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ElettriKaMente

Dillo, bella strega...se lo sai, Adorabile strega…Dimmi, conosci l’irremissibile? (I fiori del male, C. Baudelaire)

 

Messaggi del 05/07/2018

MIRACOLI O LABIRINTI?

 

 

Il problema dell’umanità è che gli sciocchi e i fanatici sono estremamente sicuri di loro stessi, mentre le persone più sagge sono piene di dubbi.

-Bertrand Russell-

 

 

 

Dai tempi dell’ultima rivelazione pubblica - vale a dire da quei processi comunicativi tra entità divina e creature umane - e risalente, secondo la dottrina cristiana, ai tempi dell’ultimo apostolo, ci sono state innumerevoli dichiarazioni di visioni, apparizioni e rivelazioni private. Alcune sono state incredibilmente prive di ogni possibile criterio plausibile, mentre altre si sono mostrate affabilmente affabulanti, tanto da trarre in inganno anche le persone assennate.

Tra queste ultime dichiarazioni - vale a dire le più affabulanti - la chiesa cattolica, pur se in aperto contrasto con i Testi cristiani ai quali dovrebbe costantemente attenersi (dal momento che, come sappiamo, dovrebbero essere gli unici fondamenti sui quali dichiara d’essersi edificata), ha invece deliberatamente deciso di riconoscere l’autenticità di alcune e quindi di acclararne la provenienza divina.

In sintesi, la possibilità che si verifichino tali apparizioni non viene invece affatto messa in dubbio aprioristicamente dalla teologia cattolica. Ed in modo particolare, poi, se queste visioni riguardano, sopra ogni altra, la figura di Myrhiàm, Mater Christi.

Per quanto, nel corso della storia, l’atteggiamento assunto dalla gerarchia ecclesiastica nei confronti delle apparizioni sia stato fondamentalmente scettico, la decisione clericale d'incoraggiare comunque l'esistenza di tali rivelazioni, e soprattutto quelle riconducibili alla Madre di Cristo, viene spiegata da quel Louis-Marie Grignion de Montfort, missionario apostolico di papa Clemente XI, che fu anche il fondatore dell’istituto religioso di diritto pontificio Societas Mariae Montfortana.

Egli, infatti, dichiarava che la plausibilità delle frequenti apparizioni della Vergine agli uomini, nonostante l’evidente e netto contrasto con la nota riservatezza e l’estremo ed umile riserbo con cui la Madre di Cristo viene da sempre contraddistinta per tutta la sua vita terrena, fosse riconducibile alla precisa volontà del Signore di farla meglio conoscere agli uomini come intermediaria, affinchè Ella potesse divenire una via diritta oltre che immacolata per ritrovare il Cristo in noi.

La chiesa cattolica considererebbe, pertanto, alcuni interventi della Vergine come realisticamente possibili in quanto interposizioni tra l’uomo e Suo figlio, vale a dire il Figlio di Dio, nonché Dio stesso.

 

Questa è la premessa.

E pure un po’ più lunga di quanto desiderassi, tuttavia necessaria, almeno per capire la netta discrepanza tra il pensiero cristiano originario e la deviazione cattolica, anche in questo ambito.

 

Come ho già detto in altri contesti disseminati nel web, dai Vangeli si apprende un messaggio alquanto differente. Si legge chiaramente, infatti, che va del tutto disconosciuto qualsiasi profeta o veggente che presuma di apportare ancora - in qualsiasi modo e attraverso qualsiasi tramite - la parola del Signore dopo di Lui, in quanto Dio ha già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri ed ha inequivocabilmente - senza eccezioni, senza deroghe e senza proroga alcuna - concluso e compiuto in modo definitivo la trasmissione del Suo Verbo proprio con l’avvento del Figlio.

Ogni ulteriore differimento, infatti, sarebbe solo superfluo.

Si legge, poi, chiaramente dai Testi il come, ma soprattutto il perché, dall’avvento di Cristo in poi non debba avere più alcun senso parlare ancora di profeti o di veggenza dal momento che il Padre ha già detto tutto quello che doveva dire all’uomo, parlando ad esso per mezzo del Figlio.

Di fronte a questa constatazione, sarebbe, dunque, piuttosto interessante chiedere a qualsivoglia fedele o a qualsivoglia fervido veggente, prescelto, profeta (o in qualunque altro modo desideri essere appellato) ed ancor di più alla stessa chiesa cattolica romana, da quando, esattamente, i Vangeli non siano più da considerarsi i Testi ufficiali da cui attingere il Logos di Dio...

Perché è  proprio da quegli stessi testi che si legge esplicitamente che il Figlio di Dio fatto uomo è la Parola unica, perfetta e definitiva del Padre ed è sempre da quegli stessi testi che si dichiara come solo in Lui ed attraverso di Lui, il Padre dica tutto.

Pertanto, di fronte a queste asserzioni evangeliche, come si può coniugare tutta la serie di eccezioni presentate sotto forma di fenomeni di profetismo o veggenza clericalmente riconosciute? Come possiamo assimilare messaggi metafisici e le profezie con l'esistenza di quella visibilissima parte dei Vangeli in cui, inequivocabilmente, si dichiara che non ci sarà mai più altra verità svelata o parola rivelata se non quella già portata dal Cristo?

I testi biblici, infatti, sembrano non considerare proprio nessuna potenziale digressione in questo senso, dal momento che sono categorici nell'affermare che il Padre ha donato il Figlio per parlare all’uomo e che quella è stata - ed è, è sarà - la Sua unica e definitiva Parola, in quanto il Figlio ha già detto ogni cosa necessaria in una sola volta e non c'è più nulla da aggiungere. Sarebbe, dunque, proprio il caso di allegare ancora una volta, anche qui, il famoso "chi ha orecchie per intendere, intenda..." ripetuto in abbondanza nei passi nei Vangeli.

O, se preferite, anche "les jeux sont faits, rien ne va plus!". 

Disarmante, semplice e difficilmente equivocabile.

E proprio a causa di questa trasparenza incontrovertibile che emerge senza appello dalle Scritture, risulta ancora più fuori luogo anche solo pensare che, da un punto di vista cristiano, qualsivoglia persona o entità possa essere ancora attendibile nell’accennare a segreti svelati e nel comunicare rivelazioni, proclamando dichiarazioni scioccanti ed illuminanti.

Ed ugualmente risulta inattendibile anche qualsivoglia persona o entità che si mostri in grado di compiere prodigi per avvalorare la sua credibilità.

Quindi, non solo dal sospettoso punto di vista della scienza o dell’agnosticismo, questi fenomeni sembrano essere altamente improbabili, ma anche da quello esclusivamente e squisitamente teologico risultano essere analogamente inverosimili, perché completamente in disaccordo con ciò che è riportato nei Vangeli stessi.

Basterebbe solo leggerli...

E’ certo non poco bizzarro pensare di dover ricordare ai più appassionati e vividi cattolici proprio il contenuto di quei libri sui quali hanno impostato la nascita della loro chiesa; ma volendo dare per assunto che il Nuovo Testamento sia stato, di fatto, da tutti  integralmente letto, è anche vero che, talvolta, è proprio ciò che ripetutamente capita sotto lo sguardo più fervido ad apparire stranamente invisibile…o incomprensibile.

Sarà, forse, accaduto questo a mille migliaia e più, di pellegrini devoti alle apparizioni?

Non ne ho davvero idea. Ma dal momento che qualcuno sostiene che uno scisma abbia sempre bisogno d'un popolo e dal momento che il popolo delle apparizioni, delle catene dei rosari e delle terre miracolate, di fatto, esiste, allora anche quello diventa, per conseguenza diretta, un popolo che merita cura ed attenzione, al di là del fatto, poi, che i suoi idoli siano presumibilmente veri oppure falsi.

Personalmente penso che ognuno possa e debba essere libero di credere, vedere e soprattutto perare in ciò che vuole. In fondo siamo noi a scegliere cosa guardare e come guardarlo, ogni giorno. E certamente sull’effetto convinzione - sia fede sia placebo - non si discute. Ma credo anche che sia comunque necessario almeno dare la possibilità di capire a chiunque di noi che cosa si sta guardando. Anche al di là di ogni personale necessità di conforto, e al di là del fatto che la propria desiderata risposta la si cerchi in un santuario o nella pillola rossa di Matrix.

La forza di una convinzione – vera, falsa, pretesa, traviata o pura – è certamente innegabile. Tutto, però, sta nel vedere se si tratta di una convinzione sana o di un’ossessione che ci droga e, drogandoci, ci deruba.

Quindi è un’ottima cosa che ognuno sia liberamente responsabile delle proprie convinzioni; ma sarebbe ancora meglio se prima di scegliere fosse libero di conoscere entrambe le versioni. E soprattutto conoscere per chi suona e per chi non suona la campana che sta ascoltando…

Nei testi che i devoti delle apparizioni dicono di seguire, infatti, c’è scritto anche questo: che chiunque volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, e chiunque creda a chicchessia quando parla in nome di Dio in termini di presunte visioni e rivelazioni, non solo commette una stoltezza, ma – ancora e sempre secondo le parole delle Scritture – offende la parola di Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente sulle parole eterne e già esaustive riportate da Cristo ma va cercando cose diverse ed ulteriori novità in aggiunta a quanto ha già rivelato il Figlio di Dio.

E quindi la mia domanda finale è: quanto, all'uomo, realmente interessa Dio e quanto, invece, gli interessano i miracoli?

Forse alle mie altre domande nessun cattolico devoto alle apparizioni vorrà rispondermi mai, o forse si, chissà, io sono possibilista…In compenso, però, a quest'altra ha risposto per noi tutti già Dostoevskij più di cento anni fa, quando ammetteva che l'essere umano non cerca tanto Dio, quanto ogni sorta di miracoli, ma non avendo sufficiente forza per rinunciare a questi, ne creerà sempre di nuovi, suoi propri, inchinandosi ai prodigi di un guaritore quanto alle stregonerie di una fattucchiera…

Penso che sia così.

E penso anche che quasi duecento anni fa sia stato, inaspettatamente, proprio Feuerbach a darci una definizione impeccabile del paradosso della fede e dei miracoli, nonostante la sua conclamazione di ateismo e la sua sovversione totale dei parametri religiosi (Dio era, per lui, solo il risultato di una proiezione compiuta dall’uomo per attribuire al di fuori di se stesso tutti i parametri di una perfezione che non potrà mai raggiungere).

E lo fece affermando che il miracolo è solo l’aspetto esteriore della fede ma, al contempo, dicendo anche che è la fede ad essere l’anima interiore del miracolo…

 

 

 

 

Dal Vangelo secondo Matteo:

“E Gesù rispose: Guardate che nessuno vi inganni; molti verranno nel mio nome e trarranno molti in inganno, sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre; sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti di voi. Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o è là, ma voi non ci credete. Verranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e falsi miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l'ho predetto. L'avvento del Figlio dell'uomo sarà manifestato. Se dunque vi diranno: Ecco, è nel deserto, voi non ci andate; Se essi vi diranno: E' in casa, non ci credete. Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo.”

 

 

 
 
 

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