a proposito di elliy

Alda Merini


Alda Merini.  Poetessa e donna straordinaria. Tormentata, anticonformista, provocatrice, inquieta, tenera, dolente.Ho avuto la fortuna di incontrarla - e ascoltarla - nel settembre del 2008, in occasione del Festival della Letteratura di Mantova.Raccontava di avere appena subìto un intervento chirurgico, di avere difficoltà negli spostamenti, ma non rinunciava certo a ribattere vivacemente ai giornalisti che la assediavano già prima di iniziare l'incontro. Ho scattato qualche foto.
Si è presentata così, fisicamente affaticata, abiti dimessi, ma lunghe collane di perle di plastica scintillante, orecchini, smalto rosso sulle unghie, fondotinta, rossetto.E' stato un incontro commovente e divertente nello stesso momento, durante il quale ha fatto anche riferimento al periodo del suo ricovero  in manicomio, rifiutando però di scendere in particolari perchè, diceva, ci sono cose che è bene tacere. Troppo dure per poterle divulgare.E raccontava qualcosa della sua vita e poi di come alcuni giovani la considerassero e la trattassero come un "mito", ma  - diceva - io non sono un mito, sono prima di tutto una donna. Ironia e dolore. E all'improvviso anche una barzelletta e qualche battuta qui e là, così ben recitate che non si poteva non ridere e non sentire di volerle un gran bene, mentre scrosciavano gli applausi e lei accendeva l'ennesima, irrinunciabile sigaretta. Poi, al termine, grande ressa per conquistare il suo autografo, per testimoniarle vicinanza e affetto.
A me, in questo momento, piace ricordarla così: mentre si distoglie un attimo dagli autografi, lascia la penna, i fogli e apre la borsa, in cerca dello specchietto e del rossetto...
                  ... e sorride.Ho qui un suo piccolo libro dal titolo "L'anima innamorata". Leggo:"L'anima è il principio del bene ed è l'occasione ultima per vivere.Il vero involucro del pensiero è l'anima: essa è insospettabile come tutte le verità che non si vedono ma che ci riempiono la vita.A volte l'anima muore e muore di fronte a un dolore, a una mancanza d'amore e soprattutto quando viene sospettata d'inganno.L'anima non è mai religiosa ma è la religione stessa. Quando dico che il peccato fa parte della vita e della morte e quindi anche della redenzione, io sostengo che grazie alla materia noi possiamo controllare la nostra morte e le nostre agonie di pensiero.Io tremo di orrore davanti ai peccati invisibili degli altri e non davanti ai miei, perchè mi conosco talmente bene da sapere che ogni indugio è la premessa di un nuovo riscatto. Mi lascio andare al discorso aperto della vita e spesso a quello che i cattolici chiamano Provvidenza e cioè a quella mano grande che ci soccorre, che è sempre amore e che è sempre indulgenza di amore.Un'anima come la mia è già nell'eternità nel senso che ha capito che il tempo non ha valore, che l'uomo non può fermare la morte ma che ha in sè una sentinella vigile che è la sua anima e con quella è consapevole dell'amarezza della vita e tornerà, se Dio vorrà, alla culla del suo Creatore".