Creato da Pensieri_a_Colori il 30/03/2014

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Il Mio Mare

Post n°6 pubblicato il 08 Marzo 2015 da Pensieri_a_Colori

Ovunque andrai... Ovunque sarai... Ovunque vivrai... Ci saranno luoghi che porterai con te... perchè saranno parte di te per sempre...

 
 
 

La tossicodipendenza spiegata con un cartone animato

Post n°5 pubblicato il 23 Novembre 2014 da Pensieri_a_Colori

Un kiwi assaggia un’affascinante sostanza gialla. Lo fa stare benissimo.
Nuggets è un video dello studio Filmbilder che racconta a disegni animati i vari stadi della dipendenza da droghe. All’inizio i cicli di piacere sono lunghi e intensi, “l’atterraggio” è indolore e il resto del mondo sembra normale: il kiwi corre verso gli altri globuli di sostanza gialla. I cicli di piacere si fanno poi sempre più brevi e meno intensi, l’atterraggio diventa doloroso e lascia segni sul corpo, e il resto del mondo diventa grigio e poi nero, la corsa verso la sostanza gialla diventa meno affrettata ma inevitabile.

(presa dal web)

 
 
 

Dalla Puglia con "...ore" :)

Post n°4 pubblicato il 14 Novembre 2014 da Pensieri_a_Colori

 

Con fierezza da una Terrona *__*

 

 

National Geographic esalta la Puglia: “È la regione più bella del mondo”

 

12 novembre 2014

 

La Puglia è la regione più bella del mondo. Questo il sorprendente riconoscimento da parte di colossi come National Geographic e Lonely Planet. La definizione esatta è di “Best value travel destinations in the world for 2014”. 
 
Persino il New York Times esalta la notizia, “Italy’s Magical Puglia Region”.
 “La Puglia è una terra dove è possibile vivere un’esperienza unica – riporta ancora La Stampa – non solo per il suo mare, i suoi borghi, la sua realtà rurale e moderna, i suoi castelli e le cattedrali, ma soprattutto per la sua autenticità e la sua enogastronomia”.Insomma, un 2014 da ricordare per la nostra regione, già premiata dalle classifiche di Tripadvisor.

 


 

 
 
 

Uomini "liberi"... un fenomeno ricorrente

Post n°3 pubblicato il 15 Agosto 2014 da Pensieri_a_Colori

Uomini “liberi” alla ricerca di donne libere. La condizione di separata è la più allettante immagino. Una separata quasi sempre ha figli suoi e non le verrà mai in mente di chiederne uno a un altro uomo. Condizione ideale, secondo mentalità vigente, visto che si “avrebbe” anche un luogo dove rifugiarsi per eludere sguardi indiscreti e pettegolezzi vari (Col cavolo!!!). Ma prima conosciamoci, ti pondero, misuro la tua serietà e il tuo modo di essere e se mi piaci ancora dopo magari posso anche muovermi io”.  Ma svegliamoci!!! Qualunque donna si sentirebbe offesa nel sentirsi dire “preferisco sia tu a venire nella mia città perché qualcuno potrebbe vedermi e spettegolarmi dietro, e io, per il lavoro che faccio, preferisco evitarlo”. Ma dove viviamo? Quale considerazione si sta avendo in quel momento, della donna che si vuole incontrare? Un uomo che parla in questo modo sarà anche libero come condizione civile ma sicuramente prigioniero di schemi e pregiudizi che lo terranno sempre ancorato a un modo tutto suo di guardare alla vita.  A una donna che vive normalmente la sua quotidianità dedicandosi al lavoro  ai figli e alle sue amicizie,  portando altresì avanti la baracca, cadono le braccia di fronte ad asserzioni del genere. Ma pensate che finisca con un “No grazie lasciamo le cose come stanno e ognuno per la sua strada?”. Eh  no. Dove lo mettiamo l’onore e l’orgoglio maschile calpestato? A questo punto la propria dignità, semmai ci sia stata, finisce nel dimenticatoio perché prevale l’ansia di ferire, offendere e giudicare nonché avere l’ultima parola, senza tenere minimamente in conto che chi ci sta di fronte potrebbe avere un’alta stima di sé e una dignità che non consente di soprassedere a certi comportamenti. A nulla valgono gli inviti a dimenticarsi e andare avanti, a nulla vale dire che i propri problemi per gravità superano di gran lunga queste diatribe e hanno di certo priorità di risoluzione. A nulla vale dire che forse si è incompatibili al punto che è meglio finirla lì anziché iniziare a litigare. Noooooooo!!! Arrivano rimbrotti e ripicche. Non sia mai che una donna possa avere l’ultima parola. E il ruolo del maschio al quel punto che fine farebbe? Perché parliamo di maschi non di veri uomini. Un vero uomo non si sarebbe mai messo nella condizione di essere rifiutato a priori. Ma il maschio il rifiuto non lo accetta. E comincia ad accusarti di aver bisogno di cure, di essere piena di frustrazioni che riversi su persone costrette a difendersi dalle tue offese. Mai gli passerà per la testa che forse a offendere abbia potuto cominciare lui con quell’infelice esordio e che tutto il resto è venuto di conseguenza. Il puntiglio e la permalosità lo portano ad aggredire ancora perché dev’essere lui a dire basta, mica tu. Finché non se ne può proprio più e la donna lo invita a smetterla se non vuol essere accusato di stalking. In tutta risposta un sms che sa di infantilismo e soprattutto del non aver capito un caxxo di te e del tuo bisogno di essere lasciata in pace e tenere lontane persone come lui: “Cancella il mio numero come ho già fatto io (solo stamattina!!!) perché mi hai rotto le scatole altrimenti vado io a denunciarti per stalking…” e giù altre offese oltre quelle già espresse. A quel punto come si può non essere realisti e anche un po’ cattive con chi poco prima ti aveva detto che non si era sposato perché il 90% delle donne sono come te? Ditemi voi quante frustrazioni possano risiedere in persone così. Ho risposto semplicemente che io il suo numero l’avevo cancellato da un pezzo e che finora è sempre stato lui a cercarmi per primo (forse perché ritenendosi un buon partito non accetta di essere rifiutato?), e che comunque conservo tutti gli sms con relativa cronologia a riprova del fatto che non sono mai stata io a cominciare la diatriba del giorno. La mia nonna aveva proprio ragione quando diceva che una persona misura gli altri col metro del proprio cuore. E questa è una verità assoluta che vale per chiunque. Per cui mio caro bye bye e buona vita con mammà!!!

 
 
 

L'amicizia è come una pianta...

Post n°2 pubblicato il 10 Giugno 2014 da Pensieri_a_Colori

E poi... capita per caso... che ti ritrovi di fronte qualcuno che vedi ogni giorno, che fa parte della tua vita ormai da sempre, con cui parli, lavori, prendi insieme il caffè. E succede che guardando questa persona è come se la vedessi all'improvviso con occhi nuovi. Ti rendi conto di come la sua presenza sia stata data per scontata per tanti lunghi anni. Una vita lavorativa insieme, un percorso comune, un legame divenuto nel tempo una bella amicizia. Mi è capitato così che recentemente, un bel giorno mi ritrovai di fronte a questo collega-amico e improvvisamente mi sembrò stupido e insignificante salutarlo con un semplice "ciao". Un moto improvviso di affetto profondo mi spinse ad abbracciarlo e stampargli un bacio sulla guancia. Ricambiò il bacio ma mi guardò stupito e mi chiese: "Che ti succede?". Gli risposi: "Niente, semplicemente ti voglio bene" e lui di rimando: "Anch'io ti voglio bene". Andai a sedermi appagata e col cuore colmo di gioia pensando a quanto sia facile, se solo lo desideriamo, stare meglio noi e far stare meglio anche gli altri. E' proprio vero, pensai, che l'amicizia è come una pianta, che va sempre curata e annaffiata se vogliamo tenerla in vita.

 
 
 
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