life of a waster

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 ...fosse solo il sangue, ciò che mi tiene legata a determinate persone, non credo che proverei le stesse sensazioni. Il desiderio,  il bisogno irrefrenabile di essere presente per loro, di far comprendere che ci sono sempre e comunque. In ogni modo ed in qualsiasi situazione. L'amore e la stima che provo mi porta sempre a credere di non fare abbastanza, di non essere all'altezza della situazione e la cosa mi rende sempre molto paurosa. Mi aspetto sempre di essere "rimessa al mio posto" con la classica frase: "tu non sai niente, che cosa pretendi di fare". Io so per certo di conoscere chi ho di fronte, anche se chiunque è liberissimo di non credere che sia così. Ma quando incrocio degli sguardi, sento delle parole, vedo dell'interesse nel parlare con me... la cosa mi piazza. Mi spiazza perché l'ho desiderata per così tanto tempo una situazione del genere (che nella mia mente sembrava impossibile) che quando raramente accade mi rende così felice e terrorizzata allo stesso tempo tanto da farmi agire in maniera completamente diversa da come avrei sempre creduto. Mi sento tornare piccola, incapace... forse perché in teoria avrei sempre saputo cosa fare, le idee chiare in testa... e quando invece si tratta di passare alla pratica... è tutto un altro paio di maniche. Ma non perché io non sappia "come si fa", ma perché, da sempre, quello che conta oltre la teoria è una buona dose di esperienza... che non mi è mai stato dato modo di crearmi.  A volte quando parlo seriamente mi sembra di non essere ascoltata, o quanto meno, di non essere presa in considerazione, di non essere degna di risposta. Ma poi sono i fatti che parlano, e so bene che in realtà le mie parole, anche quelle mute, vengono ascoltate, assorbite...  Ci sono attimi in cui mi sento messa alla prova, costantemente. Come a dire: "vediamo quanto reggi..."... ed io reggo, non ingrano più la quarta per partire come un kamikaze. Ascolto, rifletto molto di più, e poi se proprio non ce la faccio più... allora parlo, ma non con rabbia... parlo sempre con la stessa paura di essere indiscreta, con la stessa paura di sentirmi rimessa al mio posto.  Forse è proprio questa paura ad aver cambiato le cose, gradualmente. Non giudico, non mi innalzo a persona matura che sa tutto della vita. Sono semplicemente me stessa, con le  mie eterne insicurezze, con il mio bisogno di far capire che non scappo se qualcosa è difficile da comprendere; non me ne vado, non guardo con gli occhi di chi dice di conoscere da sempre qualcuno e poi si alza la mattina e non la riconosce più quella persona e la allontana. Io resto. Io resto perché voglio esserci, sempre. Io resto perché so che posso fare qualcosa. A volte basta un sorriso per capire che sto facendo la cosa giusta. Credo che crescere con qualcuno che ti "sfida" continuamente, che ti mette alla prova sia spesso frustrante, ma a lungo andare ti fa capire cosa sei, cosa puoi essere... Si cresce sempre, c'è sempre qualcosa di più da capire, da conoscere, da imparare.E.