Nessuna promessa

CAMPAGNA ELETTORALE 2008: UN PRIMO BILANCIO


Primo bilancio di questa fase iniziale della campagna elettorale. A parte l'uso smodato (e spesso strumentale) di sondaggi da parte dei vari candidati, che il più delle volte presentano numeri e percentulali  senza essere accompagnarli dall' informativa (ovvero quella nota dove vengono indicati  le persone intervistate, la modalità di raccolta dati, il committente, il periodo relativo), va registrato che, nonostante si venga da due anni di governo di centrosinistra, il Partito Democratico sta riuscendo a condurre una campagna elettorale per certi versi molto simile a quella di Berlusconi nel 2006. Su questo Berlusconi ha ragione: Veltroni parla come se si stesse venendo da due anni di governo di centrodestra: la stessa tattica utilizzata dal Cavaliere nel 2006, con buoni risultati.  I dati, ad ogni modo,  danno il Pd in svantaggio, con qualche segno di miglioramento, ma quello che più conta, è che, forse per la prima volta dopo anni, non è il centrodestra a dettare l'agenda politica della campagna elettorale. Il leader del Popolo della Libertà,  la cui tenacia  e abilità di comunicazione sono proverbiali, dà l'impressione di rincorrere, pur essendo in vantaggio. Le polemiche sul caso Ciarrapico ( e qui, un ruolo fondamentale l'ha avuto Repubblica nel lanciare la boutade)  e la gaffe sulle precarie che, secondo il Cavaliere, risolverebbero i loro problemi sposando uno come suo figlio, fanno registrare un certo affanno comunicativo del sempiterno candidato premier. Anche il gesto di stracciare il programma non è ha certo avuto un buon riscontro a livello mediatico. Rispetto alla campagna elettorale precedente, l'offerta politica è più composita e più coerente, almeno in apparenza: ai due principali competitor,  si aggiungono La Sinistra Arcobaleno, la Destra, la Rosa Bianca, i Socialisti di Boselli, che non hanno alcuna chance di vittoria, ma potrebbero risultare determinanti nella formazione di una maggioranza parlamentare, tenendo conto della legge elettorale. Tutte queste formazioni, però, nessuna esclusa, si scagliano quotidianamente contro Pd e Pdl, accusandoli di aver egemonizzato abusivamente la scena politica. D'altra parte, il leader del Pdl continua a parlare di voto utile (ovvero di voto dato ai due principali partiti), suscitando le ire transfuga della Cdl Casini. Anche in questo Veltroni ha buon gioco: finora ha evitato di attaccare direttamente le forze minori, invitando semplicemente a votare per il Pd. Scelta che contribusce a creare un clima positivo attorno al neonato Partito Democratico.Siamo solo all'inizio, manca ancora un mese al voto, e la campagna elettorale deve ancora entrare nel vivo, ma per ora l'impressione è che il Pd giochi in maggiore scioltezza, mentre al Pdl cominci a pesare la posizione di vantaggio in cui si trova. Ad ogni modo, come si titolava due anni fa, decideranno gli indecisi. Un paradosso, ma per ora il 30 per cento degli elettori non sa che pesci pigliare al mercato dell'offerta politica.