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TELETHON: AL NEGRI DI MILANO IL PUNTO SULLA SLA


(AGI) - Milano - I progressi piu' recenti degli studi condotti da Telethon sulla sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono stati illustrati oggi in un incontro presso l'Istituto Mario Negri di Milano, nell'ambito dell'iniziativa che ha visto la Fondazione Telethon aprire i suoi laboratori al pubblico. A parlare del progresso negli studi sulla sclerosi laterale amiotrofica, malattia degenerativa rara caratterizzata da una perdita graduale di neuroni motori, Caterina Bendotti, Valentina Bonetto, Massimo Tortarolo e Pietro Veglianese, ricercatori dell'Istituto Mario Negri che, grazie ad un finanziamento avuto da un bando Telethon, lavorano ad un progetto di ricerca su questa grave patologia genetica. "La nostra ricerca sulla SLA ha due obiettivi fondamentali - ha affermato Caterina Bendotti, Capo del Laboratorio di Neurobiologia Molecolare dell'Istituto Mario Negri - Uno e' quello di capire i meccanismi che fanno degenerare specificamente i motoneuroni per poter identificare i bersagli giusti per una terapia efficace e l'altro e' quello di poter individuare i marcatori biologici specifici che permettano di fare una diagnosi precoce della malattia e di capire come si evolvera". "La ricerca contro le malattie rare, come la SLA, deve rappresentare una priorita' per l'importanza che riveste per meglio capire anche le malattie neurodegenerative piu' comuni - ha affermato Silvio Garattini, Direttore dell'Istituto Mario Negri intervenuto alla giornata. Sono anche intervenuti Mario Melazzini, presidente dell'AISLA (Associazione Slerosi Laterale Amiotrofica) e Lucia Monaco, Responsabile Ufficio Scientifico Comitato Telethon Fondazione Onlus. "Vicini alla ricerca - ha sostenuto Lucia Monaco - rappresenta per la nostra organizzazione un ulteriore passo per avvicinare il grande pubblico ai temi della ricerca scientifica. A questo si aggiunge poi la volonta' di rafforzare la squadra Telethon, fatta di ricercatori, partner di raccolta e associazioni di malati che, con il loro sostegno, ci permettono di vedere la cura come obiettivo sempre piu' vicino".