Nessuna promessa

IL VATE IEORGEUT


Per me quest'uomo è un genio!!!!!! Leggete, leggete.....Pudicamente, qualcuno ha usato la sorvegliatissima formula "un po' mi mancate": che dà l'idea, più che di un'ammissione, di una simpatica concessione. Qualcun altro invece ha scelto il più classico "mi mancate tanto". Altri, infine, non si sono espressi per niente, e chi sa se il loro silenzio non sia in realtà molto eloquente (ma speriamo di no). Nessuno però ha fatto un elenco ragionato di quel che gli manca di chi. Il mio è qui sotto, senza alcuna pretesa di esaustività.  Di ELENA mi manca lo sguardo killer, di ghiaccio, le occhiate raggelanti da dietro il computer. Mi manca inoltre la gustosa gergalità del suo intercalare ("Figa!") e dei suoi congedi ("Ragazzi, io levo le tolle").  Di ELVIRA, so già che me ne pentirò, ma devo confessare che mi mancano perfino - e stavo per dire: soprattutto! - i suoi eccessi. C'è un momento cruciale, delicatissimo, che tutti conserviamo gelosamente nella memoria e nel cuore: è quando lei alza lo sguardo, punta la vittima designata, scuote impercettibilmente la testa, apre la bocca a un mezzo sorriso e sembra cercare le parole più appropriate (o le più inopportune, è l'istess...). Sono pochi secondi, è un momento di sospensione quasi sacra, in cui ci si prepara al peggio e ci si aspetta di tutto.  Di FEDERICA mi mancano i nostri scintillanti, ormai famosi, dialoghi. E l'impagabile piacere nel sentirla pronunciare la prima vocale di "foto".  Di MIMMO mi mancano le discussioni con Maria Valeria. (Ma anche la conversione garantista dell'ultimo periodo). Di MARIA VALERIA mi mancano le discussioni con Mimmo. (Ma anche gli splendidi duetti, a pomeriggio inoltrato, nell'aula-redazione quasi vuota, con Giannimarotta; e solo pochi fortunati sanno di che cosa sto parlando).  Di CINZIA mi manca il modo pulito, da attrice, di scandire le parole. E poi quel suo curioso vezzo di parlare ogni tanto di sè stessa in terza persona: "Ragazzi, guardate che ha scritto la Morgante...", "Se avete qualche problema, c'è qui la Morgante...", ecc.  Di RITA mi manca l'innata eleganza, quello stile che la farebbe sembrare in qualsiasi ambiente a proprio agio, padrona di ogni situazione. E poi mi mancano i suoi "e va beh...".  Di JUDITH mi mancano i giudizi improvvisi, inappellabili ("io lo adoro", "io non lo posso vedere"), sempre sorprendenti e mai banali, lampi di intelligenza allo stato puro.   Di DAVIDE mi manca la pazienza di cui ha dato prova quando mi ha avuto come compagno di pagina, per ben due volte, negli ultimi numeri di LabIulm.  Di SALVO mi mancano quei momenti in cui alza lo sguardo e con una smorfia ironica sulle labbra ciondola il capo e pronuncia a voce bassa un commento su qualcosa o su qualcuno.  Di GIANNIMAROTTA mi manca naturalmente la suo suoneria del cellulare (è da giorni che cerco di ricordarne il motivetto, ma inutilmente fino ad ora). Che dire poi delle canzoni che intonavamo insieme? Che malinconia... Torneranno più, quei tempi?  Di LAVINIA mi manca l'imparagonabile flemma. Di ANDREA mi mancano i soprannomi di cui detiene il copyright ("Iorghiut" ed "Elvis" su tutti) e le volte in cui mi chiamava per farmi leggere il Gramellini di giornata.   Di ALESSANDRO T. mi mancano le smorfie. Per quanto possa apparire incredibile, infatti, qui a "Libero" se n'è fino ad ora astenuto...  Saluti,AG