Nessuna promessa

NIENTE DI NUOVO


Prima di scrivere questo post, ho aspettato un po' per non farmi contagiare da quanti, dopo che Silvio Berlusconi ha annunciato lo scioglimento di Forza Italia, la nascita di un nuovo partito, la morte del bipolarismo da lui stesso creato e  l'apertura al dialogo con le forze del centrosinistra per una riforma elettorale in senso proporzionale, ha parlato di svolta epocale e di cambiamento dell'orizzonte della politica italiana.
Senza dubbio Berlusconi ha sfoderato ancora una volta un'incredibile capacità di scompaginare le carte, di sorprendere, di giocare in contropiede nei confronti degli alleati, dopo che per mesi aveva dichiarato l'indisponibilità di Forza Italia a trattare con la maggioranza. Ora apre al dialogo, mettendo Fini e Casini nell'angolo in cui fino a poche ore prima sembrava lui stesso costretto.Il Cavaliere si dice disponibile a discutere di legge elettorale con il neo segretario del Pd, Walter Veltroni, con cui auspica un incontro nei prossimi giorni, rimangiandosi tutto quello che aveva affermato sino a poche ore prima. Ma non c'è nulla di nuovo. Già durante la prima esperienza di governo del centrosinistra, Berlusconi si era seduto al tavolo della Bicamerale con Massimo D'Alema per disegnare le riforme istituzionali.  Quel tavolo il Cavaliere lo fece saltare non appena si accorse che avrebbe potuto tranquillamente ridisegnare l'assetto istituzionale dell'Italia vincendo le elezioni, senza dialogare con i suoi avversari.Insomma, D'Alema venne come si dice in gergo, fottuto e il centrosinistra uscì logoro dal dialogo con l'allora opposizione. Ora, se Berlusconi ha fregato D'Alema, vuoi che non riesca a fregare in qualche modo Veltroni, trascinandolo in una trattavia quasi certamente sterile?Un'ultima osservazione. Tredici anni fa Berlusconi creò quasi dal nulla un partito che è stato soprattutto un marchio, per di più vincente: Forza Italia. Ora ci rinuncia, per cimentarsi nella creazione del Partito della Libertà o Partito del Popolo, che dir si voglia. Ragionando in termini di marketing politico, non c'è paragone  tra l'immediatezza e la freschezza del marchio di Forza Italia e la stanchezza che si avverte nelle ipotesi di nome della nuova formazione, a testimonzianza del fatto che  ormai, Berlusconi, nonostante i suoi attacchi alla politica politicante, è diventato, giocoforza, un politico di professione.