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Tretteche Sande Emiddie


clicca immagine    Natura non facit saltus, gli amministratori abruzzesi SI! ovveroForze della Natura e modelli di sviluppo in Abruzzo in una pagina. Con l’intercessione di Sandə Emiddie è “passata” la paura, come titolano i giornali Abruzzesi, la nostra capitale ritorna alla normalità, ma quanto precaria è questa normalità??? e soprattutto perché?L'Aquila, anno domini 2009, intensità 5 magnitudo 4 : una scuola e due case lesionate, tanto panico (eppure solo una scossetta, di gran lunga inferiore di quella del 1958). Guardate le due cartine dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: in quella a sinistra la zona viola indica grossomodo l’area dove è statisticamente molto probabile che si propaghino onde sismiche distruttive almeno una volta durante la vita di una persona. Guardate ora quella a destra: le zone rosse sono quelle in cui, per legge, si dovrebbe (perché poi non sempre è vero o sufficiente) costruire in modo che gli edifici non crollino se investiti da tali onde sismiche. Anche L’Aquila, purtroppo, è nella zona di massima pericolosità, ma qui le case non sono particolarmente rinforzate. La storia sismica de L’Aquila (che è una città relativamente recente) conta almeno 68 episodi sismici di cui 6 disastrosi con molti danni e vittime (1315, 1349, 1461, 1703, 1762, 1791). Per meglio capire lo stato delle cose basta cliccare a classificazione sismica comuniitaliani e vedere che gli amministratori di Umbria e Lazio sono di gran lunga più avveduti dei nostri, quest'ultimi, forse più presi da altre esigenze.Chieti non ha neanche un terremoto rovinoso (un paio di scosse nel 1881-1882 fecero pochi danni in città e neanche un morto), le case si costruiscono allo stesso modo che all'Aquila, come mai? Chieti formichina e L’Aquila cicala? Oppure forse è una strategia di “sviluppo” diversa?  Bisogna chiedere ai nostri amministratori! Virtuosa Sulmona fosti distrutta nel 1706, ma dopo hai adottato giuste norme antisismiche, almeno questo! Il calcolo del Rischio Sismico è complesso, non solo tiene conto dell’intensità e dell’energia dei terremoti, ma anche di quanto essi siano frequenti e quanto sia la società preparata ad affrontarli. I terremoti non si prevedono e non si possono evitare ma si possono prevenire i loro effetti negativi! Natura non facit saltus cioé le onde sismiche non girano intorno ai feudi imprenditoriali o di potere o di semplice incoscienza ma proprio li penetrano maggiormente e lasciano rovina e inutili recriminazioni, oltre a far spendere fiumi di denaro, magari con criteri clientelari, per la ricostruzione sulla pelle della gente….Irpinia docet.Francesco Stoppa - Docente di vulcanologia UdA-