Nessuna promessa

MENO UNO


Domani è il gran giorno. Domani sapremo.Nell' 82 io non c'ero. Fisicamente non esistevo ancora. Eppure quando vedo le immagini di quel mondiale, di Tardelli che urla in faccia al mondo, di Rossi che la toccava e la metteva dentro, di Pertini che esulta in tribuna, mi emoziono sempre.Del '90 mi ricordo gli occhi spiritati di Schillaci. Ci eravamo appena trasferiti nella casa nuova, non avevamo abbastanza sedie, le partite me le vedevo distesa per terra, e non era male perchè faceva caldo, e il marmo è duro ma fresco.Il '94 è stato il mio mondiale. Nel senso che l'ho vissuto proprio intensamente. Ricordo la partita con la Nigeria. Ero a Ferrara con mio padre. Perdevamo uno a zero, e mancavano pochi minuti. ''Ormai è finita''. Ci prepariamo per uscire dalla camera d'albergo,  e sento Pizzul urlare. Pareggio. E poi vittoria ai supplementari. Qundo uscimmo la città era impazzita: alcuni si volevamo buttare nel fossato del castello. E poi quella maledetta finale. Le lacrime di Baresi. Un azzurro che saluta la coppa da lontano.Nel '98 ero convinta che potessimo far bene. Avevamo una squadra forte. Vieri pareva Riva. Era venuto a trovarci mio cugino. Eravamo pronti a festeggiare. Ma la Francia rovinò tutto, sempre con quei maledetti rigori. ''E andiamo a casa''. Nel 2002 avevo la maturità. Studiavo e mi guardavo le partite. Mi ero sistemata in camera: sedia a sdraio davanti alla tv, ho visto anche un Cina-Costa Rica. Quando la Corea ci ha sbattuto fuori ho pianto. ''Non li vedrò mai vincere''.E poi c'è domani. Non so ancora dove sarò, con chi la vedrò. Una finale, dopo 12 anni. Contro la Francia. Ancora non ci credo.