Creato da elioerato il 06/07/2009

Di Noi Due

una storia

 

 

« capitolo 22Capitolo 24 »

Capitolo 23

Post n°23 pubblicato il 08 Dicembre 2009 da elioerato
 

- Sei stata crudele a portarmi qui. Tu lo sapevi e volevi solo ferirmi.
Lorenza brontolava immusonita mentre saliva nell'auto di Lisa, parcheggiata poco distante dal locale.
- Sono stata un'amica invece. Io lo sapevo e dovevo spronarti. Stanno insieme, solo da poco, non ti ha tradita, ma adesso è finita davvero, toglitelo dalla testa.
- Io già me lo stavo togliendo dalla testa, perchè mi hai portata qui?
- Perchè ti conosco Lory, tu ci pensavi troppo ancora... pensavi a come riprendertelo, a come ferirlo almeno... ma anche a proposito di Claudio, non puoi fidarti di lui...
- Cosa centra lui adesso?
Lorenza restava sempre sorpresa dalle intuizioni di Lisa, avevano qualcosa di stregonesco: in poche parole le aveva riassunto la confusione di stati d'animo degli ultimi giorni.
- Piccola, io mi interesso di molte cose, lo sai... ho la certezza di ciò che dico.
Mentre parlava Lisa guidava sicura la sua minicooper rossa, e quando cambiò strada Lorenza si accorse che non stavano ancora tornando a casa. Si accorse di questo Lisa e la anticipò.
- Andiamo all'Etoile... Basta musica sdolcinata, hai bisogno di disco adesso.
- E certo tu lì hai qualcuno da incontrare, vero?
Si sorrisero.
Lisa aveva sui 35 anni, lunghi capelli neri legati un una coda alta, severa, molto truccata e molto sofisticata, curava i dettagli, dai gioielli alle scarpe, tutto emanava un gusto particolare, indipendente, libero. Sapeva guardare dentro le persone, intelligente e persuasiva, riconosceva dai gesti i punti deboli e le abilità di ognuno.
Lorenza era più giovane, delicata e algida, una biondina elegante e raffinata, i suoi modi educati e i suoi toni pastello erano l'opposto dell'amica, eppure andavano in sintonia in tutto. In comune avevano molto in fondo.

Non si sa quando nascono le ambizioni. Forse da bambini, quando si iniziano a tirare le somme di cosa manca e cosa c'è. Forse più in là, quando si inizia a focalizzare cosa si vuole davvero, cosa serve per se stessi. Ci sono casi in cui una persona non ha molto e pretende di più, si impegna e si destreggia per migliorare la propria posizione, e quando si allontana decisamente dallo stato iniziale si placa, si ferma, si gode i risultati. A volte invece una persona ha già tutto ma vuole dimostrare che serebbe stato in grado di raggiungere quel livello con le proprie forze. Queste persone non hanno scrupoli. Perchè non conoscono limiti alla loro sete, non basta la ricchezza, non basta la forza, cercano il potere. Chi possiede già continuerà a volere di più per il semplice fatto di non aver conosciuto mai il nulla, e perchè lo temono da morire. La sana ambizione che porta a progredire esplode in avidità, e non c'è più scampo, ogni altro progetto o scopo in quell'anima si annichilisce, lasciando il posto ad una lucida disumanità.

Lisa apparteneva ad una famiglia molto conosciuta, aveva parenti in politica, parenti nello spettacolo. Erano dal lato di sua madre, e questo le piaceva, godeva degli stessi privilegi senza portarne l'ingombrante cognome, e poteva lavorare con più autonomia. Perchè Lisa aveva lavorato sodo, tutta la vita, quasi per confermare il suo diritto di appartenenza al clima di eccellenza della sua famiglia. Era stata la migliore del corso all'accademia delle Belle Arti, e puntando sulle proprie conoscenze e sulle proprie capacità aveva iniziato ad organizzare mostre ed eventi artistici sempre più esclusivi. Fino a ritrovarsi a nemmeno trent'anni proprietaria della più illustre galleria d'arte della città. Ma voleva di più, e non sapeva ancora cosa. Mancava un elemento fondamentale per farla sentire completa.
Conobbe Lorenza durante uno degli allestimenti più importanti, lei lavorava come arredatrice. Rimase molto colpita dalle sue idee originali e l'iniziò a frequentare per lavoro, diventando poi amiche. E ormai la portava con sè ovunque, nei suoi viaggi d'affari come assistente, ma non solo, e come compagnia, ma non solo.

Lorenza conosceva bene ormai tutti i risvolti del lavoro di Lisa, quanto incidevano soprattutto i momenti informali: tra feste e serate venivano presi accordi con artisti e commesse importanti. Era davvero una bella vita, bei vestiti, bella gente, in bellissimi posti. E L'Etoile era uno dei suoi preferiti, una discoteca molto raffinata, dove le ragazze immagine volteggiavano in tutù sospese nell'aria, la musica era assolutamente piacevole e la selezione all'ingresso faceva sentire importanti tutti coloro che entravano, per il solo fatto di trovarsi lì. Era riuscita a portarci Valerio una sola volta. Ma sembrava un pesce fuor d'acqua, assolutamente estraneo all'euforia che sentiva lei, di essere lì, di essere lì dentro proprio loro due, entrati per merito di Lisa. Restarono un'ora, tornarono a casa senza dire una parola. Ricordando quella serata Lorenza realizzò quanto fossero distanti, quanto diverse erano le loro anime. Tutti i discorsi di lui sulla moralità, il disagio per il suo lavoro. Sì, ne avevano parlato e lei aveva minimizzato, "Pensa ai soldi Valerio! Pensa a quello che hai! Non basta questo a metterti a posto la coscenza?" No, non bastava. Lo capiva adesso che l'aveva visto felice, fuori da quella vita.

Erano quasi arrivate. Quando vide il suv dei gemelli Lorenza capì chi erano andate a incontrare.
In un periodo di crisi economica non esiste nulla di meglio per nascondere il proprio capitale che un'opera d'arte. Ma non sono tutte adatte: devono essere preziose, ma acquistabili lecitamente, e non troppo conosciute, o subito si saprebbe chi la possiede. Claudio si stava occupando della bancarotta di una famosa S.p.A, Lorenza aveva fiutato l'affare, e presto scoprì che un piccolo foglio di carta avrebbe rappresentato due milioni di euro. Era un disegno di Picasso, uno studio per una delle opere minori, certamente autentico. E che Lisa assolutamente voleva.
Mentre Lisa spiegava questi dettagli aggiunse il suo particolare appunto.
- Ho detto ai ragazzi di dire che cercavano te. Che volevano fare del male a te. Molto molto chiaramente. Lo hanno pestato Lorenza, gli hanno rotto il naso forse. E lui non s'è degnato di avvisarti, anzi, ha anche detto dove ti ha visto l'ultima volta, subito, senza pensare a nasconderti. Non puoi fidarti di lui. Toglietelo dai piedi.
Lorenza era sorpresa, dispiaciuta, adirata.
- Come puoi pretendere di controllare tutta la mia vita? Chi incontro e cosa faccio non centrano con te, non hai il diritto di usare i tuoi mezzi per dimostrarmi niente.
- Lo devo fare per te, perchè tu possa aprire gli occhi!
- E cosa significa stasera? mi stronchi Claudio, mi annienti Valerio... dentro di me non devo pensare a nessuno?
Lisa adorava questi atteggiamenti infantili, era una delle cose di Lorenza che amava di più... già... amava... Una piccola smorfia interiore si espresse nel suo sorriso...
- Devi pensare a chi vuoi... e a chi vuole te. Non sopporto se perdi tempo. Dai, siamo belle, siamo sane, non ci manca niente... divertiamoci stasera, ok?

La notte era diventata piacevole finalmente. Mentre tornavano a casa tornava anche il buon umore, quello un po' amaro dell'alcool e dello stordimento, quello un po' acido di piccoli egoismi e della confusione. Lisa era stanca e non riusciva a guidare, Lorenza la stava accompagnando, si sarebbe fermata da lei, non aveva voglia di tornare a casa sua. Ridevano e scherzavano commentando la serata, le persone, le storie. Poi a casa la familiarità, le confidenze, la complicità tra donne, spogliarsi, struccarsi, lavarsi, pettinarsi, i piccoli riti prima di andare a letto.
- Mi sta venendo mal di gola, guarda un po' nel mobiletto, dovrei avere delle pastiglie...
Lorenza aprì l'anta di fianco allo specchio, erano entrambe in bagno a prepararsi per la notte, insieme come di consuetudine, come sorelle, come...
Non seppe spiegarsi come le venne in mente, forse ci aveva fantasticato tanto, forse quella sera aveva bevuto un po' di più, forse lo voleva davvero. Lo aveva visto fare a Lisa tante volte, nei locali, per salutare gli amici più intimi, per fare l'alternativa. E anche quella sera, con i gemelli. Lisa metteva una piccola pasticca sulla lingua, chissà cosa, anfetamina o ecstasi, ma lei non prendeva niente. Lasciava la prendessero gli altri cui la offriva, con un bacio.
Quando Lorenza si ritrovò con la pastiglia in mano non si rese nemmeno conto di averci pensato, di stare per farlo. Ne spinse fuori una dal blister e se la pose sulla punta della lingua, con lo stesso gesto teatrale che vedeva sempre fare a Lisa. E Lisa sorrise, dolce e provocante insieme, e un po' meravigliata, quasi timorosa,  si avvicinò.
Ma questo bacio non si fermò come succedeva con le altre persone.

 

 

 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/elioeratoblog/trackback.php?msg=8107533

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 

DI NOI DUE.

...tutto è da decidere e cosa succederà loro non lo sappiamo nemmeno noi.

Elio & Erato

 

L'INIZIO.

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

LISA

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

TAG

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963