Continuano le avventure del piccolo Edo... ma questa volta ci sono due finali possibili. Quale sarà il migliore? Il più adeguato al personaggio? Magari ne esiste un terzo?Edo e il buco nero
Il piccolo Edo spalancò gli occhi:- Ohhhhhh! – esclamò al colmo dello stupore.Uno buco nero gli si era parato davanti, così, senza preavviso.Lui aveva buttato a terra lo zaino pieno di libri ed era rimasto imbambolato, a guardare.Finché uno scintillio, proprio dal centro di quell’enorme buco, sembrò risvegliarlo, mentre cento faville di ogni colore abbagliavano il suo sguardo e un odore caldo di zucchero filato cominciava lentamente ad avvolgerlo.- Strano – ebbe il tempo di pensare – i buchi neri descritti nel libro di scienze non sembrano così...- Così come? – gorgogliò nel suo orecchio una voce caramellata.Edo ebbe un sussulto, un po’ dappertutto:- E tu chi sei?- Chiudi gli occhi ed entra. Non è tempo di fare domande. Puoi soltanto desiderare, qui, ma in silenzio. Io seguirò i tuoi pensieri... – la voce era divenuta un soffio sapiente, che gli procurò un brivido. Un altro.Impossibile resistere. Edo obbedì, e si tuffò!Non vide molto, lì per lì: un gran calore, lingue di fuoco gli invasero le viscere e il petto e ogni pensiero, per esplodere a un tratto in un grido, forse un richiamo, forse il ricordo di un dolore. Subito dopo, la solita voce, di miele:- Rilassati ora, non corri pericoli, finchè resti qui.Qui. E’ bello qui, pensò il piccolo Edo sdraiandosi e socchiudendo gli occhi, mentre voltava lo sguardo da un lato. C’era l’abbraccio di mamma, da quella parte, il pane imburrato, il ragù della domenica, il dondolio di una ninna-nanna.- Mmmmm... – fu il suono che riuscì ad emettere Edo, girandosi dall’altra parte e trovando lì i giochi d’infanzia, la voglia di correre come un matto lungo i marciapiedi, tra i banchi del mercato, dentro i portoni, lungo i corridoi della scuola, correre e giocare e giocare... l’arco, le frecce, le biglie colorate, i soldatini di piombo.- Ma... hai acceso la radio? - riuscì a domandare un po’ confuso. - Oh no, no... sto soltanto seguendo i tuoi desideri... – cantilenò quella voce glassata.La musica c’era, la sentiva! Forte. Note che urlavano vita, che si schiantavano, dentro, per scheggiare, scalfire almeno il terrore, per esigere libertà libertà libertà! - Mmmmm... – continuò a mugolare Edo, pensando che tutto sommato poteva attendere, per ora, la libertà. E si spostò ancora un po’, ancora un po’... - Tempo SCA DU TO! – avvertì una voce metallica – Espulsione tra sessanta secondi: 60 – 59 – 58...- Come sarebbe tempo scaduto? Espulsione? – protestò Edo – Sul libro di scienze c’è scritto che il buco nero ha una capacità di attrazione fortissima...- Fortissima, è vero... 44 - 43 - 42 ...- E dice anche che nessuno...- Nessuno, infatti! ... 32 – 31 – 30...- E il libro dice anche che...- Smettila! Ci sono misteri nell’universo che non verranno spiegati mai ...15 – 14 – 13...- Ma io voglio rimanere qui! A giocare qui!- Addio! 4 – 3 – 2...Splut!*1° finale- Ahi! – urlò il piccolo Edo cadendo a pancia all’aria sui suoi libri, sparpagliati a terra.Si rialzò, vagamente dolorante in qualche punto che non riusciva a definire. Si guardò intorno, ma non vide nessuno. Soltanto, ai suoi piedi, lo zaino devastato. Allungò un braccio per raccogliere i libri e solo allora si rese conto dei vestiti strappati e di un piccolo graffio sul braccio. - Oh noo! - si preoccupò, rimanendo a guardare e riguardare la minuscola ferita, meditando sul da farsi. Poi, vagando con lo sguardo, si accorse di qualcosa in mezzo all’erba. Si chinò: era una fionda!- Bellissima! – sorrise.Abbandonò lo zaino, troppo pesante, e si avviò fischiettando, mentre raccoglieva piccoli sassi aguzzi da usare come munizioni per il suo nuovo giocattolo.Svolazzavano parecchi uccellini, da quelle parti.2° Finale - Ahi! – urlò Edo cadendo sui suoi libri, sparpagliati a terra.Si rialzò a fatica, dolorante in più punti del corpo, che neanche riusciva bene a identificare. Si guardò intorno, ma non vide nessuno. Soltanto, ai suoi piedi, lo zaino devastato. Allungò un braccio per raccogliere i libri si rese conto dei vestiti strappati, vide qualche livido sulla pelle.Soltanto più tardi si sarebbe accorto delle ferite più profonde, ma – infine – sarebbe cresciuto.Forse.???