Creato da elioerato il 06/07/2009

Di Noi Due

una storia

 

 

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capitolo 21

Post n°21 pubblicato il 01 Novembre 2009 da elioerato
 

I "Gemelli" li chiamavano, li conoscevano tutti: vestiti uguali e pettinati uguali, con tatuaggi identici ma uno sul braccio destro e uno sul sinistro, cresciuti insieme senza essere cresciuti mai, vite sregolate di adolescenti spacconi che non sono cambiati mai. Stavano tornando dal loro divertimento a tutti i costi quando arrivò la telefonata, un lavoretto semplice per una amica, e una promessa di sicuro guadagno poi, il modo migliore per concludere la nottata. Lo fecero volentieri, avevano sempre sognato poterlo fare, odiavano l'aria snob di chi viveva in quella zona, trovavano gratificante guastare la giornata a qualcuno che aveva avuto vita troppo comoda. Mentre tornavano alla loro macchina uno dei due parlò nel cellulare
- Non c'era... Certo, ovunque... ma non c'era.
Un breve accordo su un incontro, e terminò la telefonata.

- E con chi saresti al telefono già a quest'ora? Melissa Corona, non me la conti giusta... Guarda che se avevi altro da fare rimandavamo...
- Che scema sei... bada che vengo a correre con te solo per farti compagnia, quindi vedi di non chiamarmi Melissa... Lo sai, non lo sopporto... o ti abbandono da sola al parco...
- Va bene, va bene... Lisa... ma Melissa è più sexy...
E Lorenza la superò correndo nelle luci del primo sole, così da non accorgersi dell'accenno di preoccupazione sul viso della sua amica.

Esistono albe che la primavera si diverte a dilatare: è come se il sole sorgendo non sappia quale colore indossare, quale tonalità possa sorprendere meglio la vita sulla terra. E i minuti passano e il cielo si colora ad est, dal lilla al fucsia al rosa più caldo. E il sole indeciso continua a provare i suoi colori, per sorgere bello e radioso perchè pretende che tutti alzino lo sguardo a contemplarlo, almeno un secondo prima di lasciarsi portar via dal vivere quotidiano. E i minuti passano in queste fantastiche aurore che incantano di stupore e meraviglia, e i colori cambiano ancora dal rosa all'arancio, fino a quella sottile linea di azzurro, laggiù, a ovest, dove la notte non ha più spazio e sconfitta va via. Albe così sembrano promettere solo cose belle nella giornata, e i furtunati che se ne accorgono, e davvero alzano lo sguardo al sole, restano premiati dalla pura poesia che sentono nel cuore.

La mattina sbocciava anche al numero 94 di via Marconi, Diego sorrise di trovare un indirizzo così familiare anche nel suo navigatore satellitare. Esistono persone che non danno mai nulla per scontato. Non andava da quelle parti da tempo ormai, e solo dopo la telefonata di Valerio, l'incontro fissato proprio lì, gli era venuta di nuovo voglia di tornarci. Pensò di inziare a raggiungerlo sullo stradario virtuale, così, per gioco, mentre andava in  redazione, ma il sole di traverso rendeva invisibile lo schermo. Era presto, era davvero presto. Si illuminò. Poteva fare in tempo ad andarci davvero, subito, prima del lavoro. E adesso era lì, nella macchina posteggiata lungo il solito marciapiede disfatto. Non era cambiato poi molto il quartiere.
Le porte del locale erano aperte come tutte le mattine, per cambiare aria, era ancora senza insegna, ancora tutto un po' disabitato. Sentì voci dall'interno, era Anna che probabilmente brontolava tra sè e sè
- Ma certo che sono sveglia, certo, siete due pazzi, e quella è più pazza di te, mi è venuta a svegliare per salutarmi, alle 7, no dico, qui ieri ho chiuso verso le due, sono mica come voi giovani che vivete di miele e amore, io devo dormire!
Si affacciò dall'entrata, sorridendo, immaginava di trovarla al telefono...
- Diego!!! Ma sei tu? Vieni, entra!!
- Buongiorno Anna!
E sorrise a Valerio, che comprese fosse il destinatario di tutti quei borbottii, e stava per salutarlo mentre Anna lo investì con la sua solita irruenza
- Lui è Rio, il fidanzato di Sandra...
Valerio era sconcertato, ancora intontito dalla notte da sogno con la sua Alessandra, poi la familiarità di Anna nel chiamarlo per darle una mano, e scoprire Diego come vecchio abituè del locale... e infine venire presentato come fidanzato! La sua espressione doveva essere comica, infatti scoppiarono tutti a ridere, e dopo qualche parola di saluto e chiarimenti Diego esclamò
- Dovevo immaginarlo che prima o poi vi sareste incontrati, i miei due peggiori investimenti sono fatti per stare insieme...

La giornata era passata in quello strano stato mentale di entusiasmo placido da serenità, tra racconti di episodi distanti e risate. Valerio era stato tutto il giorno con Diego, in redazione e in giro, per parlare di lavoro ma soprattutto per rinsaldare il loro rapporto. Si rendevano conto di quanto fosse piacevole confrontarsi tra loro, come riuscivano a comprendere in poche parole intenzioni e stati d'animo. Non era ancora tutto come un tempo, non era riuscito a capire cosa avesse avuto a che fare con Alessandra, ma certo potevano tornare amici.
Dal canto suo lei conosceva già tutte le novità tra sms e telefonate con Valerio, era come se il loro abbbraccio continuasse nonostante le altre cose da fare. Erano rimasti insieme, solo loro due, senza nessuna influenza esterna.
Finalmente era arrivata la sera della sua esibizione, Valerio era davvero curioso di sentirla cantare, di assorbire tutte le emozioni che lei sapeva muovergli dentro. La vide solo un attimo prima che salisse sul palco, era in ritardo, sperava di arrivare prima per stare un po' con lui. Ma fecero in tempo a salutarsi, pochi minuti di sorrisi e parole in un abbraccio, e un bacio dolce. Restarono un attimo occhi negli occhi prima di staccarsi, uno sguardo così intimo ed espressivo tra loro, e non notarono chi li aveva notati a distanza, e ingoiava stizza e invidia e gelosia.

- La canzone per Anna...
Iniziavano sempre così le serate, una consuetudine per tutti gli artisti, la dedica ad Anna era il modo per richiamare l'attenzione. Fino a pochi minuti prima si era tra il pubblico a chiaccherare e salutarsi, a vedere chi c'era, un attimo dopo sul piccolo palco. Era difficile dividere i tempi, gli spazi. Una esibizione parte da un distacco. Si diventa un'altra persona nel momento in cui si prende la parola, si inizia a suonare, a cantare. Si diventa estranei, si spezza la confidenza col pubblico che diventa vago insieme di corpi indistinti. Le piccole lampade ai tavolini non illuminavano i volti, restava solo lei in piena luce, sotto al piccolo faretto che illuminava il piano dall'alto. Seduta davanti al suo strumento, elegante e composta nel suo vestito rosso, che lasciava scoperti il collo e le braccia, sembrava una ballerina, preziosa anche nel respirare. Incantevole. Iniziava il suo piccolo concerto, la sua piccola magia, in cui poteva trasmettere quello che voleva intorno, agli altri, nel modo che le era più congeniale. Era un potere che lei padroneggiava senza rendersi conto, riusciva a trascinare le anime di chi la ascoltava dentro di lei, nel suo profondo, e non serviva che conoscessero le canzoni, non erano legate da fili logici apparentemente, Alessandra amava mischiare generi e autori senza pensarci, spesso cambiava la scalette mentre suonava, perchè chi ama la musica è fatto così, una canzone si lega ad un altra e non sai spiegare perchè. Iniziò una piccola introduzione al piano, ma si interruppe al momento di cantare. Avvenne per due volte. Sorrise agli amici, dispiaciuta, sorpresa, grata che fossero tra loro, come al solito. Guardò un punto tra le persone, e si illuminò del suo sorriso più radioso, bella come il sole che li aveva incantati quella mattina di primavera.
- La canzone per te...

 Nearness of you
(Norah Jones)

Non è la pallida luna che mi emoziona
che mi fa tremare e mi rallegra
oh no,
è solo averti vicino

e no è il tuo dolce conversare
che mi porta queste sensazioni
oh no,
è solo averti vicino

quando sei tra le mie braccia
e ti sento così stretto a me
tutti i miei sogni più liberi
diventano veri

non ho bisogno di luci soffuse per incantarmi
se solo tu vuoi concedermi
di poterti tenere sempre così stretto
e di sentire nella notte
di averti vicino.

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