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La nostra vita


clicca immagine e attenti alla crepa L'Abruzzo di questi giorni è saturo di storie che mai avremmo voluto sentire; si sa la vita delle persone e quindi la tua, l'afferri- in questa folle corsa dell'oggi perpetuo, senza i domani-, quando lo strazio irrompe nelle nostre case attraverso i mas media, oppure perchè un tuo fratello, un amico un..., non correrà più con te.Se gridi fermiamoci, sei uno iettatore, un signor no, un disfattista, un untore.Noi sappiamo che i disastri ecologici e quelli geologici hanno una stessa matricie :AVIDITÀ, INCURIA, DISUMANITÀ, IGNORANZALa vita corre davanti a te per un dove sempre più sconosciuto; per una Italia fatalista già di per se che grida Silvio salvaci tu, il più è fatto.                                                                 2000 anni fa, ci fu chi disse : la verità, vi renderà liberi .Noi ci crediamo e la cerchiamo in quei rari attimi tra un salto ad ostacoli, un ingiuria e un :  ma chi te lo fa fareCHIETI, città che il terremoto dell'Aquila ha solo sfiorato, ma per i suoi nuovi  palazzi dell'A.T.E.R. forse è bastata quella semplice e ruvida carezza per allertare un geologo scrupoloso, che preferisce il ruolo scomodo di sentinella, piuttosto del comodo silenzio:ESPOSTOAlla cortese attenzione diProcura della Repubblica presso il Tribunale di CHIETI  Via Bertrando Spaventa, 4, 66100 CHIETI (CH)Raccomanda AR anticipata da FAX ed E-mail: procura.chieti@giustizia.it  Fax 0871 - 4238301 / 4238361  Io sottoscritto Francesco Stoppa residente in ..........espongoquanto di seguito riportato affinché l' Autorità competente, valutati i fatti, prenda i provvedimenti e le iniziative che riterrà opportune.A seguito degli eventi sismici verificatisi in Abruzzo e in particolare della scossa del 6 aprile 2009, in qualità di Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università ho avuto modo di seguire l’andamento del fenomeno e di fare una ricognizione speditiva e di massima dei danni in provincia dell’Aquila, di Pescara e di Chieti. Da tale ricognizione si evince che alcuni edifici di Chieti hanno fornito una risposta sismica che può essere considerata anomalamente negativa rispetto all’andamento generale. L’Intensità media a Chieti è stata pari al 5-6 grado della scala mcs, mentre in tali edifici il danno è stato tra il 6 e il 7 grado di tale scala. Ciò può essere dovuto a varie cause locali e specifiche anche concomitanti tra loro di cui alcune potrebbero essere riferite ad inadeguatezza tecnico –strutturale degli edifici o abnormità. Inoltre trovandosi Chieti in seconda categoria si suppone che eventuali lavori di ripristino o consolidamento degli edifici siano certificati per tale categoria allorché questi vengano effettuati. La peggior risposta sismica a Chieti è stata osservata in un gruppo di edifici dell’ATER situati in via Amiterno e in via Pescara. In particolare almeno una delle palazzine di via Amiterno presenta danni a una o più travi del I piano e quindi tale danno sarebbe “strutturale” per definizione e richiede un attenta analisi per individuare possibili conseguenze sulla statica dell’edificio e la sua risposta sismica futura ad eventi tellurici anche più ampi dell’attuale cosi come previsto dalla collocazione del Comune di Chieti in seconda categoria e dalle carte di pericolosità dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dalla pregressa storia sismica di Chieti (2 eventi storici conosciuti tra il 7 e l’8 grado MCS nel 1882 e 1706). Si può per ora solo ipotizzare che tale danno “strutturale” possa essere dovuto a una o più delle cause sottoelencate: cedimento fondale dovuto ad eccessivo carico-sollecitazione e/o scarsa resistenza al taglio del terreno di fondazione e/o inadeguatezza della fondazione; o, più probabilmente, vulnerabilità dell’edificio dovuto a: qualità scadente del manufatto e/o dei materiali utilizzati, variazioni rispetto al calcolo strutturale originale senza che l’edificio sia stato riadeguato (es. aggiunta di altri piani o carichi), edificio non particolarmente o malamente rinforzato per ciò che riguarda la sua capacità di resistenza a sforzi di taglio; altre vulnerabilità da definite etc. I testimoni residenti riferiscono di danni estesi fino all’ultimo piano dell’edificio/i.Si è osservato anche che alcuni pilastri in cemento armato del pianterreno sono “ingrossati” mediante giustapposizione d’opera muraria che ovviamente si è comportati in maniera “differenziale” durante la sollecitazione sismica cosi come pure le temponature e i rivestimenti che sono risultati distaccati, lesionati e crollanti. Si osservano ad oggi interventi repentini di “ripristino” (effettuati quindi dopo il danneggiamento) con conseguente copertura e altrazione del danno visibile. Per maggior completezza si allega localizzazione approssimativa degli edifici danneggiati (indicati da frecce rosse) e foto di alcuni dettagli dei danni qui sopra descritti.Con osservanzaProf. Francesco Stoppa20/04/2009Professore Ordinario di Vulcanologia.Ex membro Commissione Nazionale Grandi Rischi.