Nessuna promessa

RICORDI E MEMORIA


Ricordo la prima volta che presi in mano quel libro. Avevo undici anni. Mia madre, insegnante alle medie,  lo aveva scelto come testo di narrativa per la sua terza. "Se questo e' un uomo". Primo Levi, Edzioni Einaudi. Copertina bianca, due strisce orizzontali rosse a incorniciare il titolo. Al centro,  una foto in bianco e nero dell' ingresso di Auschwitz, con la scritta  "Arbeit macht frei". Lo lessi in pochi giorni e rimasi scioccata. Perchè un conto è leggere sul sussidiario di quinta elementare della "soluzione finale". Un altro è sentire raccontare da una persona che in quei campi c'è stata, l'orrore della vita quotidiana oltre il  filo spinato, la fatica fisica di portare dei pezzi di acciaio in mezzo alla neve, le piaghe dei piedi avvolti nudi in scarpe di legno, la lotta per conquistare un mestolo di brodaglia in più, il lezzo insopportabile all'interno delle baracche, la paura della visita medica che avrebbe condannato gli inabili al lavoro, il rimpianto per quel piatto di pasta lasciato a metà prima di essere caricati sul treno per la Polonia. E poi, quel tormento, di riuscire a sopravvivvere all'inferno, e non essere creduti al proprio ritorno. Primo Levi sopravvisse ad Auschwitz. Sopravvisse anche al viaggio di ritorno, dopo la liberazione del campo. A piedi, o con mezzi di fortuna,  fino in Italia attraverso la Russia. Ha raccontato tutto, nei dettagli. E' soprattutto merito suo, se oggi i ragazzi sanno, più o meno, cosa succedeva ad Auschiwitz. E, per quanto mi riguarda, i versi cui Levi ha fatto precedere il libro, mi sono rimasti scolpiti nella mente.« Voi che vivete sicuriNelle vostre tiepide case,voi che trovate tornando a seraIl cibo caldo e visi amici:Considerate se questo è un uomoChe lavora nel fangoChe non conosce paceChe lotta per un pezzo di paneChe muore per un sì o per un no.Considerate se questa è una donna,Senza capelli e senza nomeSenza più forza di ricordareVuoti gli occhi e freddo il gremboCome una rana d'inverno.Meditate che questo è stato:Vi comando queste parole.Scolpitele nel vostro cuoreStando in casa andando per via,Coricandovi alzandovi;Ripetetele ai vostri figli.O vi si sfaccia la casa,La malattia vi impedisca,I vostri nati torcano il viso da voi. »