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Start-up, è Berlino la Silicon Valley europea


Secondo i dati di Thomson Reuters, lo scorso anno 103 start-up internet hanno ricevuto finanziamenti da parte di venture capitalist in Germania. Un dato che batte quello di qualsiasi altro Paese, Stati Uniti e Cina compresi. Non esiste un dato sugli investimenti per città, ma tutto fa pensare che Berlino sia la capitale delle giovani imprese digitali.Dal 2008 a oggi, rivela la Camera di Commercio locale, sono state fondate 1.300 start-up internet di cui 500 solo nell’ultimo anno. Mike Butcher, direttore della testata digitale TechCrunch Europe, dà al successo di Berlino una spiegazione molto semplice: “Berlino è una città a forte vocazione internazionale, l’inglese è parlato comunemente, c’è una grande vivacità artistica e, dal punto di vista economico, trovare casa è facile e poco costoso. Una variabile ideale, quest’ultima, per chi ha pochi soldi e molte idee”.Circa l’80% dei finanziamenti proviene da fonti internazionali. Uno squilibrio che Ciarán O’Leary, partner del fondo di venture capitalist da oltre cento milioni di dollari Earlybird, attribuisce a due variabili. La prima è una sorta di disinteresse tutto tedesco per il rischio, aggravato, in questo caso, dalla scottattura della bolla speculativa di internet.La seconda è la lungimiranza degli investitori internazionali per i quali pochi venture capitalist significano maggiori opportunità. Lo scorso maggio, Wooga, il più grande sviluppatore europeo di social gaming, ha annunciato un giro di finanziamenti da 24 milioni dollari guidato da una società del Massachusetts. A novembre, la londinese Atomico, società di venture capitalist del co-fondatore di Skype Niklas Zennström, ha investito 4,2 milioni di dollari in 6Wunderkinder, un creatore di applicazioni di produttività come come Wunderlist, che consente di condividere liste fra i dipendenti di un’azienda.L’interesse delle società di venture capital della Silicon Valley (e non solo) è la conseguenza della vivacità dell’iniziativa imprenditoriale che molto deve, in realtà, al sostrato culturale di una città portata allo scambio e all’incontro. È così che gli hacker Chaos Computer Club, uno dei più storici gruppi di hacker del mondo con base a Berlino, si sono ritrovati in contatto con “colleghi”, come esperti di tecnologia internazionali e ingegneri provenienti dall’università di Berlino, ma anche con designer, artisti e musicisti che da sempre affollano la città.La piazza di internet è diventata un nuovo punto di aggregazione. Questo spiega perchè molte start-up si occupano di contenuti culturali: Gidsy, per esempio, è un mercato online dove acquistare esperienze offerte da persone comuni, come visite d’arte guidate da graffitari locali, corsi di tango o di cucina.SoundCloud è una piattaforma di distribuzione di registrazioni audio che oggi vanta oltre dodici milioni di membri e che è anche una tra le più grandi storie di successo recenti, come dimostra l’ultimo giro di finanziamenti da dieci milioni di dollari provenienti da New York e dalla Svizzera. “L’atteggiamento di Berlino è molto punk e questo è molto importante per una start-up che, fondamentalmente, è come se dicesse: “Ho intenzione di fare le cose a modo mio”, osserva Alex Ljung, sound designer e fondatore di SoundCloud.Adesso, c’è anche chi finanzia questa libertà.