=WeAvEr Of DeStInY=

Post N° 10


10 di agosto, una notte come tante, resa speciale da quegli stralci di stelle che illuminano il cielo, che solacano il buio della notte, rischiarata dalla luna  crescente.è in quela notte che siamo nate,tenere creature, due piccole bambole che parevan di porcellana, taciturne, ma vive nel lorosilenzio, solo qualche vagito come a non voler disturbare con la loro venuta, due stelle in quel firmamento di cadute,identiche è legate, da indissolubile legame empatico dal sangue più forte della morte.poco dura quell'incanto, quella felicità di una giovane donna e di suo marito, tre rintocchi del  campanile,funerei quasi a spezzare silenzio e felicità.s'è spenta... chi è? chi era? chi avrebbe voluto essere? ora più non importa Yelenya, lei non c'è più, il cielo sì è ripreso uno dei suoi angelil'ha portato con sè ha vegliare dal cielo, inconsapevole quasi d'aver visto il mondo, stralcio di vita, una stanza rurale, nulla più.ma qualcosa è andato diversamente....Mijdian, ignara rimane,passano gli inverni, le estati le primavere, neonata gioviale serena, taciturna,bambina strana ,ma sempre felice, pare non sia da sola, che qualcuno l'accompagli, stia con lei, alieti il suo tempo4 anni, ormai parla,si detreggia,è intelligente la creatura, sollazzo di amorevoli e fieri genitori, delizia di chiunque la incontriNel giardino un pomeriggio di primavera, tra balocchi inventati rimane, parla, parla al vento,discorsi tra bambini che giocano, ma lei è sola ,la madre li ode riccioli neri mossi dal vento, gote arrossate dalle corse,testolina che si piega < maman non lo vedi? > semplicità nelle parole, come se fosse ovvio,testolina che si piega, sorriso candido.si scuote quella madre, preoccupata ,si avvicina a lei ,si china a raggiungere la sua altezza nuovamente quella bambina sorride dolce,ma una voce fredda ne esce ,più roca, diversa, >maman non riconosci le tue figlie?> quel plurale, quella voce spaventano la madre, rimane attonita,ma la bambina torna serena e dolce discorso che li cade, tornano a casa, nessun commento,nessuna intenzione a tornare sul discorso.gli anni trascorrono, la bambina diventa ragazza, particolare nei mdi, dolce,timida introversa,carattere che si alterna ad altro, distintoopposto, sbalzi di umore? oh no...la gente vocifera della pazza figlia del fattore, quella che ride e piange assieme, che nella notte passeggia sulla collina, che canta,voce corale,due voci? si, giurano d'averla sentita, cantare a due voci la ninna nanna dell'infanzia >la luna le stelle dal cielo stan a guardare, la luna le stelle ti proteggeran> ma si sa che l'ignoranza dei paesi e la superstizione sovrastano la realtà e gonfiano ciò che di fondo è.e poi una notte...<è ora> nella sonno proviene quella voce, così scura, così sinuosa, serpe velenosa, male incarnato,occhi della ragazza che si aprono ,si ridesta come da un incubo>no non voglio, io li amo >lacrime scendono dai suoi occhi, ogni parola le è chiaranulla,(quella parola risuona nella sua mente, nella sua follia, le voci la psicosi ,da sotto il letto estrae un piccolo macete ,lo fissa nella notte ,fiamma riflessata dalla luce della lampada ad olio>perchè li vuoi morti, voce candida piena d'inncenza,non ti sono stati avversi> ,labbro che va ad essere morso, denti che affondano nervosi in quelle carni moorbide, nervosismo, autolesionismo>nulla, esatto nulla, >voce che pare tombalesibila quella voce di serpente, qella meschina sensazione< allora odi anche me? io sono viva .. e tu no > quasi con paura chiede.Quella voce, ancora riprende, nella sua tenebra si fa dolce e accondiscendente bacio di giuda < no tu mio amore, no, io vivo di te, mai potrei>.nella notte prende a camminare quella figurina dal volto di pordellana, porta che si apre, assi che scricchiolano,macete tenuto saldo ,la mano libera che spinge la porta, come fantasma entra nella stanza dei genitori,testa che si piega verso detra, li contembla in quel sonno che diverrà eterno, nessuna pietà, mente condizionata, plagiata essenza, efferata nei modi, colpi secchi, nessun gemito del padre, vitae che l'abbandona, tocca alla madre, qualcosa va storto, si sveglia DANNAZIONE.e i suoi occhi incontrano quello sguardo tremolante, quello sguardo che tuttavia ostenta amore, amore per quella figlia, nei suoi occhi vede tormentoe morte, nessuna via di fuga, il colpo alla testa, silenzio...silenzio e tanto sangue,lascia cadere il macete a terr, si guarda le mani,  la camicia da notte che da rosa passa ad essere chiazzata di rosso acceso, sangue ovunque ,ma non la spaventa, le piace quasi, quel colore, ma chi comanda ora? a chi piace quel sangue?ed ora nuovamente quella ragazzina spaventata, quell'essenza plagiata, corre, corre lontano, attraverso i campi di grano ,si lascia cadere a terra stremata dalla corsa, sopra quella collina ai piedi del ciliegio in fiore,lo sguardo al cielo, la notte serena come quando sono nate, dal campanile i rintocchi delle campane, sono tre, come quel giorno, ma l'inconscia non lo sa, vendetta dall'aldilà....Si addormenta, il sonno pesante, ora e sola su quella collina, non la sente più in lei ,si sveglia di soprassalto ,il vuoto interiore, apre gli occhi di scatto, i contadini l'attornano, i forconi verso quel corpicino inerme, la puntano, si chiuede in sè stessa, le masse gridano <è la moglie del diavolo,quella strage in suo nome, al rogo, al rogo>le urla la spaventano si raggomitola su se stessa, le mani alle orecchie, a coprirle , a difendersi , ma poco dura quella ricerca di pace, da ogni parte la prendono la tirano, la trascinano .>IN PIAZZA IN PIAZZA,>acclamano le genti, , sende l'oblio nella sua mente, pensiero alla sorella, alla sua forza, a colei che venera, la sua parte oscura*mi hai lasciata, mi hai tradita* nessuna risposta, la pira prende ad ardere, e lei è li, inerme legatam il caldo l'assale, riprende conoscenza, occhi sbarrati oltre le fiamme, oltre le genti, oltre a tutto...La vede , oh si se la vede, quella bambola di porcellana eterea, intangibile, ride, ride? le lacrime rigano il volto di mijdian sulla pira, l'ha tradita *allora non mi amavi? mi hai usata?*il sorriso su quella figurina immonda e graziosa *+ colpa vostra se io non sono sopravvissuta, colpa di lui per un seme troppo debole, colpa di lei per un ventre troppo instbile, per il suo voler essere forte, per il suo essersi nutrita troppo poco *il sorriso freddo *e tua, tu sei nata, ma dovevo essere io, tu sei sopravvisuta nonostante la tua debolezza, e devi pagare, e pagherai in eterno al mio fianco, sei morta colpevole*quella figura eterea che ora le da le spalle, che si allorntana che svanisce...Sola rimane, nelle atroci sofferenze, tempo indeterminato tra quelle fiamme che mortificano le carni che le lacerano che le bruciano, le lacrime a sgorgare, quel fiore così puro che ora si spegne nella sua follia, sola, *non sento più il dolore, non lo sento più, ora stò bene, ora sono cenere, ora sono libera? si libera*nulla di ei rimane se non cenere portata dal vento, ma ancora quella voce a torturare anche l'anima separata dal corpo...no è solo l'inizio....  *La Jen*™