transito e dintorni

Questa Notte le mie Parole saranno i tuoi Occhi


-*-…         “Dove mi stai portando?” la sua voce è carica di entusiasmo e curiosità.I suoi passi sono titubanti, ma è naturale, non è abituata a non vedere, continua a partorire domande su domande, “Come mai questa sorpresa?”, “E’ il mio compleanno e non mi ricordavo nulla?”, “E’ il nostro anniversario? No questo è impossibile, non stiamo nemmeno assieme.”Non smette di parlare, quasi stia cercando di usare le parole come un bastone per non vedenti.E’ bendata.La seta è la linea di confine tra la luce e l’oscurità, tra la realtà visiva e l’immaginazione.Guardo com’è vestita, osservo il suo volto luminoso e gaio, e anche se non li vedo so che ha gli occhi che brillano. Mi stringe forte la mano, quasi volesse dirmi di non lasciarla mai, e perché mai dovrei farlo ? Era una vita che la stavo aspettando.Mi promette che non si toglierà la benda, e so che lei, è una persona che da il giusto valore alle parole. Si vede chiaramente che è curiosa perché alza leggermente entrambe le sopraciglia.E così inizia la nostra serata, noi due che usciamo con lei stretta al mio braccio, ed io che anticipo di poco i suoi passi.Le apro la portiera e la faccio sedere, inserisco il cd e le casse secernono le note di un pianoforte, e poi inizia a cantare Michel Andrews. La canzone è Mad World e ad essa ne seguiranno altre durante il percorso. Mi chiede se può durante il tragitto levarsi la benda, ma le dico che non può, che questa notte le mie parole saranno i suoi occhi e così mi diverto a raccontarle fatti improbabili; le racconto che c’è un uomo a cavallo che ci affianca e mi chiede se può prenderla in sposa, o che nel cielo c’è un grande dirigibile che pubblicizza una nuova compagnia aerea low cost. Arrivati a destinazione, le dico che deve fare attenzione ad alcuni gradini, e poi le descrivo la grande sala da pranzo del castello, c’è un brusio di fondo, potrebbero esserci tre persone come una folla indefinita, ma lei sorride, non le interessa del mondo circostante, in questo momento ci siamo solo noi due.E’ attenta alle mie parole, cerca di carpire variazioni di tono, probabilmente nella sua testa mette da  un lato le cose che sono probabilmente vere e dall’altra quelle che potrebbero essere o sono palesemente false.Le descrivo prima a grandi linee la sala da pranzo, il grande lampadario che scende dal soffitto, le immense vetrate tiffany, il pavimento in legno e poi scendo lentamente nei dettagli, da com’è ricamata la tovaglia, all’ammaccatura del candelabro, alle gocce di cera che, come lacrime scendono su un viso senza volto.Una volta seduti, il cameriere posa tra le mani curate della signorina bendata la carta dei piatti, lei sta al gioco e con la testa scorre sulle parole dello stesso colore dello sfondo, ed io le vado dietro leggendo ciò che non vede. Quando ritorna il cameriere per chiedere cosa abbiamo deciso, gli indico con il dito e dico solo “Un piatto di questo” o “Intanto ci porti un po’ di” “Mentre come vino abbiamo deciso”. Chiacchieriamo nell’attesa delle pietanze e quando arrivano, sono io che le porto il cibo alla bocca, prima appoggio il boccone sul labbro inferiore, così lei può sentire se la temperatura va bene, e poi inizia a masticare.Si gusta ogni singola boccata.Mangiamo tanti piccoli piatti diversi assaporando sapori e profumi come non è possibile fare ad occhi aperti.Mi avvicino al suo lobo, lei sembra percepire la mia presenza, cerca il mio profumo, le sussurro che questa notte le mie parole sono i suoi occhi e un brivido le percuote in maniera impercettibile il corpo. “Devo dirti una cosa” mi dice, “Sono qui dimmela”, “No, è una cosa tra noi due, avvicinati”, così mi avvicino a lei.“Mi piace vedere attraverso le tue parole. Posso vedere cose che altri nemmeno immaginano” La cena è finita e siamo fuori dal ristorante, sono dietro di lei, la temperatura s’è abbassata notevolmente, il cielo è terso, la stringo e guardo quante pietre luminose sono incastonate nel velluto nero sopra di noi.Una stella esce dalla sua sede e precipita.Le dico che una stella cadente sta illuminando il cielo e che deve esprimere un desiderio. Lei sta per dirmi qualcosa, ma le appoggio l’indice sulle labbra e le dico che non deve dirlo ad alta voce, altrimenti non s’avvera.Si ritorna a casa.E’ stata una lunga serata, abbasso il volume non appena m’accorgo che s’è addormentata.Arrivato sotto casa sua la prendo in braccio, fa qualche smorfia ma non si sveglia, l’adagio sul letto, non la spoglio, le sfilo solo la benda e con tre giri la metto al suo polso destro. Se per caso domani mattina si chiederà se è stato tutto un sogno, vedendo la benda non avrà dubbi.Esco chiudendo la porta senza far troppo rumore.Me ne ritorno a casa lasciandola ai suoi sogni, alle domande che le si presenteranno.Perché le ho fatto questa sorpresa? Cosa sarà stato vero di quello che le ho raccontato?Ed è caduta veramente quella stella cadente?…Se il suo desiderio s’avvererà, probabilmente una stella è caduta per Lei.  .-Emanuele