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La qualità dell'aria


 L'associazione civica "Porta Nuova" di Vasto, l'associazione "CostAmbiente" di Atessa, il comitato spontaneo di San Salvo, l'associazione "Ecovie" di Lanciano indicono per domani Sabato 16 Maggio, alle ore 10 e 30, presso il bar "Insomnia Café" in piazza L. V. Pudente (davanti al Palazzo d'Avalos- Vasto), una conferenza stampa sul tema:  "La qualità dell'aria in Abruzzo e in particolare nel Distretto Industriale del Vastese".   Nell'occasione sarà presentato un articolato studio sul tema, a cura dell'associazione "Porta Nuova", contenente molti dati piuttosto sorprendenti.Associazione civica Porta Nuova – Vastowww.portanuovavasto.altervista.org Comunicato stampa 16 Maggio ‘09Qualità dell’aria nel Distretto Industriale del Vastese (con una nota sugli IPA in Abruzzo) Quella che segue è la sintesi di un più ampio studio (leggibile per ora solo in: http://www.scribd.com/doc/15484783/aria-16-05-09, presto anche sul nostro sito web), di argomento: la qualità dell’aria nel Distretto Industriale del Vastese (S. Salvo-Gissi-Atessa) e –per certi aspetti non secondari- nell’intero territorio abruzzese. Qui ci limitiamo, con l’ausilio di tre grafici, a sintetizzarne alcuni aspetti salienti. 1. Gli IPA in Abruzzo. Gli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) sono una famiglia di composti provenienti dalla combustione incompleta di materiali organici. Le fonti più importanti di origine antropica sono gli impianti termici, le centrali termoelettriche, le fonderie, gli inceneritori; marginalmente le emissioni veicolari. Le proprietà tossicologiche della maggior parte di essi sono ancora sconosciute. E’ dimostrato però che alcune sono potenti cancerogene, mutagene, e tossiche per la riproduzione. Sicchèé, secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute), per gli IPA “non esistono livelli di concentrazione a rischio zero per la salute pubblica”. In Abruzzo il laboratorio mobile dell’ARTA, in una serie di rilevazioni effettuate almeno dal 2001, ha trovato livelli altissimi di questo inquinante, ancora più impressionanti se li si confronta con i dati omogenei registrati dalle altre agenzie pubbliche regionali nel resto d’Italia. La Figura 1 dovrebbe dare un’idea. La circostanza è stata sinora incredibilmente ignorata da tutti, a cominciare dall’ARTA che a più riprese ha trovato il coraggio di definirli: “da traffico”. A maggior ragione viene ignorata dal Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria (2007), il documento fondamentale di riferimento della politica regionale nel settore. L’ARTA ha trovato poi anche il modo di far sparire dal suo sito una parte dei dati… Li ripubblichiamo integralmente noi, in:   http://www.portanuovavasto.altervista.org/inquinamentoatmosferico/inquinabruz01_08.html       2. I dati del Mario Negri Sud. Zona di mantenimento: così il Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria definisce la zona del Distretto Industriale del Vastese. Insomma: la qualità dell’aria è buona, occorre solo mantenerla così com’è. Nel nostro studio dimostriamo che questa diagnosi si basa su dati del tutto inaffidabili perché ampiamente al di sotto dell’obiettivo per la qualità dei dati previsto dalla legge: almeno il 90% dei giorni su base annua. In Figura 2 i giorni di funzionamento della stazione fissa del MNS –rispetto ai vari inquinanti monitorati- a San Salvo e ad Atessa, nel periodo 2002-2006 (il periodo di riferimento del Piano Regionale) .  Notare che sia il Mario Negri Sud, che la Provincia di Chieti, che il suddetto Piano Regionale, hanno espressamente assicurato la qualità e l’affidabilità dei dati. Notare altresì che le centraline del MNS sono spente dall’Ottobre 2008 a S. Salvo, e dall’Ottobre 2007 ad Atessa. 1.     Particolato fine (PM10), biossido di Azoto (NO2), Ozono (O3). Il PM10. Per la nostra zona, si legge nel Piano Regionale, “le uniche campagne effettuata nel comune di Vasto e di Atessa mostrano estrapolando i dati all’intero anno, un potenziale superamento delle soglie di valutazione superiore per le particelle sospese con diametro inferiore a 10 micron [il PM10, NdR]”. In questo caso, dispone la nomativa nazionale, la misurazione dei livelli di concentrazione dell’inquinante è “obbligatoria”, e ”deve essere effettuata in siti fissi”. Però il Piano Regionale non li prevede.Gli ossidi di Azoto. La zona industriale di San Salvo –secondo dati ufficiali- è il maggior polo di emissioni di ossidi di Azoto (NOx) nella fascia adriatica tra Ravenna e Taranto. Sta di fatto però che, secondo il Piano Regionale, in essa “non si registrano superamenti dei limiti di legge”, che invece si registrano a Pescara, dove le emissioni sono notevolmente inferiori. Non sarà per caso che, a S. Salvo, il funzionamento della centralina al 50% o poco più ha leggermente falsato i risultati? (Comunque, l’affermazione del Piano Regionale non è vera: ci sono stati, nel 2003, 2 superamenti.)    L’Ozono troposferico. Dimostriamo nel nostro studio che nei mesi estivi –quando com’è noto l’Ozono troposferico è maggiormente presente in atmosfera, ed è perciò di gran lunga più pericoloso- e per periodi più o meno lunghi, le centraline sia di Atessa che di San Salvo siano andate quasi regolarmente fuori servizio, per tutte le estati del quinquennio 2002-2006, e a San Salvo addirittura dal 1998. Ciononostante, nel periodo 2002-2006, vi sono stati superamenti del valore bersaglio per la la protezione della salute umana non solo nel 2003, come erroneamente scrive il Piano Regionale; ma nel 2004 ad Atessa in 14 occasioni; nel 2005 ancora ad Atessa in 38 occasioni e a San Salvo in 12; nel 2006 a San Salvo in 8 occasioni. Sempre nel 2005 si sono verificati a San Salvo persino 3 superamenti della cosiddetta  soglia per l'informazione della popolazione –sensibilmente più alta della prima. A proposito: i cittadini sono stati informati? Nel complesso, la situazione, per l’Ozono, è illustrata dalla Figura 3 (dove Milano è presa come caso esemplare).4. Conclusione. La Legge Regionale 64/98 dispone che: “in considerazione dell’alto rischio ambientale presente in quell’area, l’A.R.T.A. istituisce a S.Salvo un dipartimento sub-provinciale […] in particolare per la prevenzione e lo studio delle emissioni in atmosfera e delle ricadute sull’ambiente”. A voler essere benevoli, diremo che a tutt’oggi questo dipartimento si è dimostrato  ampiamente al di sotto del suo mandato istitutivo. Lo stesso, è vero, può dirsi delle risorse che gli sono state destinate. Però che di questa vicenda il dipartimento sub-provinciale debba in qualche modo rispondere alla pubblica opinione pare indubbio, se non altro in considerazione del suo ruolo istituzionale. Ma tra tecnici e politici in questa vicenda sono coinvolti quasi tutti. Il Mario Negri Sud, che ha spacciato come conformi alla legge dei dati che non lo sono. L’Agenzia Regionale per l’Energia (ARAEN) e gli Uffici tecnici della Regione, che hanno a loro volta –consapevolmente o meno- ulteriormente tagliato ed addomesticato i dato provenienti dalle centraline del Mario Negri Sud; redatto il Piano Regionale con le incredibili omisioni che abbiamo documentato; dipinto un quadro distorto della qualità dell’aria nella regione. L’ARTA regionale, che ha definito “da traffico” valori di IPA senza precedenti in Italia, se si eccettua Taranto; e ha cancellato in parte i dati. L’ex Assessore regionale all’Ambiente, che ha firmato il Piano Regionale, e ne porta per intero la responsabilità politica e morale. L’Amministrazione Provinciale di Chieti, che ha espressamente accreditato i dati del Mario Negri Sud; fornito un quadro tendenzioso della qualità dell’aria nella provincia; tollerato, a tutt’oggi, che le centraline del MNS restassero spente, a San Salvo ormai da 7 mesi, e ad Atessa da 19. Infine i Comuni di Vasto, San Salvo, Atessa (ma anche gli altri Comuni abruzzesi interessati dalle rilevazioni degli IPA) che in tanti anni non si sono accorti di nulla. La nostra associazione è da sempre un’associazione di servizio, non si è mai schierata con nessun partito, e meno che mai lo farà alla vigilia di queste elezioni. Vogliamo evitare ogni strumentalizzazione, e del resto crediamo che nessuno tra i partiti politici possa chiamarsi fuori. Però abbiamo sempre creduto nell’onestà intellettuale e nella buona volontà dei singoli, in ogni schieramento. A loro –se ve n’è qualcuno- ci rivolgiamo: quanto in questi anni è accaduto non dovrà più ripetersi. Per questo il lavoro da compiere, ammesso e non concesso che lo si voglia intraprendere per davvero, è lungo e complesso. Occorre almeno: a) rivedere le classificazioni compiute dal Piano Regionale, a partire dalla nostra zona; b) procedere ad una specifica valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente relativa agli IPA, come previsto dalla legge; c) informare i cittadini abruzzesi della situazione;d) istituire, com’è stato fatto altrove, un organismo permanente di consultazione che riunisca periodicamente le autorità politiche, i tecnici, le associazioni principali della zona sui temi di maggiore rilevanza ambientale;e) giungere in tempi brevi alla collocazione di centraline fisse dell’ARTA almeno a Vasto, San Salvo e Atessa.Dall’ARTA, dai sindaci interessati, dai candidati al Consiglio Provinciale, dai consiglieri regionali del Distretto Industriale del Vastese (Antonio Menna, Antonio Prospero, Giuseppe Tagliente, Nicola Argirò, Paolo Palomba), infine dai partiti locali ci attendiamo una risposta.Associazione civica Porta Nuova – Vastowww.portanuovavasto.altervista.org