Di Noi Due

Capitolo 15


Camminavano nel supermercato con i loro cestini, ancora vuoti, come la loro testa, distratti, come se non fossero lì davvero per fare la spesa.- Stasera non resto da Anna, alle 4 ho il treno, devo andare a casa mia...- oh...Valerio era dispiaciuto, e si sentiva irragionevole, eppure lo era. Non riusciva ad immaginarsi solo tutto il pomeriggio, e tutta la sera poi!, solo senza di lei dopo aver provato queste sensazioni. Temeva il distacco, temeva questo suo timore nuovo nel farsi avanti, nel lanciarsi, proprio lui che non aveva mai avuto scrupoli o tentennamenti, ora non aveva più nulla di quella sicurezza che lo faceva legare con le persone. E ora supponeva che questa sua timidezza di ritorno lo facesse passare davvero per imbranato, era rimasto così affascinato da Alessandra da non saper più gestire nessuna mossa tattica, nessun tipo di corteggiamento. Decise di darsi un tono, decise di smetterla di comportarsi da ragazzino. E avanzò.- Se vuoi ti porto a casa io... Sono molto curioso di sentire che musica hai tu, vediamo se riesco a smontarti qualche mito, a metterti in disordine qualche cassetto...- Grazie Vale, ma non serve... non passo nemmeno subito da casa, devo fare un po' di commissioni, poi andrò a provare qualche pezzo per domani sera... E comunque guarda che io ti ho solo organizzato gli spazi, non sei portato per l'ordine, assolutamente...- Sì, sarà come dici tu... Ammise un po' sconsolato. - ma adesso ogni volta che avrò bisogno di qualcosa dovrò telefonare a te... Ehi! ma io non ho ancora il tuo numero!!Gli uscì così, spontaneo, quasi se ne pentì, l'aveva praticamente urlato, ma con lei non riusciva a essere diverso, pensieri e parole si collegavano tra loro senza spazi per riflettere e si sentiva davvero un ragazzino, entusiasta e limpido e allegro.Rise di gusto Alessandra, non riusciva mai a prevedere niente di quell'uomo appena conosciuto che già le stava dando tanto: un momento era serio, poi subito diventava spensierato, in un vortice di sensazioni opposte eppure continue, e sapeva sempre farne sentire lei il centro.- Bene, era anche ora che me lo chiedessi... Ammiccò lei sorridendo:- Il tuo amico Claudio me lo ha chiesto dopo appena dieci minuti.- Ah... Ma quando? E tu?L'espressione finto-imbronciata di Valerio la divertiva troppo, non riusciva a reggere nessun bluff. - Mentre eri tornato di sotto per il secondo giro di scatoloni...- Sì, ok... E tu?Si divertiva a scoprirlo già un po' geloso, e in fondo se lo aspettava. No, di più: lei ci sperava.- E io gli ho dato un biglietto da visita del locale... Sono stata brava?E dicendo così si allontanò nella corsia della pasta, lasciandolo indietro così, con un sorriso come dipinto, statico. Si rincorsero quasi tra le corsie, e senza accorgersi bene di cosa avessero comprato si ritrovarono in coda con i due cestini stracolmi tra i piedi.- Qualcuna aveva detto che prendevamo poche cose...- Sì, scusami... ora lo sai.. mi succede sempre così... La parte divertente è arrivare alla macchina con tutta questa roba...- Divertente dici?Divertente, certo, lo sentivano bene tutti e due. Come quel loro stare insieme che era conoscersi e riconoscersi pian piano. Questa atmosfera che ricreavano ogni volta che incrociavano gli sguardi.