ma forse, dopotutto, non lo sarebbe.

Forse la notte dovrebbe poter semplicemente uscire, ma senza gli uomini.

Quegli uomini che, probabilmente, non meritano nemmeno di averla, la notte...

Però, si sa, che per amore anche solo di quell'unico, saremo beneficiati tutti.

Ed allora, grazie.

Grazie a tutti quei pochi o tanti esseri umani belli che rendono possibile anche agli altri di partecipare - del tutto immeritatamente - ad una bellezza a loro estranea, perchè sempre più insultata.

Grazie a loro. Perchè è solo per questi pochi, o tanti, bellissimi esseri umani che anche le porte chiuse si aprono e diventano paesaggi.

 

 

 

 

NOTA ULTIMA E DEFINITIVA PER I BABBANI DI MEDICINA E DELLA LINGUA ITALIANA:

Un virus che clinicamente non esiste più non è un virus non più esistente; semplicemente è un virus che da un punto di vista clinico dimostra di riportare nei pazienti positivi una condizione sintomatologica meno grave rispetto a quelle riportate all’inizio della diffusione del virus. Se il virus fosse scomparso del tutto - quindi non clinicamente; ma effettivamente - la registrazione dei contagi sarebbe pari a zero.

L'elemento finale che determina la conclusione di un ciclo epidemico è l’immunizzazione della popolazione; ma ovviamente va tenuto in conto che ogni virus in grado di causare una epidemia è anche un virus in grado di adattarsi a condizioni ambientali e a popolazioni differenti, manifestando per conseguenza un differente andamento di diffusione.

 

 
 
 

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