life of a waster

Post N° 483


Questo articolo doveva essere pubblicato sul giornalino della scuola... quando ancora ero al liceo... Le piazze di Roma            Piazza Navona Avete mai osservato attentamente la nostra città, i suoi monumenti, le sue piazze…? Spesso noi ragazzi non ci rendiamo conto delle bellezze artistiche che ci circondano e altrettanto spesso tendiamo anche a rovinarle con ogni mezzo (a partire dai graffiti e ad arrivare alle incisioni fatte con le chiavi dei motorini).Dopo questa premessa…eccomi qui a darvi qualche notizia su quella che è ritenuta la piazza più bella del mondo: Piazza Navona.Nasce nel Campo Marzio, sulle rovine dello Stadio di Domiziano (imperatore dall’81 al 96 d.C.) dal quale riprende la sua caratteristica forma ovale; inizialmente fu adibita a stadio, non per giocarvi a calcio se qualcuno se lo chiedesse, ma per giochi circensi e rimase tale fino al periodo medievale.Dal secolo XVII alla metà del secolo XIX, nei torridi finesettimana d' agosto, la piazza (che allora aveva il fondo concavo) veniva in parte allagata e il divertimento del popolo era poi veder sfilare le carrozze dei nobili e dei principi, che producevano schizzi in quantità, e godere della sua frescura. Oggi vi si tiene, annualmente, in occasione dell’Epifania, un mercato di figurine da presepio, dolci (tradizionali e non) e giocattoli…tutto questo per la gioia di grandi e piccini.Piazza Navona, però, oltre ad essere luogo di passeggiate e di divertimento durante le vacanze invernali, racchiude una gran quantità di monumenti…vogliamo citarli? Iniziamo con la chiesa di S. Agnese in Agone. Ne iniziò la costruzione il Borromini nel 1652 per papa Innocenzo X, ma fu sollevato dall’incarico nel 1657 a causa di forti divergenze con il principe Pamphili; secondo una leggenda l’edificio sorge sui resti dell’ antico carcere, dove la santa visse imprigionata prima del martirio. E’ una delle più belle chiese che annoveri lo stile barocco a Roma.Altra chiesa molto interessante, ma certo non all’altezza della prima, è sicuramente quella di S. Giacomo degli Spagnoli, sull’altro lato della piazza; tuttora al suo interno sono compiute celebrazioni in spagnolo, lingua madre della confraternita che la ha in “concessione”;durante il periodo natalizio è possibile ammirarvi un bellissimo presepe.Arriviamo a parlare ora della parte della piazza che la rende così nota in tutto il mondo: la fontana dei quattro fiumi, capolavoro del Bernini, uno dei maggiori esponenti del Barocco romano. I quattro “colossi” rappresentano i fiumi più lunghi dei quattro continenti: il Danubio (Europa), il Gange (Asia), il Rio della Plata (Americhe) e il Nilo (Africa). Le posizioni degli ultimi due fiumi che ho nominato hanno però un significato… Il Nilo ha il volto coperto da un velo e questo perché, anticamente, non si era mai riusciti ad arrivare alle sue sorgenti; il Rio della Plata, invece, si copre il viso con una mano: come mai? Si tramanda una storia popolare di solito per spiegarlo: si racconta infatti che fra Bernini e Borromini ci fossero delle divergenze e che, il primo dei due architetti citati, avesse scolpito in questa posizione il “fiume”, per ripararsi dal crollo della cupola della chiesa di S. Agnese…ma c’è un piccolo errore cronologico; la chiesa borrominiana infatti fu costruita esattamente otto anni dopo la fontana e quindi è impossibile che il Rio della Plata fosse stato modellato così per questo motivo (quale fosse rimarrà un mistero!!).Guardando sulla sinistra di Palazzo Pamphili troviamo la fontana detta “del Moro”, chiamata così per la statua dell’etiope che lotta con un delfino, scolpita su bozzetto del Bernini. In fondo alla piazza, invece, è la fontana “del Nettuno”, già detta “dei Calderai” per la presenza, in quei pressi, di numerose botteghe d’artigiani che producevano o riparavano oggetti di rame. E’ da poco ristrutturata la facciata di Palazzo Pamphili, donato da Innocenzo X alla cognata Olimpia Maidalchini; il palazzo ora è sede dell’Ambasciata brasiliana che ospita la “casa del Brasile” e il centro di cultura italo-brasiliana.Potrà sembrarvi strano, ma… ho (solo momentaneamente) esaurito le informazioni su questa fantastica piazza romana, quindi vi do appuntamento alla prossima uscita del giornale!…Un’ultima cosa:quando andrete a visitarla, sono sicura che riuscirete a sentire l’eco dei versi di un sonetto del Belli scritto a Roma l’1 febbraio 1833:“…Questa nun è una piazza, è una campaggna,Un treàto, una fiera, un’allegria…”                                                                                                          Emma Caviasca III G                                                                                                           a.s. 2001-2002