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Breve recensione di Scimpru di Michele F Venturini


  Scimpru di Roberto Valentini, a cura di Michele F VenturiniIniziare a leggere Scimpru di Roberto Valentini è come iniziare a costruire un puzzle: ci sono elementi disgiunti, o almeno così sembra al lettore, elementi che poi vanno ad incastrarsi uno nell'altro fino a formare un quadro completo, esaustivo e compiuto.Il primo elemento sono i tre misteriosi rapinatori che si intravedono nella trama, all'inizio del racconto. C'è stata una rapina con un duplice omicidio e il commissario Rento si trova ad indagare in una villa di Scandiano. Il secondo elemento è che siamo nella pianura padana. Un terzo elemento è che presto ci trasferiremo in Sardegna con l'evoluzione della trama di questo noir, con le classiche tinte fosche ben presenti.Ora l'autore Valentini stacca un attimo e inizia un inciso: siamo in Sardegna dove troviamo Marcello Marras, uno squilibrato che ha conosciuto la detenzione, intento a discutere in termini pacifici con la sorella Maria: Attenzione perché quando ritroveremo i due, staranno discutendo animatamente.Segue un altro elemento che anch'esso appare disgiunto, ma non lo è più di tanto: descrive l'ispettore Rento che sta effettuando un percorso come ciclista amatoriale.La scena che segue presenta Maria Marras che parla con il proprio dirigente, con il quale poi inizia una relazione sentimentale. Nel frattempo l'ispettore Rento indaga sui rapinatori ascoltando una vittima che è scampata all'eccidio di Scandiano. Ma Valentini, da abile romanziere che dimostra di essere, analizza la figura di Aldo Brigas visto come amico e compagno di allenamenti ciclistici di Rento: i due si sono conosciuti durante un allenamento: Aldo ha un ristorante sulle colline di Modena.Le indagini sul duplice omicidio della villa di Scandiano portano l'ispettore ad indagare in Sardegna; fra l'altro la testimone sopravvissuta alla rapina ha detto a Rento che uno dei rapinatori ha pronunciato un parola che lei ha riconosciuto come dialetto Sardo. La parola è Simpru, un termine popolare per dire 'scemo', ed è il soprannome con il quale Marcello Marras viene chiamato dalla sorella.L?ispettore Rento è ora in Sardegna dove gli vengono affiancati due agenti e con loro inizia le indagini.Nel frattempo ritroviamo Marcello Marras che discute animatamente con la sorella Maria e capiamo l'intreccio.: ora i pezzi del puzzle che abbiamo iniziato stanno andando al loro posto, creando una immagine più concreta dell'insieme.Discutendo con la sorella, Marcello la colpisce; cadendo, Maria, batte violentemente la testa e muore all'istante. La lite era scoppiata perché Marcello aveva scoperto che la sorella aspettava un figlio dal proprio dirigente, e ne è geloso.Marcello si recherà a Modena, sulle tracce del dirigente, e a Modena incontra i suoi amici, che sono i rapinatori della villa, finora tenuti separati dalla trama dalla saggia penna di Valentini.Marcello dunque, scopriamo, ha ucciso nella villa di Scandiano per vendetta e non solo per rubare.La scena si sposta ora nel casolare in Sardegna del cugino di Marcello, Giovanni Marras, dove Rento scopre il cadavere conservato in formaldeide di Maria: ma il proprietario del casolare è innocente: Marcello ha nascosto là il cadavere della sorella.Quindi è stato un omicidio per passione, quello che ha sconvolto la comunità di Scandiano.Ora il puzzle è completo: l'intreccio appare in una ottica chiara.L'autore ha saputo mischiare forti passioni e tinte di noir, raggiungendo il traguardo di un racconto ben costruito, che lascia aperte tutte le ipotesi fino all'ultima pagina.