life of a waster

Post N° 1024


mi chiedo cosa vuoi ancora da me. Sono passata ora sul blog creato per lui e ho trovato il tuo vecchio nick tra le visite. Ma cosa cerchi ancora da me? Cosa credi che possa cambiare adesso? Niente. Sono stata ferita, più volte, ed ogni volta era sempre colpa mia che non capivo... Mi sono sentita messa davanti ad un bivio, davanti ad una scelta che, se per te fossi stata davvero tanto indispensabile, non mi avresti chiesto di fare. Mi sono sentita mettere sotto pressione per vedere fino a che punto avrei potuto sopportare, ed alla fine non ce l'ho fatta, non ho retto ed ho chiuso. Ho chiuso con le continue incomprensioni, con le paranoie che mi venivano per cercare di starti dietro, di aiutarti, di farti capire... e non è servito a niente per l'ennesima volta. E allora che ho fatto? ho scelto, non tanto perché mi sentivo costretta da qualcuno, quanto perché mi sono sentita costretta a farlo dalla parte di me in cui ha imparato a governare "l'istinto di sopravvivenza", ovvero una piccola dose di cinismo che mi preserva dalle delusioni passate (nei ricordi) e future... per non ripetere gli stessi errori. Ho imparato ad affidarmi alle persone giuste: me stessa, e basta! perché così deve essere, come da te ho imparato. Come vedi, anche nelle situazioni peggiori, ho preso il meglio che potevo. Si impara spesso, a proprie spese, dagli errori commessi, e si cerca in ogni modo di non ripeterli, o almeno di tenerli lontani quanto basta per non essere feriti di nuovo. Le ferite cominciano a rimarginarsi dopo mesi, ed ora come ora, GUAI A CASCARCI DI NUOVO. Ho cercato di far capire anche a te il meccanismo, ma non è stato compreso. "Fidarsi" ed "affidarsi" sono due concetti completamente differenti; tutto sta a voler scovare veramente il significato dei termini suddetti e cercare di non confonderli. Di importante poi è capire cosa sia successo a me... ovvero sono riuscita a diventare una persona più sicura, in grado di far valere il proprio modo di vedere le cose senza doversi imporre: così ho iniziato a vivere in maniera diversa, da persona matura. So quello che voglio, e riuscirò ad ottenerlo senza dover lottare più del giusto, perché so di essere nel giusto, potrò dimostrarlo... lo sto già facendo, e mi sto prendendo le mie soddisfazioni. Io non sono cambiata intimamente, ho solo imparato cose nuove che mi hanno aperto altre porte. Sono sempre stata tranquilla da sola perché ho sempre avuto paura di affidare le mie paure a qualcuno che avesse potuto usarle contro di me. I primi tempi ho creduto in persone che non meritavano minimamente la mia stima, poi qualcosa è cambiato, ho iniziato a capire chi poteva meritare la mia stima ed il mio affetto. Non dirò di aver sbagliato anche questa volta, perché non è così; ma con tutte le vicende ed i cambiamenti, le incomprensioni (volute o non), le "prove", le gelosie... ho capito che non era più possibile, che far del male a me ed alla persona che ho accanto non era "cosa buona e giusta". Sono arrivata all'esasperazione rendendomi conto di avere anche io un limite di sopportazione, anche con le persone che amo di più... perché quando è troppo è troppo. A distanza di mesi sono uscite fuori tutte queste parole che non ho avuto né modo, né tempo di dire, anche perché ho sentito che sarebbe stato inutile... non tanto per te, quanto per me. L'ho visto, per la prima volta, come tempo perso, negato ad un sorriso e concesso invece ad un fortissimo senso di nausea e di tremore per il nervosismo a cui ero stata portata nei giorni in cui sentivo più il bisogno di pace e tranquillità, di serenità per essere lucida nel momento in cui mi sarei giocata tutto in pochi minuti. A questo punto la chiudo qui. Non parlerò ancora, sono stanca. Ho voluto solo mettere "nero su bianco" quello che pensavo e che da troppo tempo mi tenevo dentro. Di positivo in tutto questo è che mi sento di aver fatto del mio meglio fino alla fine. Ora è tardi, le porte sono chiuse, ed il treno è ripartito da un bel pezzo. E.